LARA'S POV
Prendiamo un dosso e, in parte per colpa sua e in parte per colpa dell'alta velocità con cui stiamo viaggiando, il mio corpo viene spinto verso l'alto. La testa, morbidamente poggiata al finestrino, non può fare a meno di sbattere contro la solida muraglia di vetro che separa il caldo tepore dell'abitacolo al gelo incontrastato di inizio febbraio.
Sospiro sollevando il capo e andandolo a posarsi sulla spalla di Lucas seduto proprio accanto me. Nonostante questo non distolgo gli occhi dal paesaggio che scorre alla mia destra. Gli alberi sfrecciano ad una velocità impressionante e vanno sempre più sfumando, ormai ne intravedo solo uno o due ogni manciata di minuti. Questo vuol dire che ci siamo allontanati molto dal luogo che ha visto nascere un sentimento indistinto tra me e il moro. Lo stesso sentimento che lo ha graziato dall'odio certo.
Non ho mai riflettuto sul quando o sul come sia successo. Del perché mi sia ritrovata a bearmi di un suo bacio.
Ho sempre pensato che quando Cupido scocca la sua freccia, la si avverte a piene. Io non l'ho sentita. Mi sono semplicemente ritrovata a bramare il calore emanato dal suo corpo, a cercare la sicurezza che mi conferiscono le sue braccia. Le stesse che mi hanno schiacciata contro il gelido muro quasi tre mesi prima. Improvvisamente mi sono ritrovata a cercare la sua voce roca e calda, suadente, rassicurante. La stessa che in una fredda sera di novembre mi avvertiva di stare buona se non avessi voluto conseguenze.
La vita è assurda o forse sono io quella assurda a non volerlo ammettere.
Lo guardo di sottecchi attraverso allo specchietto retrovisore e mi ritrovo a incontrare il suo sguardo su di me. Sembra volermi dire tange, troppe cose, ma io non voglio ascoltare scuse inutili per essere stata trascinata in questo casino o rassicurazione della serie "Andrà tutto bene".
Ho una strana sensazione, qualcosa preme sul petto, mi schiaccia dall'alto. Sento il cuore stritolarsi e la pancia contorcersi. Spero solo di non rimettere in macchina, Nick è alla guida, e lui è molto suscettibile.
Sposto gli occhi su Paul. Gli sta raccontando qualcosa ridendo, gli sorride in modo dolce mentre ogni tanto osserva davanti sé la strada che ci resta da percorrere per giungere all'aeroporto.
Non voglio partire e abbandonare tutti qui, ma devo.
Intreccio la mia mano a quella di Lucas, lui la stringe più forte, avvolgendo le mie spalle col braccio libero. Sembrerebbe una gita normale o la partenza per una vacanza rilassante. Ma l'espressione sul viso di Sarah dice tutt'altro.
Non pensavo di poterla vedere così cupa. Lei che sorride sempre e che, mi hanno portato spesso a pensarlo anche le parole di Kira, fosse la più solare del gruppo.
Sta soffrendo più di me, qui non ha più nessuno, tutto ciò che le era rimasto dopo la rottura con Alexander era la casa ereditata dopo la morte di suo nonno, ultimo suo legame di sangue. Ha avuto un infarto sette mesi fa, ed era lui a prendersi cura della sua nipotina da circa cinque anni, ovvero da quando un incidente stradale aveva portato via i suoi genitori e la sua sorellina di appena due anni.
Se ripenso alla sera in cui me l'ha detto posso quasi tornare a sentire l'odore di legna bruciata del camino, il tiepido torpore che rilassava i muscoli e il rilassante scoppiettio che faceva da sottofondo. Da sfondo avevamo la grande vetrata in una delle stanze degli ospiti che dava sul giardino anteriore e sulla nevicata in corso che posava altra neve candida sulle fronde già immacolate da tempo.
Noto la chioma rossa spostarsi, l'espressione della sua padrona si inasprisce.
Lucas dal canto suo si irrigidisce togliendomi il braccio dalle spalle, ma aumentando la presa su di me.In un gesto fulmineo mi afferra i fianchi e mi fa spostare piano al centro.
Ho un attimo per rendermi conto che davanti a noi, la strada è bloccata da diverse auto. Tutte nere, e ciò mi fa presagire guai.
«Abbassa la testa Lara» mi ordina Lucas, schiacciando dolcemente la mia guancia contro il tessuto morbido dei suoi pantaloni. Profumano di muschio bianco, proprio come lui.
«Nick, segui l'auto di Alex» continua perentorio ad emettere un altro ordine.
«Lo stavo già facendo, Lu» digrigna i denti e un momento dopo una sua sterzata brusca sento il cambio di terreno.
Nick guida ancora per qualche metro, su una strada chiaramente sterrata che porta in un punto più in basso rispetto all'altra, asfaltata, che guidava verso l'alto.
Siamo nascosti da un muro di terra da un lato e da un ennesimo bosco fitto d'altro.
Lucas mi lascia una carezza sulla guancia, passando la lungo tutta la linea della mia figura, fino a giungere alla pancia.
«Resta qui insieme a Sarah» mi rassicura prima di scendere dall'auto.
Con lo sportello aperto si ferma a guardarmi permettendomi di bearmi ancora una volta dei suoi meravigliosi occhi, la prima cosa che ho notato di lui oltre il momento tragico che stavo vivendo. Forse perché il mio subconscio voleva distrarsi dallo stress della fatidica verità o forse perché mi sentivo, in qualche modo, già legata a lui.«State entrambe giù» dice risoluto. Annuisco convinta di seguire il suo consiglio e prima che lui possa chiudere lo sportello vedo correre mio zio dietro di lui, seguito da diversi uomini. Tutti vestiti in nero e con dei fucili d'assalto fra le braccia.
Una volta sole mi giro in direzione di Sarah e come lei mi accovaccio bello spazio tra il sedile del guidatore e i sedili che fino a poco prima mi avevano dato un viaggio pieno di pensieri e ricordi.
«Cosa credi stia succedendo?» domanda Sarah febbrilmente. Così tanto piano da indurmi a pensare di essermi immaginata quelle parole.
Stabilisco un contatto visivo con lei. Prima di rispondere rifletto qualche istante. E mio malgrado riesco solo ad arrivare ad una conclusione:
«Credo che ci sia una talpa tra i nostri e che abbia fatto la spia in proposito di questo viaggio» sussurro per paura che qualcuno da fuori possa sentirmi o forse perché a terrorrizzarmi davvero è l'impatto delle mie stesse parole contro i miei timpani.Tutto diventa più reale quando lo dici ad alta voce, che sia un 'ti amo' o che sia un 'addio'.
«Forse quelle auto parcheggiate in fondo sono di Tòmas» continuo facendo cenno verso l'alto.
«Se è così siamo sicuramente morte» mormora atona premendosi i palmi delle mani sugli occhi.
Mio malgrado vorrei fare qualcosa per consolarla, ma ho paura quanto lei di tutto ciò che sta succedendo intorno a me negli ultimi mesi.
«Lucas non ci farà uccidere» dico infine.
Oltre la paura, il terrore, lo penso seriamente. Lui non lascerà che quello stupido essere avido di potere faccia del male a me o al bambino che porto in grembo.Peccato che dopo poco sento uno sparo fendere l'aria e frantumare la quiete che circondava il nostro nascondiglio.
Mi rendo conto che arriva più avanti rispetto al punto in cui ci troviamo noi, nella stessa direzione in cui stava correndo mio zio poco prima.
Mi stringo le ginocchia al petto come meglio posso e osservo gli occhi smarriti della mia compagna di disgrazie.
Angolo autrice
Inizio col scusarmi dell'enorme ritardo. Ho riscritto il capitolo 26 innumerevoli volte e alla fine gli ho cambiato trama, l'altra non mi convinceva, non era per niente sensata o adatta.
Spero possa piacervi e spero che non ci siano troppi refusi o sbagli di parole dovuti al correttore... Appena finirò questa storia ci sarà una bella revisione sia del primo che del secondo.Vi avviso anche che restano appena due capitoletti alla fine... Niente di che insomma😅
Alla prossima
-Francy ❤️
STAI LEGGENDO
Sempre E Solo Noi (Mafia Romance)
Storie d'amore{Secondo libro di Un Mese Per Perdere La Testa} 22/12/20 - 16/01/22 (Conclusa) Dopo un mese finalmente Lara è riuscita a tornare a casa e insieme a lei ci sarà Lucas. I due si troveranno in un periodo che sembra promettere bene per la loro relazio...