14 章

527 54 5
                                    

Pov Seonghwa

Mi siedo sul suo letto e appena le mie caviglie toccano il bordo di esso mi compaiono davanti tutte le cose accadute e anche un libro, il libro che Hongjoong aveva prima in mano. Mi alzo e mi piego per terra per guardare sotto il letto ma purtroppo non trovo niente. Controllo a destra e a sinistra ma di esso non c'è traccia. Mi rimetto in piedi e mi guardo intorno per poi andare verso l'armadio : se non è sotto il letto allora sicuro e sotto i vestiti.
"Che stai facendo Seonghwa?" appena apro lo sportello del suo guardaroba sento una voce dietro di me perciò mi giro velocemente e lo vedo sull'orlo della porta con la mano sulla maniglia.
"Stavo per ordinare i tuoi vestiti. Ti da fastidio? Se vuoi non lo faccio, meno lavoro per me" dico mentendo in fretta e furia e lui aggrotta le sopracciglia.
"Non ho detto nulla, stai tranquillo" mi risponde e io annuisco.
"Hai una faccia da cane bastonato pieno di paura" continua lui e io lo guardo inclinando la testa.
"Sono un angelo, non ho paura e poi perché un cane? Povero" dico non capendo la sua frase.
"Niente niente era solo una battuta, continua a fare la casalinga" dice ed esce dalla camera ridendo. Faccio passare qualche secondo e subito dopo metto in ordine i vestiti del ragazzino ovviamente usando i poteri a me conferiti senza però trovare nessun libro.
"Accidenti Hongjoong" dico tra me e me. Perché lo nasconde così tanto? Tanto so già di cosa parla e sono tutte cavolate quelle scritte sopra quelle pagine, che ne sanno gli umani di noi? Non sono manco sicuri della nostra esistenza e pretendono di conoscere chi siamo, cosa facciamo o come ci sentiamo, bah.

Esco dalla camera un po' frustrato e vedo Hongjoong seduto sul divano con le gambe al petto e il telefono in mano.
"Lo sai che la prossima settimana ti trasferirai nella tua nuova università?" gli ricordo mettendomi accanto a lui ed esso sposta lo sguardo dal suo telefono ai miei occhi.
"Ti prego Hwa non voglio, non ho manco soldi per permettermi una stanza nel campus e inoltre, anche se c'è li avessi, non voglio rispettare il coprifuoco, è una rottura di coglioni" mi dice sbuffando e io nego con la testa.
"Di che soldi hai bisogno esattamente se sono qui affianco a te?" gli dico e lui posa il suo telefono e si gira completamente verso di me.
"Cos'altro puoi fare? Io posso avere qualche tuo potere? Oppure posso avere il controllo su un tuo potere contro di me o-" lo interrompo prima che faccia nascere un qualsiasi tipo di discorso insensato.
"Hongjoong, ti ricordo che sono solo un angelo custode cioè il mio compito è solo quello di proteggerti da ogni male finché non arriverà il tuo momento di passare oltre" gli dico riferendomi al posto in cui sono nato e cresciuto.
"E tu? Dopo la mia morte cosa farai? Andrai a prenderti cura di qualcun altro?" mi chiede pensando.
"Non penso e non credo" gli dico guardando lo schermo nero della televisione che riflette solo la figura di Hongjoong.
"Ma allora cosa farai? Ti dissolverai nel nulla? Oppure passerai anche tu oltre-" si blocca per un istante e poi riprende.
"Ah no tu sei già oltre" mi dice facendo una smorfia e guardando anche lui la tv spenta. Inizia ad alternare gli sguardi tra me e lo schermo.
"Che c'è?" gli chiedo guardandolo.
"Va bene che ho preso la cosa bene e tutto però potresti...come dire...comparire?" mi dice indicando lo schermo e io faccio come mi dice.
"Presa bene non mi sembra proprio siccome mi avevi lanciato una ciabatta e subito dopo eri svenuto" gli ricordo la scena e subito scoppio a ridere.
"SE TI SEI RICORDATO QUELLO CHE È SUCCESSO TI UCCIDO" mentre urla sale sul divano e tiene sempre la sua ciabatta in mano.
"Anche se fossi umano non mi potresti manco ferire con quella Hongjoong" gli dico guardandolo dal basso.
"Stare così però devo ammettere che ti da un certo potere" gli dico prendendolo in giro.
"In che senso?" mi chiede abbassando la mano.
"Beh, come dire, sei in piedi mentre io sono seduto e-" mi interrompe lui questa volta.
"Non sono basso brutta gallina volante" mette il broncio e le braccia conserte.
"Non ho mai detto che fossi basso e poi che razza di insulto è "gallina volante"?" gli chiedo alzandomi anche io ma fluttuando ovviamente con le gambe incrociate come se fossi seduto sull'aria e lo guardo negli occhi.
"Siccome tu non puoi dire le parolacce e sinceramente non so come tu riesca a trattenerti, ti insulterò così" mi dice e io non rispondo.

"Togli però quel broncio perché già sei piccolo e in più con quelle piccole mani che ti ritrovi e la tua altezza mi verrebbe da trattarti come una madre tratta il suo bambino di due anni" dico scoppiando a ridere e lui aggrotta le sopracciglia formando un'espressione sul volto frustrata.
"Va bene, va bene la smetto" dico e scendo giù sul divano.

Come fa a spruzzare così tanta dolcezza da ogni poro con un maschio? Lo sa che non potrebbe se no sembrerebbe un gay nettamente represso?

"Non è che se sono dolce con te significa che mi piaci, lo sarei con tutti a prescindere dal sesso o dall'età. Sono cresciuto con la gentilezza e con la dolcezza alla base di tutto ma se ti da fastidio potrei anche trattarti formalmente" gli dico e lui sembra esplodere di gioia.
"Si ti prego, oddio quanto sarebbe bello essere trattato come un capo" dice e io scuoto la testa.
"Va bene allora facciamo così, nessuna più forma di dolcezza o altre robe sdolcinate" dice deciso e felice e io alzo le spalle per poi annuire.

𝐋𝐈𝐊𝐄 𝐀𝐍 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋 | 𝐒𝐞𝐨𝐧𝐠𝐣𝐨𝐨𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora