22 章

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Pov Seonghwa

Sento la presenza di qualcuno accanto a me e appena apro gli occhi trovo sia Yunho, che Yeosang.
"Che ci fate qui?" chiedo e loro si scambiano qualche sguardo.
"Perchè siamo tutti e tre qui?" chiede Yeosang.
"Dovrei farvi io questa domanda" chiedo io di rimando.
"Sono venuto per primo qua" aggiungo e Yunho mi guarda male.
"Non c'è scritto il tuo nome, quindi non ti lamentare" mi dice ed io mi avvento su di lui, ma Yeosang si mette subito in mezzo.
"Ma siete impazziti?!" urla guardandomi. Mi allontano leggermente rendendomi conto di quello che stavo facendo.
"Ti stai davvero scaldando per una semplice frase? Siamo sicuri che tu sia ancora un angelo?" mi dice ed io mi guardo intorno. Cosa sto facendo?
"Scusami Yunho" gli dico e mi piego, appoggio il ginocchio a terra e inclino la testa mentre appoggio il braccio destro sull'altra gamba che non tocca terra.
"Scusami Seonghwa" stessa cosa fa lui e si inchina. In quell'esatto momento le nostre ali si aprono involontariamente, non le avevo mai aperte in questi giorni. Un piccolo pezzo di carta abbastanza rovinato cade davanti a noi.
Yeosang lo raccoglie, mentre io e Yunho ci alziamo.
"Era solo una prova c'è scritto" dice e alza la testa verso il cielo.
"In poche parole non eravate completamente voi?" rimugina sulle stesse parole che ha letto ad alta voce, ma io continuo a non capire.
"Eppure mi sento normale, non è cambiato niente dentro di me" dico e Yunho annuisce. Sapevo bene che sarebbe capitato prima o poi una cosa del genere da parte del cielo.
"In che senso era solo una prova?" chiede poi lui.
"Vi stavate comportando da umani, mancavano solo le parolacce è sareste stati l'esatta copia di loro. Sinceramente non so cosa sia successo, ma meglio così se ora vi siete scusati, almeno non dovrete rispondere a niente con Lui" un temporale interrompe la nostra concentrazione sulle parole di Yeosang.
"Hai ragione. È meglio se ora torniamo dagli umani" dico.
"Vedi di comportarti da angelo con Hongjoong" mi ferma Yunho con un sorriso prima che me ne vada ed io annuisco, ricambiando il sorriso.
Entro nella camera di Hongjoong e subito un suono simile a quello di un battito cardiaco velocizzato arriva fino alle mie orecchie. Mi avvicino e cerco di capire se il rumore proviene da lui o meno, ma subito lui spalanca gli occhi e mi guarda terrorizzato.
"Hey, hey, sono io, tranquillo" gli dico e subito dopo si calma.
"Che succede?" chiedo e lui si gira dall'altra parte e mi da le spalle. Mi siedo accanto a lui sul letto e gli tocco la spalla.
"Come è andata oggi?" continuo a chiedere, nonostante so già la risposta.
"Mi hai detto di non venire a parlartene" mi risponde ed io mi avvicino di più a lui.
"Sono il tuo angelo custode, come puoi non parlarmene" ridacchio leggermente e lui si gira verso di me. La sua faccia è distante circa una mano dalla mia e di conseguenza riesco a notare i suoi occhi che luccicano a causa delle lacrime.
"Dai vieni" mi allontano e lo faccio sedere sul letto, così da avere la possibilità di abbracciarlo. In fondo, è questo il mio compito. Gli circondo il corpo con le mie braccia e lui si lascia andare.
"Racconta" dico di nuovo e lui si posizione meglio.
"L'ho vista baciarsi con un ragazzo dietro la scuola, esattamente qualche minuto prima di uscire con lei" mi dice e posso giurare di aver sentito qualche singhiozzo soffocato.
"So che adesso mi dirai te l'avevo detto, ma io volevo provarci, non ti credevo del tutto e volevo rischiare. Ma è finita male" appena finisce di parlare gira la testa verso il mio petto e probabilmente inizia a piangere in silenzio siccome sento la mia camicia bagnata.
"Non ti dirò una frase del genere Hongjoong" cerco di tranquillizzarlo accarezzandogli la testa.
"Ma Mingi oggi aveva ragione. Non puoi stare male per una ragazza che non ti merita. Io so perfettamente che la tua anima gemella e lì fuori, devi solo aspettare. E so anche che la stai aspettando da circa vent'anni, ma resisti ancora un po', magari nella nuova scuola la troverai" sento il suo cuore calmarsi sempre di più. Non sapevo di avere un'abilità del genere.
"Mi fido di te" mi dice. Non avrei mai pensato che potesse dire una frase del genere, ma sorrido e gli accarezzo il braccio.

"Ma c'è dell'altro" aggiunge, si stacca dall'abbraccio e alza la testa per guardarmi. Noto subito la scia delle lacrime sulla sua faccia e quindi prendo un fazzoletto e gli asciugo il viso.
"Dimmi pure" gli dico mentre passo il fazzoletto sulle sue guance.
"Stavo tornando a casa e non so cosa sia successo ma mi sono ritrovato in un posto isolato" corrugo le sopracciglia e gli faccio segno di andare avanti.
"Sono sceso dalla macchina e se non sbaglio c'era un bosco davanti a me. Ci sono entrato, ma alcune voci mi hanno bloccato" dice e abbassa lo sguardo.
"Di cosa parlavano?"
"Di un libro... Un libro sugli angeli preso dagli umani" continuo a non capire, ma lui apre la bocca per aggiungere altro.
"In realtà ho sentito solo una voce, non so con chi stava parlando. Ma poi ha detto che l'altro sarebbe diventato un demone caduto, o una roba del genere" mi dice ed io spalanco gli occhi ma senza allarmarmi.
"Magari era solo un insulto" dico.
"Voleva il libro degli angeli, ma ha detto che qualcun altro lo aveva preso e che quindi sarebbe diventato, non un angelo caduto, ma un demone caduto" finisce di parlare e poi mi guarda.
"Siccome esisti tu, un angelo custode, esistono veramente i demoni?"

𝐋𝐈𝐊𝐄 𝐀𝐍 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋 | 𝐒𝐞𝐨𝐧𝐠𝐣𝐨𝐨𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora