Capitolo 13.

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Per tutti i giorni seguenti all'episodio nella foresta, Archel e Clare mi hanno ricoperta di domande per qualsiasi cosa, si sono preoccupati che stessi bene e sono diventati un po' troppo paranoici e premurosi.
Monika e le sue amiche non raccontato a nessuno quello che è successo, limitandosi a lanciarmi frecciatine con gli occhi che sono risultate sospette a gran parte degli studenti, capitati per caso durante i nostri incontri in giro per l'istituto.
Ora sono, per l'ennesima volta, nel palazzo del Mind World di Gidan, per cercare una valida spiegazione a quello che mi sta succedendo.
Gli ho raccontato di tutte le volte che ho perso il controllo e delle cose che ho scoperto documentandomi nella biblioteca scolastica, ma ho preferito non dirgli che Archel e Clare sanno tutto, compresa l'esistenza del Mind World.

-Dovremmo partire dalla libreria.- mi propone mentre cammina avanti e indietro per la stanza. -Lì troveremo di sicuro qualcosa.

Lo osservo camminare nervosamente stando seduta su una delle sedie nella sala da pranzo, nonostante l'argomento mi sento abbastanza tranquilla e fiduciosa, troverò una spiegazione a tutto questo prima o poi.

-Vieni.- mi dice afferrandomi la mano, mi alzo senza oppormi e lascio che mi guidi verso la libreria, camminando dietro di lui.

Il palazzo di Gidan è enorme, se andassi in giro senza di lui mi perderei di sicuro tra tutti gli sfarzosi saloni e infiniti corridoi che ci sono.
Arriviamo nella libreria che è enorme, se guardo verso gli scaffali non vedo la fine, sembra infinita.

-Sai già da che libro partire?- mi chiede rimanendo accanto a me, senza lasciare la presa sulla mia mano.
So che mi sta guardando ma i miei occhi sono impegnati a guardare gli interminabili scaffali, increduli di quello spettacolo magnifico.

-C'è un libro.- dico voltandomi a guardarlo.
In quel momento mi accorgo che la differenza di altezza fra di noi è poca, affianco a lui il mio capo gli arriva all'altezza degli occhi. La cosa non mi sorprende più di tanto, sono sempre stata una ragazza alta per la mia età, persino Archel è più basso di me, solo di qualche impercettibile centimetro.

-Come si intitola?- mi chiede Gidan, risvegliandomi dai miei pensieri.
Lascio la sua mano e cammino verso il primo scaffale, intitolato "Libri Antichi".

-Non ha un titolo- continuo a spiegare, sfiorando con le dita le copertine ruvide dei libri. -È un libro unico, un diario. Ha la copertina rossa con alcuni disegni neri, come dei ghirigori.

-Un diario hai detto..- dice mentre si avvicina al terzo scaffale, massaggiandosi il mento in un atteggiamento pensieroso. È così perfetto con quell'espressione concentrata, la fronte corrugata, intento a mordicchiarsi il labbro.
Si mette a camminare rapidamente attraverso gli scaffali, mi sforzo di seguirlo ma è sparito, nell'infinito spazio nella stanza.

-Gidan?- lo chiamo sporgendomi tra gli scaffali, ma non ottengo nessuna risposta.

Comincio a preoccuparmi, mi metto a correre senza meta, chiamando il suo nome a squarciagola.
Colpisco con la spalla destra uno degli scaffali, il dolore è forte e mi porto una mano nel punto in cui mi fa male, gemendo per la botta.

-Nako!

Mi volto urlando e mi trovo davanti Gidan, con un libro in mano, ancora più spettinato, che mi guarda confuso.

-Mi hai spaventata!- gli dico, portandomi una mano sul cuore che batte all'impazzata.

-Scusa, non era mia intenzione.- mi risponde grattandosi la nuca imbarazzato, quel suo gesto mi fa sorridere e mi avvicino a lui per guardare il libro: la copertina è rosso sangue, ruvida, con i disegni neri in rilievo. È quello il libro.
Lo prendo dalle mani di Gidan che non si oppone al mio gesto e allenta la presa sul libro, lo apro e comincio a sfogliarlo.

Mind Worlds (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora