Mi alzo e inizio a camminare.
Sono sconvolta e il mio corpo sta tremando.
Sentire la sua voce mi ha destabilizzata, fin troppo direi.
Non mi sono ancora abituata all'idea di averlo intorno a me.Quella notte ho lasciato andare l'ascia di guerra per mia mamma, ma il giorno dopo, il dolore era fin troppo grande, troppo insopportabile.
Non riuscivo a guardarlo nemmeno negli occhi, quegli occhi che un tempo amavo così tanto.Ma non ci sono riuscita, il dolore rimane incastrato nel mio petto e la mente continua a portare a galla i brutti ricordi.
Non posso farci niente, il passato si perdona a volte, ma non si dimentica, questo é impossibile.Il passato é indelebile.
Rimane impresso nel tuo corpo, tatuato nella tua mente.
Col tempo cresci, ma il passato continuerà a perseguitarti.
É collaterale, non puoi sfuggire alle sue grinfie.
Ti tiene fra le sue braccia, ti soffoca fino a farti crollare del tutto.Il passato é così, é doloroso, é silenzioso, é soffocante, é indelebile.
Semplicemente fa parte di te, tu sei il passato, il presente e il futuro.
Questa sei tu, rappresenta la tua persona.Arrivo davanti al cancello e quando i miei occhi incontrano i suoi, sobbalzo e il mio cuore si blocca.
Scavalco e mi metto davanti a lui.Indossa un paio di jeans blu scuro, una maglietta nera, una giacca leggera blu e le Nike nere.
La sua altezza e il suo fisico slanciato mi fanno sentire piccola piccola e i suoi occhi puntati su di me mi mettono in soggezione."Sono venuto a prenderti", appoggia la sua mano sulla mia spalla.
Una scarica elettrica mi sveglia e indietreggio automaticamente.
Non sono pronta al contatto fisico, é già troppo difficile accettare la sua voce, figuriamoci il contatto.Ho bisogno di tempo, tanto tempo, devo elaborare la situazione, non posso comportarmi normalmente, non mi va e non ci riesco.
Il passato non si cancella, non si può tornare indietro nel tempo.
Il danno é fatto, deve accettare le conseguenze."Che cosa ci fai qui? E perché devo venire con te?", stringo i pugni.
"Mi ha chiamato Ariel",
"Quando?", interrompo mio padre.
"Tre ore fa. Mi ha detto che siete andate ad una festa e che é finita male...",
"Sono già passate tre ore?!", blocco nuovamente mio padre.
"Che cosa é successo Gil?", tocca nuovamente la mia spalla.
"Non toccarmi e non chiamarmi più in quel modo! Non ne hai il diritto!", tolgo la sua mano.
"Gil mi dispiace", mi implora con gli occhi.
"Non me ne faccio niente delle tue scuse!", sbotto.
"Non voglio litigare nuovamente con te", sospira pesantemente.
"Lo hai voluto tu! Nessuno ti ha detto di cambiare!",
"La perdita di Eveline é stata devastante!", il suo petto inizia a fare su e giù velocemente.
"Lo é stata per tutti!", alzo la voce.
"Lei era mia figlia",
"Evie era mia sorella! Anche io ho perso una persona importante, non solo tu!", lo spingo.
"Mi dispiace", rimane fermo.
"Non mi interessano le tue scuse! Sei andato via, ci hai abbandonati! Hai pensato solo a te stesso, sei stato egoista!",
"Gil...", afferra le mie mani.
"No!", lascio la presa e indietreggio.La testa inizia a pulsare e le immagini diventano sempre più sfuocate.
Il cuore sta chiedendo aiuto e i miei polmoni pietà.
Sto per perdere il controllo del mio corpo.Una strana sensazione inizia ad opprimere il mio petto e sento come un crack al cuore.
Non so che cosa mi stia succedendo, mi lascio andare.
Cado a terra sfinita e confusa, ma questo strano sentimento continua a crescere sempre di più.Non riesco a decifrarlo.
É nuovo e strano.
Mi schiaccia il petto, la testa é pesante e il corpo inizia a tremare.
Strani pensieri si formano nella mia mente e la paura prende possesso di essi.

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Ai confini dell'amore
RomanceAbigail Watson é una ragazza di diciannove anni. É testarda, scontrosa e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Insomma, ha un carattere particolare, pieno di mille sfaccettature e una vita segnata da diverse vicende. Da Birmingham si é spo...