Speciale (pt. 6)

3.8K 111 30
                                    

Eveline:

Arrivo davanti a casa sua e mi fermo davanti alla porta.
Poso le mani sulle ginocchia e tiro fuori tutto l'ossigeno.
Il mio petto inizia a fare su e giù ad una velocità elevata e la mia vista si offusca.

Rimango così per qualche minuto per poi decidere di suonare il campanello.
Nessuno viene ad aprirmi, ma uno strano dubbio inizia a balenare nella mia testa.

La macchina di David é parcheggiata davanti a casa sua mentre il garage é chiuso.
Lui é a casa, sicuramente é a casa.
David parcheggia sempre la macchina davanti al suo vialetto, quindi lui é qui.

Insisto sempre di più ma di David nessuna traccia.
Smetto di suonare e allora decido di andare nel suo giardino.
Mi metto accanto ad un grande albero e alzo la testa, notando la finestra della sua stanza.

Mi piego e afferro qualche sassolino e inizio a tirarlo contro la sua finestra.
I minuti passano ma lui non vuole aprire, gli occhi iniziano a pizzicare e le mani continuano ad avere vita propria.
Continuo a lanciare i sassi fino a quando la sua voce non attira la mia attenzione.

"Ahia! Si può sapere che problemi hai?", il mio corpo si pietrifica.

Il mio sguardo si posa su di lui e non appena noto il suo stato il mio cuore smette di battere.
Il suo viso é pallido, i suoi meravigliosi occhi marroni sono spenti e contornati da due grandi occhiaie, il suo viso é leggermente scavato e il suo sorriso non esiste più.
Indossa una canottiera grigia e dei pantaloni neri della tuta.
I suoi capelli disordinati sono l'unica cosa viva e piena di colore che gli é rimasta.
Per il resto é spento, senza un cuore.

Abbassa lo sguardo e non appena inchioda i suoi occhi nei miei, perdo la voce e la cognizione del tempo.
Gli ho fatto del male, é ovvio che non voglia parlarmi in questo momento, é ovvio che non voglia vedermi ora, é ovvio che voglia respingermi, il suo comportamento é più che ragionevole.
Ma io voglio provare, voglio chiedergli scusa, voglio confessargli i miei sentimenti, voglio stare con lui.

Mi fissa per qualche minuto per poi posare le mani sui bordi della finestra e tirargli verso di lui.
Io avanzo e alzo la voce, attirando la sua attenzione.

"Ti prego David! Non chiudere ora la finestra!", lo imploro.

Esita per qualche secondo per poi lasciare la presa e incrociare le braccia.
Inizia a guardarmi con occhi freddi e spenti, e beh, come biasimarlo, ho distrutto questo ragazzo.

"Amber mi ha raccontato tutto", il suo corpo si irrigidisce.
"Mi dispiace così tanto David! Non dovevo dubitare di te! Ti ho fatto del male e sono così dispiaciuta! Non volevo dirti quelle cose! Non dovevo compararti a tuo padre", gli occhi iniziano a diventare lucidi.
"Esatto! Non dovevo perché io non sono come lui! E per la cronaca si é pentito ed é cambiato!", si innervosisce.
"Lo so e mi dispiace!", inizio a stringere i pugni.
"É troppo tardi Eveline", la sua voce é distaccata.

Nel sentire il mio nome completo venir fuori dalle sua labbra, mi regala una sensazione fredda e terribile.
Non mi ha mai chiamata Eveline, io sono sempre stata la sua dolce e piccola Evie.
Ormai non é più il mio David, ho perso un ragazzo meraviglioso a causa di uno stupido malinteso.

Stupida Eveline!

Sempre a rovinare le cose!

"Ti prego non lasciarmi sola", la mia voce trema.

Percepisco il suo sguardo sul mio corpo e il suo sospiro mi fa alzare la testa.
I suoi occhi diventano scuri e questo mi fa capire che ha iniziato ad avere una lotta interiore, sta combattendo contro i suoi sentimenti.

Ai confini dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora