60 章

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Pov Narratore dell'Inferno

"Chissà cosa se ne vuole fare di loro il nostro capo".
"Ah beh, non lo chiedere a me. Ciò che tu sai è esattamente ciò che io so".
"Ah sì? Veramente? Diavolo divino, prossima volta penserò con la bocca chiusa".
"Tu hai bisogno di sangue umano".
"Chiudi il becco, non siamo qui per sparare cazzate. Atteniamoci a ciò che il nostro capo vuole, e in questo momento lui vuole il corpo dell'umano di Seonghwa".
"E chi è?"
"Certo che sei scemo in culo. Hongjoong!"
"Calmati...e chi sarebbe questo Hongjoong?"
"Per il diavolo, lascia perdere faccio da solo" disse l'angelo caduto e poi fece per prendere Kim e trasportarlo con sé sulle sue ali ferite e strappate.
L'altro angelo caduto rimase a guardarlo con uno sguardo stufo, poi si diressero entrambi verso la sala grande dove vi risiedeva il loro capo, che avrebbe poi dovuto portare il corpo al re degli inferi.
La visita a lui era consentita solo da quelli scelti e di certo non avrebbe mai tollerato di vedere qualcuno diverso da essi.
"Ben fatto, adesso sparite e tenete sotto bada gli altri tre" i due angeli caduti si ritrovarono davanti il loro capo, come se gli stesse aspettando da tempo e come se non vedesse l'ora di sfamare la sete del suo superiore, portata avanti da quando Dio era stato scelto come il preferito tra i due fratelli.

Odiava che il fratello potesse scegliere chi mandare sulla terra e legarsi a un umano mentre lui non poteva. L'unica cosa che poteva fare era mandare i suoi angeli caduti, ma nessuno sarebbe stato in grado di vedergli, anzi, il loro unico potere era quello di entrare nella mente di quelle anime deboli e senza fede per far commettere a loro uno o più dei peccati mortali.

Il demone si allontanò rapidamente dai caduti, che rimasero a guardarlo andarsene. Ma all'angelo caduto che aveva consegnato il corpo dell'umano non gli piaceva l'idea che qualcun altro stesse per prendere il suo merito. Volarono via non appena il demone sparì dalla loro vista.
Nel mentre il demone stava andando impaziente dal capo supremo, ma qualcosa lo bloccò. Davanti a lui comparve una piccola luce bianca, colore che da anni non si vedeva in quel posto, poi si fermò all'altezza del cuore ed entrò rapidamente nel corpo di Hongjoong.
Il demone si fermò per un secondo, stranito da ciò che era successo, poi osservò il ragazzo per capire se fosse cambiato qualcosa in lui, ma non si mosse di mezzo millimetro quindi continuò per la sua strada.
Quando arrivò davanti alla grande bolgia dove vi risiedeva il capo supremo, le ancelle lo fecero subito passare notando il corpo dell'umano.
Il demone si sentì invincibile per qualche secondo, in quanto le ancelle non lasciavano passare nessuno vivo, o, per meglio dire, vivo negli inferi. Fece le lunghe strade per arrivare alla montagna in cui in cima vi era seduto il re, ma ovviamente non poteva mostrarsi direttamente al suo cospetto o lo avrebbero pensato un traditore degli inferi. Altre guardie lo controllarono attentamente fino a quando non arrivò quasi fino alla cima, dove lo bloccarono subito.
Una guardia entrò dentro mentre l'altra rimase a vigilare la creatura. L'odore dell'umano era troppo forte per i loro gusti.
Quando l'altro caduto tornò fuori, gli venne concesso di entrare e subito le ancelle chiusero il varco dietro di lui e controllarono l'area. Nel mentre un'altro demone, Belfagor, si unì a egli nella consegna del corpo ma rimase dietro l'altro demone per controllare ogni suo gesto.
Si bloccarono rapidamente non appena raggiunsero il loro capo supremo e s'inchinarono, ma ciò che il re voleva non era altro che il corpo di Hongjoong.
Quando egli lo vide, lo prese rapidamente e lo portò a sé e da cotale bellezza ne rimase ammaliato.
Percepiva che dentro di lui vigeva odio, disprezzo, gelosia, ira, ma soprattutto dolore, che era la fonte di principale nutrimento per il re. Lo avrebbe preso con e per sé e si sarebbe nutrito di tutti quei sentimenti che avrebbero solo potenziato il suo potere.
Belfagor fece segno al demone di uscire subito da lì perché aveva compreso che il re gli avrebbe resi cenere se non se ne fossero andati via subito. Il demone provò ad aprire bocca per cercare di aumentare il suo onore davanti al sommo re, ma quando ci provò si accorse di non riuscire nemmeno a distaccare le labbra tra di loro.
Arreso e spaventato, uscì da lì e Belfagor lo lasciò andare da solo. Egli sapeva che aveva bisogno di lui per occcuparsi dell'umano, in quanto il re era, come dire, appassito perché privo di anime celesti. Ma per lui erano meglio delle anime scelte da dei corpi celesti o dal sommo capo celeste.

Prima che il demone se ne accorgesse venne rapidamente minacciato dalle ancelle per andarsene subito, siccome nessuno poteva rimanere lì se non per un importante motivo, e ormai lui aveva già svolto il suo dovere.
Adesso doveva tornare dagli altri demoni e dai tre corpi umani, di cui uno di loro era stato promesso ai due demoni che si erano occupati di loro e a lui. Mentre per i quattro angeli adesso spettava a lui cosa farne e sapeva già come gli avrebbe utilizzati, soprattutto ora che il re era privo di forze. Gli avrebbe potenziati con il potere demoniaco per poi prosciugare di loro ogni goccio fino all'ultimo sorso e poter diventare lui il capo degli inferi.
Ma per ora aveva bisogno di forze quindi si diresse verso la sua preda umana.

Ma per ora aveva bisogno di forze quindi si diresse verso la sua preda umana

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 13 ⏰

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𝐋𝐈𝐊𝐄 𝐀𝐍 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋 | 𝐒𝐞𝐨𝐧𝐠𝐣𝐨𝐨𝐧𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora