Capitolo 11

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LUCAS'POV

Il mio sonno viene interrotto bruscamente dallo squillo stridulo del cellulare che mi avverte dell'arrivo di una chiamata.

Mugugno seccato aprendo a fatica gli occhi che sembrano essere incollati. Una volta riuscito nell'ardua impresa afferro lo smartphone con poca delicatezza e mi affretto ad accettare la chiamata in arrivo senza nemmeno controllare chi sia.

«Pronto?» rispondo ancora mezzo addormentato. Dalla mia voce roca trasparisce il nervosismo causato dalla repentina interruzione del mio sogno.

Dalle tende trasparisce una leggera luce che mi lascia supporre l'ora. Non sarà più tardi delle sette.

«Buon Natale amore» sento urlarcchiare allegramente dalla voce stridula che si trova dall'altra parte del telefono.

D'istinto lo allontano dal mio orecchio infastidito non poco dalla situazione finché non capisco di chi si tratta.

In sorriso affiora sulle mie labbra e il fastidio sparisce in meno di un istante.

«Buon Natale, Will mi ha detto che ha invitato anche te» rispondo sussurrando appena. Poggio la schiena alla testata del letto mentre con una mano scompiglio i miei capelli arruffati.

Mi trovo a voltarmi in direzione della biondina che mugugna e girandosi fra le coperte si tira il mio cuscino per stringerlo contro il suo petto e nasconderci il viso.

Sorrido alla meravigliosa scena che mi si para davanti appena sveglio dimenticandomi quasi della donna dall'altro capo del telefono.

«Si, sto per partire Jacky» mi avverte chiaramente felice.

«Mamma! Lo sai che odio quel nome» mi lamento sbuffando rumorosamente.

«Jacky! Lo sai che adoro quel nome» controbatte piccata lei, ridendo subito dopo divertita.

«Quando arrivi? Ti passo a prendere se vuoi e...» non mi fa nemmeno finire di parlare che ridendo mi interrompe.

«Viene a prendermi un'amica. Mi ha detto che dobbiamo parlare a proposito di qualcosa» cantilena ridacchiando. Oggi sembra essere proprio di buon umore fortunatamente.

«Quindi ci vediamo a questa mega riunione di famiglia allargata e senza molte parentele sanguigne» continua mentre in sottofondo inizio a sentire un vociare persistente che mi lascia intendere il luogo in cui si trova: un'aeroporto.

«Appena arrivi avvisami» le chiedo sospirando.

«Certo tesoro di mamma!» esclama pimpante lasciandomi stordito da tanta esuberanza. Da qualcuno doveva pur prendere Kira.

Stacca la comunicazione prima che io possa anche solo dire una parola. Spero non sia in ritardo con l'aereo. Solitamente arriva sempre per ultima.

Mi porto una mano sulla bocca e sbadiglio rumorosamente. Sono combattuto fra tornare a dormire o alzarmi e vestirmi, ma prima che io possa prendere una decisione la porta si apre e sulla soglia noto comparire Drake. Il biondo mi fissa chiaramente confuso beccandomi nel letto di Lara a quest'ora della mattina e mezzo svestisto. Se il buongiorno si vede dal mattino... Oggi ci sarà nebbia e dopo la bufera più catastrofica della storia degli USA.

«Quindi Kira diceva sul serio ieri sera» mormora sorpreso puntando i suoi occhi su di me e poi sulla biondina ancora profondamente addormentata accanto a me. Trattengo un sorriso notando in rivolo di bava collarle all'angolo della bocca. Questa gliela rinfaccio. Magari la smette di prendermi in giro quando mi trova lei in queste condizioni!

Delicatamente sposto una sua mano adagiata sulla mia coscia sinistra coperto dal tessuto dei pantaloni e piano arrivo a poggiare i piedi sul pavimento riuscendo a non svegliarla.

Sempre E Solo Noi (Mafia Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora