Capitolo 22.

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Questa notte è stata terribile, non sono riuscita a dormire dato che penso continuamente di ricevere un risultato non desiderato nel test che abbiamo fatto la settimana scorsa.
Sbadiglio coprendomi la bocca con la mano e sbatto le palpebre più volte per evitare che la vista mi si appanni; Clare, accanto a me, sta mangiando un enorme ciotola di cereali mentre io non riesco nemmeno a guardare il cibo, ho troppa nausea.

-Davvero non ti capisco.- dice all'improvviso Clare con la bocca piena. -Cioè non capisco queste tue nausee da panico.

-Io non le chiamerei nausee..- sussurro a voce bassa. -È solo agitazione!- alzo le spallucce.

Clare rimane a fissarmi con un sopracciglio alzato, è davvero snervante quando lo fa. Manda giù il boccone e beve un sorso di spremuta.

-Se è "solo" agitazione..- mi dice canzonando sulla parola "solo" -Perchè ieri ho passato tutta la sera a tenerti i capelli mentre vomitavi, dopo che il preside aveva annunciato che oggi sarebbero stati esposti i risultati dei test?

Rimango un attimo in silenzio, un po' offesa per essere stata smascherata e un po' sollevata nello spirito dall'ironia di Clare.

-Vedila come una prova d'amicizia.- rispondo dicendo la prima cosa che mi passa per la testa.

Clare non mi risponde; si limita a fare una risatina e poi torna a mangiare i suoi cereali.
Io rimango a fissare il piatto vuoto davanti a me con lo stemma della scuola: un cancello dorato avvolto da rampicanti di rose rosse.
Lascio che i capelli mi cadano davanti al viso; ho gli occhi chiusi e cerco di regolare il mio respiro.
Ho sempre sofferto di attacchi di panico fin da quando ero piccola, per fortuna ora si limitano al tremore e al vomito perchè da bambina avevo anche crisi di pianto isteriche e tendevo a svenire frequentemente facendo disperare mia madre.

-Nako!- mi chiama Clare mentre si alza dal tavolo. -Ho avuto un contrattempo, non posso più accompagnarti a vedere i risultati, noi caposettore abbiano una riunione dell'ultimo minuto.

Alzo lo sguardo e noto accanto a lei una ragazza degli Airbender, ultimo anno; sorrido a Clare e le faccio un cenno con la mano.

-Non ti preoccupare. Andrò con Archel.- le dico con la voce più serena che mi riesce.

-Ok, allora a dopo!- mi dice sventolando la mano mentre si allontana verso il tavolo dei docenti.
Faccio un sospiro e mi alzo; lo stomaco mi brontola leggermente ma lo ignoro, non voglio mangiare con il rischio di vomitare tutto subito dopo, sarebbe un enorme spreco.
Attraverso il portone e mi dirigo verso i dormitori dei ragazzi.

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Ho chiesto indicazioni parecchie volte durante il mio tragitto; non sono mai entrata nel corridoio dove alloggiano i ragazzo e ora capisco perchè: le occhiate che ricevo sono tutt'altro che rassicuranti. Per fortuna raggiungo la stanza di Archel in poco tempo.
Busso con tutta la forza che possiedo e rimango in silenzio, attendendo una risposta.

-Chi è?- mi risponde una voce dall'interno.

-Archel, sono io, Nako! Posso entrare?- chiedo.

Qualche istante passa in silenzio, animato leggermente dalle voci degli studenti che riecheggiano tra i muri, dopo sento il rumore della serratura che scatta e la porta si apre.
Archel, davanti a me, ha l'aspetto davvero trasandato: la camicia della divisa abbottonata male, i capelli aggrovigliati, i pantaloni spiegazzati e una lente degli occhiali rigata.
Dopo che lo vedo così mi accorgo di non averlo incontrato da quando sono partita, deve aver preso male l'assenza di Clare al ballo.
Si scosta leggermente di lato per farmi entrare, non una parola.
Mi faccio avanti timidamente osservando la stanza perfettamente ordinata, davvero raro per un ragazzo.

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