CAPITOLO 6

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Quanto arrivarono a destinazione Samira era molto titubante. Era la prima volta che entrava in quella casa dopo tutto quello che era successo, e ad essere sincera non ne aveva per niente voglia. Quando entrò non si sedette, ma aspettò che Vladimir chiudesse la porta e poi con la schiena, una volta che lui si fu allontanato, ci si mise contro. 

Vladimir si stava già dirigendo nel divano, quando la notò. 

-Sam, per favore siediti-

Samira lo guardò, poi abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, prima di dire con un filo di voce appena udibile:

-Non puoi parlarmi mentre sono qui?... Non mi trattengo a lungo-

-Dai, vieni qui… - 

Con occhi stanchi Samira esitò, ma, molto lentamente, si avviò e si sedette sul divano insieme a lui. Almeno aveva smesso di piangere, ma la tristezza aveva lasciato posto alla stanchezza, e Samira era davvero stanca, avrebbe voluto delle spiegazioni e se questa storia sarebbe dovuta volgere al termine, benissimo. Bastava saperlo subito. 

Così Vladimir partí, spiegando lei dell'incontro che aveva avuto con Stefan. Stefan gli aveva detto che per proteggerla e per fare in modo che non le accadesse nulla di male avrebbe dovuto "liberarla" dalla propria presenza, in maniera tale da lasciarle vivere una vita serena, normale, senza bisogno di ulteriori complicazioni oltre a quelle che la vita pone davanti ad ognuno di noi ogni giorno. Le disse anche che dal momento che per lui, in quella prima notte, le cose erano cambiate da quando l'aveva anche solo vista e che non voleva essere lui a metterla nei guai. Non voleva che quel malefico Volturo che aveva ucciso la sua congrega e quello che una volta era stato il suo miglior compagno gli rovinasse ancora la vita portandosi via anche lei. La spiegazione che lui le desse a tutto questo era piuttosto semplice, ma Samira riuscì perfettamente a capire le sue paure e, in un certo senso, si sentiva un pò in colpa per come si fosse comportata qualche minuto prima. Vladimir teneva davvero a lei, e si vedeva questo. Teneva a lei proprio come teneva ai suoi compagni più cari, ma con lei il legame era diverso. 

Quando lui terminò Samira non sapeva più cosa dire. Le sembrava impossibile da credere una storia del genere, ma purtroppo era davvero così. Vedendola un pò in imbarazzo ed estremamente "colpevole", da quello che il suo sguardo lasciava intendere, Vladimir le afferrò il viso con le sue mani bianche e forti. 

-Mi dispiace di averti fatto del male-

-Ne avevi più che il diritto, data la storia che mi hai appena detto-

-No, non avevo il diritto di entrare nella tua vita se ciò mi avrebbe portato a compiere questo. - 

Più Vladimir la guardava con quello sguardo intenso e più lei arrossiva, e calava il suo. Solo dopo pochi secondi, Samira si avvicinò piano, con il suo viso. Erano talmente vicini che entrambi potevano sentire uno il respiro dell'altro, condensarsi e rimanendo per sempre impressi in quell'istante. Poi Samira lentamente si spostò e si posizionò, con le gambe, nel ventre di lui, sedendosi comodamente in braccio. Sembrava aver perso tutta quella tensione che provava inizialmente. 

Vladimir con le sue braccia la avvolse fino ad arrivare a toccarle la schiena con le mani, e quando fu sicuro che la situazione fosse sotto controllo le tolse piano la canottiera. Samira lo scrutò con gli occhi, poi abbassò nuovamente lo sguardo. 

-Sto andando troppo veloce? - disse Vladimir interrompendosi subito e notando l'insicurezza di lei. 

