Stavano lì, fermi, immobili come due statue. I loro sguardi si fissavano intensamente e si potevano sentire persino i loro battiti, così forti da provocare rumore in tutto quel silenzio che li circondava. Lei se ne stava in piedi, vicino alla porta-finestra che dava sulla grande terrazza, con gli occhi sgranati e la bocca semi aperta di un colore violaceo, che solo quel freddo invernale poteva causare. Stentava davvero a crederlo. Non avrebbe mai potuto immaginare che un paio di grandi occhi rossi l' avrebbero scrutata così attentamente, provocandole la pelle d'oca. Ma ciò che più la colpiva era il volto, talmente pallido da sembrare ceramica che traspariva un qualcosa di delicato che nemmeno lei sapeva descrivere, con quei capelli biondo platino che andavano a coprire la maggior parte di quella fronte perfetta. Lui era seduto sull'enorme tavolo in legno, ormai scrostato per lo scorrimento del tempo, e nonostante fosse passata da poco l'una di notte con i suoi occhi poteva benissimo vedere che la ragazza vestiva di una canotta nera, piuttosto aderente e di pantaloncini marroni, corti da lasciare scoperto del tutto il ginocchio e la maggior parte della coscia. D'altronde non era mai stata una ragazza di gran stile, Samira. Nelle giornate più fredde si faceva bastare un paio di leggins in pelle neri opachi, e vecchie Vans alte, tanto vecchie da essersi pure smarrite stando alla luce del sole. Portava spesso canottiere di un solo colore e il solito giubbino in pelle, che alternava ad un pellicciotto solo quando andava alle lezioni universitarie. Con il periodo difficile che stava affrontando la società non si recava spesso in aula, ma studiava a casa, in compagnia della sorella, anche lei studentessa. Aveva molto tempo da dedicare allo studio in quei giorni, ma non sempre la voglia era la stessa. Certe volte la stanchezza prendeva il sopravvento e quando succedeva, Samira iniziava a viaggiare con la fantasia e a sognare cose che gli altri non potevano fare...come scappare. Scappare lontano, da tutto e da tutti e soprattutto fuggire da quei soliti impegni quotidiani che la accompagnavano giorno dopo giorno.
Eppure eccola lì : a fissare uno sconosciuto all'una di notte, e passata, nella sua terrazza, con il gelo che le intorpidiva i polpacci e il fiato che usciva caldo a nuvolette. Sembrava stupita, ma non troppo. Quando fu sul punto di indietreggiare lentamente lui si alzò piano, scese dal tavolo e le sorrise dolcemente. Lei non ricambiò, ma questa volta non si allontanò nemmeno. Anzi :era incuriosita e avanzò piano, non tanto però da non farlo notare a lui. Anche lui si avvicinò. Quando furono a circa una decina di centimetri l'uno dall'altra, Samira alzò piano la mano e con le dita gli sfiorò la guancia. La ritrasse immediatamente e le comparve un sorriso timido in volto:
- Sei reale... allora non sto sognando. - disse lei.
- No, direi di no. - fece una lunga pausa prima di ripartire.
- Mi chiamo Vladimir... non credevo che le persone potessero essere sveglie a quest'ora della notte. Solitamente non ne vedo, o se le vedo loro non riescono ad accorgersi di me. Sono troppo veloce a nascondermi....-
Prima che lui potesse dire qualcos'altro lei lo interruppe, questa volta con una nota di agitazione nel tono della voce. Poi prima di accennare a parlare, incrociò le braccia come era solita fare in situazioni di piena curiosità:
- Solitamente? Quante volte sei venuto qui? E perché soprattutto? - sembrava piuttosto confusa, e si allontanò lievemente.
- Io vengo tutte le notti qui. Se esco di notte le persone non mi vedono e non si spaventano. Ma di certo non mi aspetto che siano sveglie a quest'ora...proprio come te. -
Si poteva percepire un velo di presunzione nel suo tono di voce. Poi d'un tratto le si allontanò, con un balzo saltò sul tetto dell'appartamento e sparí, senza un minimo rumore.
Samira rimasi completamente immobile. Non sentiva nemmeno più il freddo che la circondava, fece cadere le braccia nei fianchi e piano piano si sedette nella panca, che fiancheggiava il tavolo. Rimase a pensare per un paio di minuti al fatto che le era appena capitato quando subito dopo sentí un leggero calpestio, e vide quella chioma bionda di appena un attimo fa apparirle dall'alto. Vladimir se ne stava lassù, a puntarla con lo sguardo, ma subito le fece una proposta:
-Senti... - disse lui -ti va di venire con me a fare un giro? -
- Cosa? Quale giro? Aspetta... Ma come fai a saltare così, nessun essere umano lo fa... Come ci riesci? Penso di star diventando pazza... -
Lui si mise a ridere, ma si ricompose quasi subito e, venendo giù dal tetto scivoloso per l'umidità, si sedette vicino a lei :
- No, non stai diventando pazza. Lo hai detto tu, gli esseri umani non riescono a fare queste cose...io...non... Non sono del tutto umano...-
Samira rimase interdetta per un istante praticamente sconcertata, ma quando lui le si avvicinò mostrando un bellissimo sorriso del tutto forzato lei poté scorgere 2 piccoli canini affilati, uno a destra e uno a sinistra, che riflettevano alla luce della luna.
Lei si alzò di fretta con un balzo e improvvisamente gridò :
-SEI UN - non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò scaraventata al muro con la mano che le tappava la bocca.
- Si, hai capito... Ma non dirlo troppo spesso... Allora, ci vieni o no a fare un giro con me? -
- Ma come faccio? Secondo te ora dovrei provare ad arrampicarmi sui muri sperando di diventare Spiderman? -
- Ma no, certo che no... Monta in spalla, ti porto io, non devi fare altro che tenerti stretta. -
Vladimir le sorrise dolcemente e le porse la mano. Samira non era del tutto sicura di quello che stesse per fare, ma si lasciò convincere, non solo dal fatto che Vladimir fosse un personaggio attraente tanto quanto misterioso, ma anche perché era quello che lei aveva sempre sognato. Andare via da quel mondo fatto di realtá veloci e impegni da dover rispettare.
- Va bene….vengo… vengo con te -
- Vedrai che sarà divertente -
Dopo 5 minuti erano pronti per partire, le gli si stringeva forte al collo e lui era nella staccionata, in bilico per partire.
- Pronta? -
- S-si - disse lei non perfettamente convinta.
- Vedrai che non c'è niente di cui aver paura-
Le diede un tenero colpetto nella gamba e con un balzo partí a tutta velocità. In un batter d'occhio ebbero superato tutto il quartiere e il parco in cui Samira passeggiava ogni pomeriggio, nella stradina di sassi in compagnia della sua preziosa cagnolina. Ogni volta che Vladimir saltava le sembrava di toccare le stelle e subito dopo di precipitare a tutta velocità. Era estremamente meravigliata e in quel momento, si sentiva libera.
Aprì le braccia a le sollevò tenendole a mezz'aria, come se stesse prendendo il volo, chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare da quel freddo vento che le avvolgeva il volto. Non aveva idea di dove la stesse portando Vladimir, ma tutto era meglio pur di fuggire dalla sua quotidianità.
STAI LEGGENDO
ANCORA UNA VOLTA
VampireStoria ispirata a Vladimir, personaggio della serie di Twilight, apparso in Breaking Dawn parte 2. Mi sono appassionata a questo personaggio guardando ripetutamente il film. Non vi dirò niente, ma lascerò che leggiate la storia.. Spero che vi piacci...