capitolo nove.

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<<Pronto?>> afferro il telefono ancora assonnata rispondendo alla chiamata che mi è appena arrivata.

<<Ma come pronto..sono giù , dobbiamo andare a scuola.>> urla Ginny dall'altra parte del telefono.

Dannazione. Avrò dimenticato di mettere la sveglia ieri notte.

Corro in bagno e mentre attraverso il corridoio noto che sono già andati tutti via.

Il campanello suona freneticamente e la voce della mia migliora amica mi fa correre ad aprire la
porta velocemente.

<<Sono le otto e mezza quindi tanto vale la pena che entriamo in seconda ora. Ho saltato biologia per colpa tua.>> mi indica furiosa la ragazza interrompendo in casa mia come un uragano.

<<Scusa ieri siamo rientrati tardi e sono crollata.>> mi scuso afferrando il mio cappello di lana nero e lo zaino dopo essermi allacciata le scarpe.

<<Sono le otto e trenta di mattina e tu non solo mi rivolgi la parola ma mi chiedi anche scusa?>> mi chiede sbalordita dal mio comportamento.

Faccio spallucce prendendo le cuffie e le chiavi che avevo posato sul tavolo ieri.

<<Andiamo a fare colazione ? Ho voglia di un caffè.>> acconsento alla richiesta della mia amica dato che necessito anche io di un caffè che mi risvegli un minimo.

Siamo tornate verso le tre stanotte e ho davvero molto sonno.

<<Devo confessarti una cosa.>> sbotta improvvisamente Ginny mentre attraversiamo la strada.

<<Ieri io e Jordan abbiamo chiacchierato e non è per niente male come ragazzo , è apposto.>> continua osservando l'asfalto e le sue scarpe che lo calpestano .

<<Si come no. Sono dei diavoli quei ragazzi.>> affermo con disprezzo ricordando le scene di ieri.

<<Ma perché non riesci mai a farti stare qualcuno simpatico ?>> chiede alzando le braccia al cielo in segno di disperazione.

Siamo appena entrate nel nostro solito bar e pian piano ci avviciniamo al bancone.

<<Due caffè e due cornetti , uno a cioccolato bianco e l'altro a crema.>> ordino per me e la mia amica conoscendo a memoria le sue preferenze e poi pago.

Dopo che abbiamo ricevuto il nostro ordine ci accomodiamo fuori per poterci sedere e goderci la colazione con calma.

<<Comunque Jackson mi ha chiesto di vederci di nuovo, e tu verrai con me perché sei la mia migliore amica e mi accompagnerai ovunque lo so.>> afferma pulendosi la bocca e sorseggiando il suo caffè.

Continuo a non fornirle nessuna risposta sapendo che lei mi trascinerà anche se rifiutassi.

Dopo aver finito tutto ci incamminiamo verso la scuola.

Una macchina nera sembra rallentare e accostarsi a noi lentamente.

Mi affretto a spingere la mia amica dietro di me quando noto il finestrino abbassarsi.

<<Non vogliamo rapirvi.>> il sorriso di Jackson è la prima cosa che noto una volta che il finestrino si è abbassato del tutto.

<<Salite su , stiamo andando anche noi a scuola.>>continua indicando con il pollice i sedili posteriori vuoti.

<<Io direi che un po' di attività fisica non fa mai del male giusto ?>> affermo osservando la mia amica con sguardo omicida.

<<Ok saliamo.>> continua lei sorridendo al ragazzo e aprendo lo sportello per poi trascinarmi nell'auto.
Ha ignorato del tutto le mie parole.

<<Giuro che ti ammazzo.>> le sussurro strizzandole un braccio.

<<Un giorno mi ringrazierai.>> afferma continuando a sussurrare indicando con la testa il sedile passeggero.

Solo adesso mi accorgo che vicino a Jackson è seduto Vinnie che mi rivolge uno sguardo fugace dallo specchietto e poi si affretta a far partire la musica .

Rivolgo uno sguardo interrogativo alla mia amica e lei mi risponde con un semplice sorriso da psicopatica.

Decido di non dar peso alle sue idiozie e mi rilasso guardando al di fuori del finestrino e sussurrando le parole della canzone che ha scelto Vinnie , "Daddy Issues" dei The Neighbourhood. La adoro.

Al ritornello alzo di poco il tono della voce non riuscendo a trattenermi dal cantare e così anche i due ragazzi che sono avanti.

In contemporanea alla fine della canzone la macchina si ferma segnando l'arrivo a scuola.

Scendo in fretta e ringrazio velocemente liquidando anche la mia amica per scappare in classe.

Adesso ho lezione di psicologia che è una delle poche lezioni che frequento da sola.

Arrivo giusto in tempo e mi precipito all'ultima fila.

Avrei potuto sedermi anche una fila prima dato che anche lì il posto è libero ma preferisco passare il più inosservata possibile.

<<Ciao ragazzi, io sono la vostra professoressa di psicologia. Mi chiamo Elen Scott.>> si presenta una donna bionda con un fisico asciutto e delle gambe lunghe quasi quanto le mie. È davvero molto attraente e sembra anche giovane .

<<Salve, scusatemi per il ritardo.>> un ragazzo interrompe la presentazione della prof entrando in classe.

Vi ricordate quando dicevo di essere sola durante questa lezione ? A quanto pare mi sbagliavo.

<<Salve, tu sei?>> chiede la donna squadrando il ragazzo in questione con malizia.

<<Vinnie.>> risponde serio quest' ultimo dirigendosi verso l'unico banco libero dell'aula , quello avanti al mio.

<<Ok ragazzi iniziamo con le presentazioni.>>continua l'insegnante appoggiandosi alla cattedra.

<<Ci si rivede.>> si gira il ragazzo dai capelli color miele facendo un cenno con la testa.

<<Purtroppo.>>continuo la sua frase appoggiando la testa sul banco.

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