-No… No, é perfetto-

Subito dopo Vladimir la strinse ancora di più, potendo toccare la sua schiena nuda. Samira prese poi l'iniziativa e finalmente incominciò a baciarlo piano, e lui alimentando la cosa la baciò più forte. In un batter di ciglio si ritrovarono l'una sopra l'altro, lei completamente nuda, con addosso solamente il paio di pantaloni succinti, e lui con il torace nudo, ma anche lui con addosso solo i pantaloni, poi lui si alzò, sollevandola con cura e senza farle male, e si diresse nella piccola stanza che si trovava vicino a quello che non si può definire caminetto, ma che ha la forma che lo richiama. Era una camera, abbastanza piccola e per niente arredata, ma era calda e questo bastava per loro. In quella piccola stanza ebbe inizio quindi la loro storia: tolti anche i pantaloni iniziarono a toccarsi dappertutto, sulle spalle, sul fondoschiena, sulle gambe… Ovunque. E i baci non mancavano. A Vladimir piaceva molto baciarla sul collo e sullo sterno, poi quando furono pronti Vladimir, stoppandosi le disse, a tono basso e con il fiatone:

-Adesso usiamo le maniere forti-

La prese con una delle sue mani possenti nei polsi e glieli posizionò sopra la sua testa. Con l'altra mano percorse i segni delle cosce di lei, mentre quest'ultima incominciava ad ansimare pesantemente. Poi con due dita la penetrò, allargandola, prima di attraversarla davvero con le sue membra. Con queste iniziò ad andare su e giù ad un ritmo sempre più accelerato, finché Samira non gemette profondamente. 

Continuò così tanto e sempre più veloce che le fece venire il fiatone e la fece tanto sudare da avere i capelli praticamente appiccicati al collo. Anche lui era tutto sudato e la guardava fisso negli occhi, o meglio, nelle palpebre, dal momento che gli occhi di Samira erano più chiusi che aperti in quel momento. Quando li aprí le cose che vedeva erano sfocate e preferiva ad ogni modo tenerli chiusi, per accentuare il piacere maggiormente. Dopo che la ebbe preparata Vladimir ritrasse le dita, ma questa volta lo fece lentamente, senza la forza che ci aveva messo quando le aveva messe dentro. Si guardarono un momento, ansimando, mentre i loro fiati si mescolavano. Samira aveva ancora le mani bloccate. 

-Stai bene? - le chiese Vladimir con il pochissimo fiato che gli rimaneva. Quando glielo chiese alzò le sopracciglia, e, contemporaneamente, si morse le labbra umide con quei denti bianchissimi.

-Cosa aspetti ad usare le maniere forti? - rispose Samira con aria di sfida. 

-Ah si? - 

Samira non rispose, ma il suo sguardo lasciò trapelare una provocante aria di sfida. Vladimir quindi la accontentò. Con una veloce mossa, quasi violenta la girò completamente, sotto un piccolo sorriso tenue proveniente dalla faccia opposta. Piano piano le afferrò i capelli da dietro e le si avvicinò all'orecchio, senza però dire niente. Samira sentiva il dolce calore del respiro pesante che aveva Vladimir, ma era così appagata che voleva che quel momento non finisse mai. Con un piccolo rantolo di dolore, affermò che Vladimir l'aveva piano piano posseduta. Quando lui sentí il piccolo gemito proveniente dalla bocca di lei si fermò e le sussurrò nell'orecchio :

-shhhh.. Faccio piano, lo prometto. - 

E con queste parole mantenne la piccola promessa. Quando arrivarono al culmine Samira provò un piacere che non aveva mai provato prima. Urlò di piacere, e a Vladimir piace quello che sentí, tanto che la raggiunse con poco più di 2 minuti di distacco. Quando terminò, sempre con delicatezza, uscì, e accarezzò la schiena di Samira, che in quel momento si mise distesa lungo il letto, poggiando la testa nel cuscino. Tutto sudato, Vladimir la raggiunse e alzò la coperta leggera che era stesa nel letto per appogiargliela fino ai fianchi. In un breve lasso di tempo Samira si trovò circondata dalle braccia di Vladimir, che la proteggevano dal freddo, nonostante comunque la sua temperatura da vampiro fossero quelle che fossero. Con quell'abbraccio la ragazza si lasciò completamente andare ad un dolce sonno,sperando che quel momento durasse per sempre. 

ANCORA UNA VOLTA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora