Sempre E Solo Noi (Mafia Romance)

Capitolo 2

LARA'S POV

Sorrido sulle sue labbra, mettendo una piccola distanza fra noi.

«Tutto bene Luke?» gli chiedo, prima di lasciargli un bacio all'angolo della bocca, alludendo alla protuberanza evidente nei suoi pantaloni.

«Lo sai che è colpa tua?» mi sussurra a pochi centimetri dal viso, accennando un ghigno divertito.

Arrossisco di botto, sentendo le mie guance prendere fuoco. Ecco, ci risiamo! Radeoattivo-girl è tornata!

«Ma sai che sei proprio strana? Un momento prima sei sfacciata, quello dopo torni ad essere la ragazza timida che eri i primi giorni di convivenza» alza un sopracciglio, rendendo il suo sorriso appena accennato.

Non rispondo alla sua domanda e per evitare di guardarlo negli occhi poggio la mia tempia sul suo petto. Le mie mani finisco sulle sue spalle e i miei occhi si concentrano al di là della vetrata.

«Forse è perché mi confondi» mormoro appena disturbando la quiete che si era posata sulla camera.

«Non so mai come comportarmi con te, Luke» confesso spostando le mie braccia che ora sono allacciate dietro il suo collo.

«Con te sento di poter essere la vera me. Riesco ad essere spontanea, a dire o a fare ciò che voglio, ma ci sono momenti in cui ho paura di esagerare» spiego pacatamente, con un filo di voce appena udibile da lui. Mi sposto ancora, sistemando il mio viso nell'incavo del suo collo. Il mio naso a sfiorargli l'orecchio e le mie labbra ancora arrossate e gonfie per i baci di prima poggiate sulla sua pelle calda.

«Ho fatto già l'errore di fidarmi troppo ed ora ho paura di cadere nella stessa trappola» ammetto anche a me stessa, sentendo reale ciò che provo.

«Non ti prenderei mai in giro solo perché dici quello che pensi davvero. Mi piaci quando sei spontanea» mormora a sua volta, lasciandomi anche un bacio fra i capelli.

Dopo altri istanti di silenzio mi decido a guardarlo negli occhi e ci trovo solo sincerità, forse un briciolo di tenerezza?

«Luke...» lo chiamo sorridendo. In risposta ottengo solo un cipiglio curioso sul suo viso perfetto «Sei proprio il gangster più spietato della Pennsylvania!» nel pronunciare ciò la mia vice assume un tono sarcastico.

«Ma-» non fa in tempo a parlare che la porta di camera mia si spalanca velocemente facendomi saltare dalla sorpresa.

Mi volto infastidita pensando fosse mia madre, invece mi blocco notando la mia gemella ancora in piedi sulla soglia che mi fissa sconcertata.

«Anna» mi sfugge dalla bocca mentre mi tiro in piedi per poterla fronteggiare.

«Non ci credo...» sussurra incredula mettendosi le mani a coprirle la bocca.

Avevo pensato che la rabbia per lei si era consumata del tutto, contrariamente a ciò sento il mio sangue ribollire belle vene. Stringo i pugni a tal punto che le unghie graffiano i miei palmi, ma non sento un dolore fisico in questo istante. No, ho il cuore a pezzi ed è peggio di ricevere una pugnalata.

«Ci hai fatto prendere un infarto!
Quella sera quando sono tornata e tu non c'eri ho avuto tanta paura» asserisce con la voce che sembra rischiare di rompersi da un momento all'altro. «Mi sei mancata tanto» continua nonostante io non le stia rispondendo.