Capitolo 29

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Apro gli occhi e noto le ragazze ancora accanto a me.
Cerco di alzarmi lentamente e dopo svariati tentativi, riesco a toccare il pavimento con i piedi.

Mi stiracchio leggermente e poi afferro gli occhiali e il telefono.
Vado in bagno e mi chiudo a chiave.
Mi metto davanti al lavandino e inizio ad osservare il mio viso.

Sono orrenda!

Le occhiaie ormai fanno parte di me e gli occhi, a causa del pianto, sono gonfi e rossi.
Apro il rubinetto e inizio a lavarmi la faccia con l'acqua fredda, magari riuscirò a sgonfiare un pochino gli occhi.
Mi asciugo la faccia ed entro nella doccia.

Faccio partire l'acqua calda e porto la mia testa all'indietro.
Cerco di scacciare via i miei pensieri e il mio dolore insieme all'acqua, ma non ci riesco.

É troppo difficile...

Mi lavo e poi esco dal bagno.
Le ragazze stanno ancora dormendo, allora decido di andare in cucina a preparare la colazione.

Sono troppo triste e ho bisogno di sfogarmi e non esiste cura migliore se non preparare dei dolci.

Prendo tutto l'occorrente e mi metto a lavoro.

"Buongiorno", entra Ariel sbadigliando.
"Giorno, anche se ormai é quasi pomeriggio", ridacchio.
"Perché? Che ore sono?", arriva anche Stella.
"Le 12:30", le guardo.
"Oh mamma! Abbiamo dormito così tanto?", la mia migliore amica rimane a bocca aperta.
"E vabbè! Tanto non abbiamo nulla da fare", Ariel alza le spalle.
"Giusto", Stella sbuffa.
"Allora cosa é successo, Abby?", domanda mia sorella.
"Niente", tolgo i muffin dal forno.
"A giudicare dal panorama, non ti credo", indica tutti i dolci che ho fatto.
"Avanti sputa il rospo", mi incita Stella.
"Non é niente, ragazze", alzo le spalle.
"Abby, quando sei triste, arrabbiata, nostalgica o malinconica, ti metti a fare i dolci! E ne hai fatti fin troppi, quindi é un problema grosso! Avanti", puntualizza Ariel.

Ha ragione!

Stella si sfoga con le pulizie, io con il preparare i dolci ed Ariel si mette a stirare.
Sono "manie" molto strane, ma queste siamo noi.
Tre ragazze strane alle prese con le loro vite alquanto intense.

Mia sorella avanza verso di me e afferra la mia mano, la stringe e inizia a guardarmi.

"Parlami, Abby", mi implora con gli occhi.
"Siamo sempre noi, le tue compagne di vita, avanti", mi incita Stella.

Guardo il tavolo e noto tutti i dolci che ho fatto, hanno ragione, stavolta ho oltrepassato il limite.
Però, guardiamo il lato positivo, tutto questo basterà per una settimana, ma parlando di noi, finirà tra oggi e domani.

"D'accordo", lascio la mano e inizio a sistemare le cose.
"Faccio io", Stella si mette accanto a me.

La guardo e annuisco.
Lei inizia a lavare i piatti, mentre io mi siedo.
Inizio a torturare le dita e le parole muoiono in bocca.

Prendo un bel respiro e decido di buttare tutto fuori.
Le ragazze rimangono in silenzio ad ascoltare, dopo il mio discorso iniziano a parlare.

"Secondo me, era solo triste e confuso", Stella finisce di lavare i piatti.
"Ascoltami, Abby", Ariel mi guarda.
"Hai detto che ha notato tutti i tuoi cambiamenti durante quelle manifestazioni, giusto?", domanda.

Io annuisco con la testa.

"Allora, é solo spaventato. Ha paura di se stesso, magari non vuole farti del male. Ha già visto il terrore nei tuoi occhi e, probabilmente, odia essere quel terrore dentro di te", parla Ariel.
"Ma il mio cambiamento non é dovuto a lui!", sbotto.
"Questo lo so, Abby. Ma la paura rimane, che sia Aiden o meno. É il comportamento in sé che ti fa tremare, non la persona", mi guarda.
"Esatto! Anche io ho detto la stessa cosa", gli occhi iniziano a pizzicare.
"Ariel, ha ragione. Magari odia se stesso per quello che ti ha fatto, per l'effetto che ti crea. Dagli tempo per capire la situazione", Stella si affianca a noi.
"Quindi devo rimanere in silenzio e aspettare?", domando.
"Cosa alquanto difficile per te, ma sì, aspetta Abby", Ariel sorride.
"Un compito davvero arduo per te", Stella ridacchia.
"Rimarrò in silenzio", gonfio le guance.
"Vedremo", ci guardiamo e poi scoppiamo a ridere.
"Grazie ragazze, vi voglio un mondo di bene", mi catapulto verso di loro.
"Anche noi, testa calda", mi stringono.
"Ora si mangia", lascio la presa e indico i dolci.
"Evviva! Ma prima vado a fare la doccia", Ariel lascia un bacio sulla mia guancia ed esce.
"Io vado a parlare con...ecco...", Stella inizia a balbettare.
"Vai a parlare con il tuo amato", le faccio l'occhiolino.

Ai confini dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora