Capitolo 27.

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Nonostante siano passati giorni dalla mia discussione pubblica con Emi, che agli occhi dei nostri spettatori è risultata più interessante del previsto, girare per la scuola mi procura ancora continue frecciatine con lo sguardo da ogni persona presente in quel momento.
Oramai tutti cercano di evitarmi, se provo a parlare con qualcuno cercano una scusa per andarsene e mi abbandonano; dovevo immaginare che questo litigio sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso dopo i miei continui attacchi durante i quali facevo esplodere o tremare diversi oggetti ma sicuramente non potevo aspettarmi di stare così male.
Se non fosse per la confortante presenza di Clare ed Archel, che nonostante tutto restano al mio fianco, sarei certamente la persona più sola di questa scuola.

Abbasso lo sguardo quando incrocio l'ennesima frecciatina rivoltami da un gruppo di ragazzi di Airbender.
Archel mi cinge le spalle con un braccio e aumenta il passo in modo da allontanarci il prima possibile da quell'inferno. Trattengo a stento le lacrime.
Corriamo all'uscita, verso il cortile. Ci dirigiamo verso la zona dove sono disposte alcune panchine e ci sediamo su una di esse, particolarmente nascosta dal resto.

-Va tutto bene?- mi chiede Archel posando i suoi libri accanto a se e rivolgendomi uno sguardo preoccupato.

-Credo di si.- rispondo asciugandomi gli occhi bagnati di lacrime.

Nonostante la mia risposta decisa sa che sto mentendo e io ne sono consapevole.
Faccio un sospiro mentre cerco di trattenere un altro carico di lacrime che mi sta riempendo gli occhi.

-Ascoltami..- mi dice sistemandosi in modo da avere il corpo girato verso di me -So di non essere un bravo consolatore, né un buon amico e, sopratutto, so di non essere lui. Però non voglio vederti così, mentre ti autodistruggi. Mi fa stare male.

Sono colpita dalle sue parole, in tutti i sensi. Sono felice perchè so di avere qualcuno che tiene a me in modo speciale, sono felice che lui si preoccupi per me ma sono delusa da me stessa per non avergli dimostrato tutta questa gratitudine, per averlo fatto sentire inutile.
Mi sporgo verso di lui e lo abbraccio forte, lui ricambia il gesto e rimaniamo per qualche attimo così.

-Grazie.- gli sussurro con la voce che ha smesso di tremare.

-Io e Clare sappiamo bene che questo è un periodo molto difficile per te e sappi che comunque vada ti aiuteremo a risolverlo. Ricordati che non sei mai sola.- mi dice spostandomi un ciuffo ribelle dietro all'orecchio.

Mimo un altro grazie con le labbra e abbasso lo sguardo asciugandomi le lacrime.
Non credo di meritarmi degli amici come Archel e Clare, non merito il loro affetto e la loro fiducia. Vorrei dirgli di allontanarsi da me perchè in realtà non sanno a chi si sono legati e non lo so nemmeno io.
Non ho mai saputo dire chi sono, che persona sono e ora più che mai, con tutto il mondo attorno a me che cade a pezzi rivelandomi le cose come sono in realtà, mi sento ancora più confusa.
Emi ha ragione: non sono chi credevo di essere.
La confortante presa di Archel sulla mia mano mi riporta alla realtà; alzo lo sguardo e lo vedo in piedi davanti a me che mi rivolge un lieve sorriso.

-Andiamo..- mi dice tirandomi verso di sé. -Dobbiamo andare a pranzo, Clare ci aspetta.

Annuisco e lo seguo verso l'interno dove so che mi aspettano altre occhiate e altri bisbigli.

Quando entriamo nell'auditorium notiamo subito Clare che, agitando le braccia, ci saluta e ci fa segno di raggiungerla. Ci avviamo verso di lei mentre cerco di ignorare la tensione creatasi al mio ingresso. Mi giro verso la divisione degli Weightbender e mi accorgo che Emi e delle sue amiche stanno guardando verso di me; con un sussulto torno a guardare il pavimento fino a che non raggiungiamo il tavolo.

-Ciao ragazzi!- ci dice Clare entusiasta ma quando si accorge dei nostri visi cupi cambia subito atteggiamento. -Va tutto bene?- ci domanda ora preoccupata.

