30 章

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Pov Yeosang

Non andartene nemmeno tu Yeosang.

Lo guardo sorpreso e lui apre gli occhi. Si siede per terra sull'erba e si appoggia con le mani mentre guarda il cielo.
"Cosa hai espresso?" gli chiedo curioso, anche se so già la risposta.
"I desideri non si possono rivelare, se no non si avverano" mi risponde semplicemente.
"Ma sai che posso avverare i tuoi desideri?" gli dico e lui poggia il suo sguardo su di me.
"Ti faccio un'altra domanda. Qual è la tua più grande paura?" appena finisco di parlare lui cambia espressione ed esita prima di aprire bocca.
"Di essere lasciato da solo."
"Ma come mai questa paura?"
"Perchè da piccolo avevo un amico. Lo reputavo come un migliore amico, ma a quell'età ancora non ero bene a conoscenza di chi dovevo chiamare conoscete, amico o migliore amico. Mi fidavo di lui, ma un giorno mi ha voltato le spalle e mi ha ferito... Tu dirai: "Potevi relazionarti con qualcun altro" ed è quello che ho fatto. Alle medie, che ero un po' più grande, ho fatto amicizia con uno e una. Eravamo un trio, ma alla fine quei due sono finiti per mettersi insieme. Hanno parlato male di me mi hanno abbandonato . Durante le superiori non avevo più voglia di fare amicizia con qualcuno e di conseguenza me ne stavo per le mie, ma da questo hanno iniziato a prendermi di mira, fino a quando non è arrivato Mingi e mi ha difeso, cercando di essere anche mio amico. Dopo un po' di tempo mi sono lasciato andare e allora ho deciso di legare con lui, difatti non mi ha mai fatto del male, ma quando è arrivato Hongjoong ho avuto paura che potesse accadere una cosa simile al passato. Mi sono allontanato, ma quei due si sono continuamente avvicinati, fino a farmi capire che un trio è un trio e ci si vuole bene ugualmente" si blocca e guarda il fiume.
"Anche se ora ho loro e San, ho lo stesso paura che uno di loro mi abbandoni e quindi anche gli altri lo facciano... Ah accidenti scusa, ti avrò rotto le scatole con il mio parlare" si gratta la nuca e poi sorride imbarazzato.
"Sto per piangere" imito gli umani cercando di farlo ridere, ma sento qualcosa cadere realmente lungo la mia guancia.
"Oh, ma stai piangendo sul serio" si avvicina a me e mi guarda il viso.
"Non pensavo di riuscirci" mi fermo e mi asciugo la faccia.
"E comunque non osare a pensare che mi stai dando fastidio. Jongho io sono il tuo angelo custode, sono qui per questo" gli dico serio, anche se è poco distante dalla mia faccia. Si allontana e torna a guardare in basso.
"Vieni" ho visto i suoi occhi luccicare quando era vicino a me.
"Anche tu stai per piangere, su vieni" apro le braccia e lui probabilmente ci mette un po' per capire che lo voglio abbracciare. Torna vicino a me e mi abbraccia, io lo stringo forte ma sento qualcosa di bagnato sulla mia spalla. Gli accarezzo la schiena e poi lui si stacca.
"Tu non te ne puoi andare, non è vero?" mi chiede ed io annuisco.
"Non posso lasciarti finché non te ne andrai da questo mondo. Probabilmente ti starò accanto anche nell'altro" gli dico e lui sorride annuendo.
"Torniamo a casa? Sono un po' stanco" mi dice sbadigliando.
"Certo. Vuoi tornare sulle mie spalle o ti porto direttamente in camera tua?" gli chiedo col sorriso.
"Sarai stanco anche tu. Va bene in camera mia" nego con la testa ma poi faccio come mi dice. Metto una mano sulla sua spalla e ci "materializziamo" direttamente nella sua camera.
"Ah Sangie ti adoro" allunga la o finale e si butta sul letto.
"Cambiati i vestiti almeno" gli consiglio, ma credo che è già entrato nel mondo dei sogni.
"Buonanotte Jongho" gli tolgo le scarpe e lo copro, poi lo lascio riposare ed esco dalla camera.




Pov Narratore dell'Inferno

I due demoni, Kyok e Naros, entrarono nella sala del capo.
"Signore" il primo richiamò l'attenzione del sovrano degli inferi.
"Abbiamo fatto quello che ci ha ordinato" disse, poi, il secondo.
Il re di quel posto aveva affidato un compito ben preciso a quei due demoni, dato che di quei angeli caduti non si poteva fidare più di tanto. Avevano rintracciato quei quattro siccome gli angeli erano ben in vista alle creature che avevano il potere di vederli. Ai demoni soprattutto.
Di conseguenza dovevano impossessarsi del corpo di alcuni baristi e mettere nelle loro bibite quello che il capo stesso aveva dato a loro. E così avevano fatto. In sostanza, quello che Mingi e Hongjoong avevano bevuto non era altro che qualcosa che gli rendeva immuni agli angeli. Qualcosa che probabilmente sarebbe diventato uno dei più gran pericoli che gli otto stavano per passare.
"Ma c'è stato un problema."
Si sentì una bestemmia.
"Nessuno che fa qualcosa di completo e giusto qui."
"Non tutti e quattro hanno bevuto, solo due di loro e sono rispettivamente Kim Hongjoong e Song Mingi, signore" Naros e Kyok abbassarono la testa per non subire l'ira di Lui. Sapevano che chi osava guardarlo negli occhi quando era arrabbiato finiva per subire le peggiori pene di quel posto e, considerando che le pene semplici erano il taglio di un braccio o di qualche altro arto e la privazione di esso per svariati giorni, quelle laceranti potevano anche far svanire il proprio corpo da qualsiasi mondo. Ma la sofferenza lo stesso non finiva.
"Almeno avete fatto qualcosa di decente, non come quei due angeli caduti..."
"Signore abbiamo fatto anche quello che ci ha chiesto dopo. Song Mingi l'ha bevuto."
"Perfetto! Il suo angelo sarà fottuto in tutti i sensi e perderà il suo posto angelico."
"Sì, signore."
"E dell'altro? Cosa avete fatto?"
"Sempre quello che ci ha chiesto di fare."
"Vi meritereste un posto qui accanto a me. Vi mancano ancora gli altri due. Non tornate fino a quando anche loro non saranno sistemati."
I due annuirono e uscirono dalla sala del trono.

𝐋𝐈𝐊𝐄 𝐀𝐍 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋 | 𝐒𝐞𝐨𝐧𝐠𝐣𝐨𝐨𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora