Capitolo 48

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Quattordici giorni.

Sono passati quattordici, lunghissimi giorni.

Quattordici giorni fa il mio cuore ha smesso di battere.

Quattordici giorni fa sono diventata uno zombie.

Quattordici giorni fa la mia vita si é fermata.

Quattordici giorni fa ho rischiato di perdere la mia anima gemella.

Quattordici giorni fa Aiden é entrato in coma.

Mi sveglio di soprassalto e con il cuore in gola.
Tolgo gli occhiali e mi stropiccio gli occhi per qualche secondo, poi li rimetto e inizio ad osservare la scena.

Aiden é ancora sdraiato su questo odioso lettino bianco, avvolto da un piumino bianco, con le braccia su di esso.

Vari fili circondano le sue grandi braccia e un tubo grande lo aiuta a respirare.
Il continuo tic del monitor, situato alla mia sinistra, mi manda in bestia.

I suoi occhi sono chiusi, il suo corpo immobile, tutto ha smesso di vivere, il mio Aiden sta dormendo profondamente e non ho la più pallida idea di quando si sveglierà.

Poso la mia mano sopra la sua.
Appena la mia pelle va a contatto con quella di Aiden, così fredda e così senza vita, le lacrime iniziano a rigare le mie guance.

Sono qui da quattordici giorni, praticamente vivo in questo orrendo posto aspettando il risveglio di Aiden.
Mi lascio andare e poso la mia fronte sulla mano,cerco di trattenere i singhiozzi, cerco di mantenere il mio dolore, ma non ci riesco.

Tutto é così frustante e doloroso.
Ora vedo solo il colore nero e bianco, non sento più nessun suono, nessuna melodia, non rido più, non penso più, non parlo più, non vivo più.

Esatto, io non vivo più da quando Aiden é in questo stato.
La mia esistenza non ha senso senza di lui, io ho bisogno della sua presenza per poter andare avanti.
Lui é il mio motore, la mia essenza, il mio ossigeno, lui é il mio Aiden e basta.

Tutto questo non ha senso senza di lui.

"Abby sei ancora qui?", alzo la testa e mi asciugo le lacrime.

Faccio di si con la testa e cerco di mantenere le lacrime incastrate.
Lei si avvicina e mi abbraccia dolcemente.
Inizia a stringermi e le sue lacrime cominciano a bagnare la mia felpa.

"Ho paura Abby", singhiozza.
"Anche io Bella", la stringo.

Dopo qualche minuto qualcuno apre la porta e troviamo Blair.
É in uno stato pietoso, come tutti ormai.

Il suo viso pallido, ormai scavato, risulta senza vita a causa di due grandi occhiaie.
I suoi capelli ricci non sono più così biondi e lucenti, si sono spenti, hanno perso la loro vitalità.
I suoi grandi occhioni azzurri sono freddi, senza sentimenti.
Il suo corpo, ormai dimagrito, a malapena riesce a reggersi.

Questa situazione ha distrutto tutti, siamo tutti a terra.

"Vai a fare una doccia", Blair si avvicina.

Faccio di no con la testa.
Non voglio andare via, voglio essere qui al suo risveglio, voglio essere la prima a rivedere quei suoi meravigliosi occhi azzurri.

Voglio essere la prima e percepire il suo profumo che mi ricorda la brezza marina, voglio essere la prima a sentire nuovamente il suo calore sulla mia pelle, voglio essere la prima a sentire la sua voce rauca e profonda, voglio essere la prima a incastrare la sua immagine nei miei occhi e nel mio cuore, voglio essere la prima a provare nuovamente le farfalle allo stomaco, insomma voglio essere la prima a rivedere Aiden, voglio rivedere il suo meraviglioso sorriso e quelle amate fossette che lo rendono perfetto e irresistibile.

Ai confini dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora