capitolo trentuno.

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<<Forza Summer, devi svegliarti se vuoi accompagnarci all' aeroporto .>> mio padre mi sfila le lenzuola con una mossa svelta causandomi vari brividi per la differenza di temperatura che si è creata.

<<Altri cinque minuti.>> sussurro affondando la testa nel cuscino.

<<Ginny!>> urla mio padre.

<<Ginny?>> chiedo aprendo di poco gli occhi.

<<Summer, alzati o giuro che ti prendo per le mutande e ti porto in pigiama.>> Ginny mi si presenta avanti minacciosa.

<<Che ci fai qui?>> le chiedo con voce impastata.

<<Ti faccio compagnia all'aeroporto, altrimenti come torneresti poi?>> dice e io annuisco.

Pian piano acquisisco coraggio e inizio ad alzarmi lentamente per poi recarmi in bagno per farmi una doccia fredda , così magari mi sveglio.

Dopo la doccia indosso una semplice tuta nera e poi lego i capelli in una treccia, non ho voglia di truccarmi quindi passo a lavarmi i denti e ad indossare le scarpe ,noto che la mia camera è stata sistemata da Ginny.

<<Allora andiamo?>> chiedo scendendo al piano sottostante con tono malinconico , non sono pronta a salutare mio padre e mia sorella.
Mi mancheranno le grida di quella peste che corre ovunque  e di mio padre che cerca di rincorrerla con la faccia rossa per la fatica, rido al solo pensiero ma poi ritorno triste pensando che non li vedrò per un po' .

<<Dai Sum, c'è la farai da sola. Ricordati cosa ti ho detto..sei forte.>> cerca di consolarmi mio padre stringendomi in un abbraccio rassicurante.

Annuisco fra le sue braccia e poi corro da mia sorella che sta dormendo sul divano, è così tenera quando dorme.

<<Ehy.>> le sussurro scuotendole un braccio.

Di risposta lei emette un piccolo mugolio e poi mi tira un calcio colpendomi in pieno viso e causandomi un dolore atroce al naso.

<<Piccola peste.>> sorrido , non vorrei litigare con lei prima di partire.

<<Allora sei pronta ?>> chiedo prima di afferrarla , le è sempre piaciuto salire sulle mie spalle fin da quando era minuscola.

<<Ti raccomando col fidanzatino, in Francia i ragazzi sono attraenti eh.>> le dico facendola ridere.

<<Andiamo su.>> mio padre tira un forte sospiro, sta assaporando l'aria di casa prima di partire definitivamente.

Tutti insieme ci dirigiamo verso l'esterno e una volta oltrepassato il cancello per arrivare all'auto di mio padre , precedentemente caricata con le valigie, noto un'ulteriore auto molto familiare.

<<Ginny perché c'è Jordan? Non ci sarà mica anche..>> chiedo agitata guardando mio padre che sembra del tutto indifferente.

<<Vinnie? Non c'è . Non lo vediamo da un paio di giorni , dice Jordan che scompare spesso quindi non c'è di cui preoccuparsi.>> dice ed inizio ad agitarmi ancora di più , non gli sarà mica successo qualcosa ?

Pensandoci non ho notizie di lui da tre giorni , cioè da quando abbiamo litigato .
Della litigata non ne ho parlato con nessuno e ho giustificato la mia assenza con un semplice malore perché non avevo voglia di parlarne , neanche con Ginny.

<<E dove potrebbe essere?>> la mia amica mi guarda perplessa dopo questa domanda .

<<Sai qualcosa della sua scomparsa ? Non l'hai mica ammazzato ?>> chiede e io scoppio a ridere scuotendo la testa.

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