Capitolo 2

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"Signorina Watson!", vengo richiamata dal professore di educazione fisica.
"Scusi", ritorno attenta.

Stiamo giocando a pallavolo.
Ma da quando é successa quella cosa con Aiden sono distratta.
Ho mille domande in testa.
Non riesco a concentrarmi, penso continuamente a lui e a quella stupida tradizione.

In cosa consiste?

Davvero se non obbedisco, verrò presa di mira da tutta la scuola?

"Abby, pausa", Ariel picchietta la sua mano sulla mia spalla.
"Come?", ritorno alla realtà.
"Pausa", ripete Stella.
"Ah, okay", andiamo verso la panchina.
"A cosa stai pensando?", domandano entrambe.
"A quel seccatore", stringo la bottiglietta d'acqua.
"Sarà una presa in giro, magari", Ariel cerca di tranquillizzarmi.
"Lo spero, non ho intenzione di soddisfare le sue esigenze", faccio una smorfia.
"Dovresti", Ariana si affianca a noi.
"In che senso?", la guardo.
"Se non fai quello che ti dice, verrai presa davvero di mira da tutta la scuola", si tortura le dita.
"Ma tu come fai a sapere queste cose?", domanda Stella.
"Esatto", continua Ariel.
"Me ne ha parlato mio fratello Liam. Grazie a lui io sono intoccabile", continua.
"Qualcuna si é rifiutata di obbedire?", domando.
"Sì", sussurra.
"E cosa le é successo?", insisto.
"Cose brutte", sussurra.
"Cioé?", insiste Ariel.
"Non ha importanza. Abby, davvero, non ti tirare indietro", ha gli occhi lucidi.
"Okay", rispondo incerta.

Non so perché Ariana abbia reagito in questo modo, ma sembra davvero scossa.

Cosa é successo in questa scuola?

"Riprendiamo a giocare", il professore di educazione fisica ci richiama.
"Andiamo", Stella si mette davanti a noi.

Iniziamo a camminare, ma una ragazza mi spinge e mi ritrovo per terra.

"Guarda dove vai!", parlo seccata.
"Scusa tanto, ma eri davanti a me", mi guarda male.

É magra e alta.
Ha la carnagione chiara, qualche lentiggine qua e là sul viso, capelli rossi e due occhi azzurri come il ghiaccio.

"'Ma che problemi hai?", mi alzo.
"Stai lontana da Aiden", mette il suo viso davanti al mio.
"É quello che farò", le do una spallata e mi dirigo verso il centro della palestra.

Riprendiamo a giocare e questa ragazza misteriosa non fa altro che guardarmi male.

Ora si trova lei alla battuta.
Mi guarda male e poi parte all'attacco.
Lancia la palla e viene dritta nella mia direzione.

"Abby, attenta!", sento la voce di Ariel.

Ma é stata una questione di secondi.
Non ho fatto nemmeno in tempo a battere le ciglia, che mi sono ritrovata una pallonata dritta in faccia.

Il professore fischia e tutti si mettono intorno a me.

"Stai bene?", chiedono le ragazze.
"Lo hai fatto apposta!", vado verso questa ragazza.
"É stato un incidente", alza le spalle.
"Me la paghi", vado verso di lei.

Ma Ariel e Stella mi afferrano.

"Abby, calmati", mi tengono ferma.
"Signorina Watson, si calmi, é stato un incidente", il professore si mette fra di noi.
"Non é stato un incidente! Lo ha fatto apposta!", sbotto.
"Signorina Watson! Ora lei andrà in infermeria e lascerà perdere l'accaduto", é freddo e distaccato.
"D'accordo", strattono la presa e inizio a camminare.

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