capitolo quattro.

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Uno strano ronzio irrompe bruscamente nelle mie orecchie e pian piano apro gli occhi.

<<Summer ,finalmente sei sveglia.>>in modo premuroso e preoccupato Jack si fionda verso di me.
<<Ricordi tutto?>>mi chiede.

<<Si, purtroppo si..>>rispondo lentamente cercando di fermare questo ronzio che mi tormenta.

<<Va bene, l'importante è che adesso sei sveglia.>>mi dice sorridendomi.

Ha davvero un bel sorriso lo ammetto e le sue labbra sono molto rosse a causa della rissa, o almeno così credo.

Mi soffermo a guardare il taglio che ha sul labbro inferiore e senza pensarci due volte lo sfioro con un dito.

Mi infastidisco solo a pensare che hanno ridotto così tutti i miei amici però allo stesso tempo penso che devo scoprire cosa nascondono.
Al mio tocco il ragazzo di fronte a me sussulta e spalanca gli occhi quasi spaventato.

Ritraggo subito la mano osservandolo con aria interrogativa.

<<Scusa non volevo farti male..>mi scuso.
<<Non mi hai fatto male, mi hai solo colto alla sprovvista.>> ride ritornando serio in meno di un secondo.

<<Per caso ricordi chi ti ha dato il pugno?>> mi chiede sospirando.

<<No, perché ?>> chiedo mettendomi seduta per parlare faccia a faccia con lui.

<<Perché sono subito scappati appena sei svenuta , codardi.>> afferma con disprezzo stringendo i pugni.

Gli afferro una mano per calmarlo dato che le sue nocche erano diventate bianche.

Punta il suo sguardo nel mio ed io ricambio.
I suoi occhi passano velocemente dalle nostre mani incrociate ai miei occhi e poi alle mie labbra.
Ma che gli prende?

Lo vedo avvicinarsi lentamente e ,stranamente , non mi ritraggo come mio solito.

È a pochi centimetri da me e i nostri nasi quasi si sfiorano.

<<Summy!! Aspettate ma..>> Ginny irrompe , in quella che sembra essere l'infermeria a giudicare dalle pareti bianche della stanza , richiedendo subito dopo la porta imbarazzata.

Le mie guance prendono fuoco mentre Jack se la ride.

<<Ginny..puoi entrare.>>dico a voce bassa.

Si affaccia nuovamente ,ma con più calma questa volta,si ricompone e poi corre verso di me.

<<Hai preso una bella botta eh.>>mi dice con il suo solito sorriso premuroso.

Ricordo che da piccole io ero quella che cadeva quasi sempre ed ogni volta lei correva verso di me e mi sorrideva in questo modo per calmarmi.

<<Già ma adesso è passato , vorrei solo andare a
casa.>> affermo toccandomi il punto in cui sono stata colpita ancora un po' dolorante per poi alzarmi.

<<Beh potrai fra cinque ore.>>afferma guardando le sue Converse nere.

<<Ma come è possibile, abbiamo concluso la giornata scolastica.>> affermo osservando l'orologio.

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