-Diciamo di si, Nako è un po' giù di morale..- dice Archel prendendo posto accanto a lei.

Io rivolgo un occhiata furtiva a Clare e poi mi siedo di fronte fissando il tavolo.
Clare apre la poca per parlare ma viene interrotta da un professore che colpisce il microfono attirando la nostra attenzione; ci voltiamo tutti contemporaneamente ad osservarlo e lui prende parola.

-Buongiorno studenti, come certamente saprete, in questo periodo ricorre l'annuale Torneo del Corno dove alcuni dei migliori studenti si sfideranno per ottenere il titolo di Stregone o Fattucchiera d'Avorio.

Caspita! Mi ero completamente dimenticata del Torneo!
Poco importa, sarà il terzo anno di seguito che non parteciperò ma la cosa non mi dispiace, vista anche la situazione in cui mi trovo.
La mia attenzione viene attirata dal tavolo delle Weightbender, amiche di Emi, che esultano intorno a lei.
Mi viene subito in mente che Emi quest'anno era intenzionata a partecipare e dai loro schiamazzi capisco che sarà così.
"Meglio per lei" penso mentre torno a guardare il professore.

-Gli studenti che sono interessati potranno riunirsi per organizzare l'amministrazione e la giuria. La lista verrà appesa nella bacheca pubblica all'ingresso.- dice, indicando la porta. -Vi ringrazio per l'attenzione, buon appetito!- detto questo si volta e torna a sedere.

La stanza viene animata dai soliti bisbigli post-annuncio che dopo poco diventano un vero e proprio vocio confuso.
Noi tre rimaniamo in silenzio ad osservare i piatti ancora vuoti.

-Meglio mangiare.- esorta Archel all'improvviso e non posso non pensare che ha ragione.

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Sto tornando alla mia stanza con l'intenzione di andare a dormire.
Purtroppo sono dovuta andare senza Clare perchè si è fermata per una riunione con gli altri caposettori delle diverse divisioni.
Alle ultime occhiate che mi vengono ancora rivolte, cerco di rimanere impassibile stringendo la spallina della mia borsa conficcando le unghie nella plastica.
All'improvviso qualcuno mi spinge con violenza facendomi sbattere la schiena contro il muro; la botta che prendo è troppo forte e mi mozza il respiro, cado a terra sopraffatta dal dolore e dalla sorpresa.
Quando alzo gli occhi mi accorgo che a spingermi è stata Monika, quella ragazza che ci aveva attaccato qualche mese fa, dopo l'esame di Clare.

-Sai di essertelo meritato.- mi dice -Oltre che una pazza fuori controllo sei anche una sgualdrina.

Con un piede mi schiaccia la spalla contro il muro; urlo dal dolore e questo la fa ridere ancora di più.

-Questo è per esserti messa tra me e il mio amore.- mi dice avvicinando il suo viso al mio.

Detto questo si allontana da dov'è venuta, sotto gli sguardi increduli di tutti.
Io mi alzo in tutta fretta e corro nella mia stanza, che per fortuna è vicina a dove mi trovavo.
Appena chiusa la porta mi accascio a terra scoppiando a piangere; ho un dolore terribile al petto e alla spalla, il respiro ancora mozzato dalla botta e sicuramente un livido sulla schiena.
Il pianto a cui mi abbandono è il più sofferto di tutti, lascio che i singhiozzi escano dalle mie labbra tremanti ed esausta urlo; urlo con tutta l'aria che è rimasta nei miei polmoni doloranti e in contemporanea il mio specchio esplode, lacerando la tenda posta accanto.

Rimango accasciata a terra per qualche minuto cercando di calmarmi, il mio respiro torna regolare e ora ho un terribile mal di testa.
Alzo lo sguardo verso la parte opposta della stanza dove il pavimento è ricoperto di vetro. Mi trascino verso di essi e tra i frammenti vedo, un altra volta che uno dei miei occhi è rosso, ma ora l'effetto dura di più.
"Hanno ragione. Tutti quanti." Mi dico mentre con ribrezzo osservo il mio riflesso frammentato.

Mind Worlds (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora