CAPITOLO 10

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-Basta Stefan, smettila cazzo… Stai proprio rompendo i coglioni oggi-

-Ma dico, sentitelo! Ci va a letto e ora dice a me di non rompere i coglioni… Vladimir qui dobbiamo parlarci a quattr'occhi seriamente, perché mi sembra che tu non abbia capito il rischio in cui la stai mettendo-

Stavano lì, nell'albero del SuperTiglio, nuovamente a discutere della faccenda che si era già ripresentata. Ma questa volta Stefan sembrava essere più rigido del solito. Si stava veramente infastidendo del comportamento del vampiro biondo. Stava mettendo in pericolo, per la seconda volta, la vita di quella ragazza, e sembrava non importarsene:

-Ti stai comportando come un bambino Vlad, non te ne rendi conto - 

-Stefan per la centesima volta só quello che faccio: quando non sono più andato stava malissimo. L'avevo ridotta uno straccio. Non riusciva nemmeno a stare in piedi, e la cosa mi ha fatto tremendamente male.-

Stefan si sedette e in quel momento si mise a riflettere. Vladimir invece stava perdendo la pazienza, per questo motivo si alzò e senza pensarci due volte se ne andò, correndo particolarmente veloce. Stefan rimase di stucco, ma nel non vederlo tornare se ne andò di sua volta. Sapeva che quella chiacchierata l'avrebbe terminata con i suoi soliti modi e così infatti successe. Vladimir corse molto veloce e si arrampicava sugli alberi con una forza sovrumana, da buon vampiro che fosse. In un batter d'occhio si ritrovò nel grande lago gelido del Gran Passo: il lago era completamente solido, un banco di ghiaccio lo ricopriva e rendeva sicuro il camminarci sopra. Le nuvole che si ponevano al di sopra del lago erano cineree, chiaro segno che stesse quasi per nevicare, e infatti dopo pochi minuti della leggera polvere bianca iniziò a scendere. Così fina che sembrava quasi impossibile che fosse neve. Ad ogni modo non scendeva particolarmente forte quindi Vladimir, con un grande salto, spiccò subito in aria e atterrò direttamente nel lago. A grandi passi arrivò in non molto tempo al centro del lago, e con aria attenta so guardò intorno. La neve continua a scendere lenta, e l'atmosfera sembrava calma. Fin troppo calma. Ad un certo punto iniziò ad urlare :

-Jhosh!... - 

Nessuna risposta. Urlò ancora :

-Jhosh!... Cazzo, vieni fuori - 

Quando stava per urlare per la terza volta il nome, subito sentí dei passi provenire da dietro, e si voltò in fretta. Subito un vampiro alto e terribilmente magro si avvicinò a lui, con un'aria tutt'altro che amichevole. Era piuttosto giovane, ma aveva diversi secoli in più di Vladimir, ma la sua magrezza in volto faceva intendere che fosse estremamente più vecchio. Con aria estremamente elegante e maestosa si fermò, a circa due metri dal vampiro biondo. 

-Ciao Vladimir… Da quanto… Troppo tempo - 

-Jhosh, ho bisogno del tuo aiuto - 

-Dimmi, ti ascolto-

Jhosh era da sempre stato uno dei membri più importanti della congrega di cui Vladimir faceva parte. Era la mente saggia del gruppo, e grande amico dei suoi genitori… Prima che loro morissero. Ma l'atmosfera che trasmetteva era tutt'altro che quello che rappresentava. Era infatti molto cupo, e non sempre si lasciava andare con le persone. Non dava troppa confidenza infatti, ma Vladimir era sempre stato come un figlio per lui. Lo aveva visto crescere, lo aveva visto ridere e lo aveva visto piangere, con il viso della madre tra le mani, mentre il palazzo della congrega andava a fuoco. Poco dopo l'incendio sparí, senza lasciare traccia, ma tornava ogni volta che Vladimir ne avesse avuto bisogno. Era da tanto tempo che non si vedevano. Quando Vladimir crebbe Jhosh si dileguò, dal momento che non c'era più bisogno di lui. 

Ora però era qui, faccia a faccia con Vladimir, che non sembrava per nulla agitato nel vederlo nuovamente nei paraggi :

-Jhosh devi aiutarmi… Ho combinato un casino e non so come venirne fuori. Devi dirmi come fare-

-Fammi indovinare: non sai come venirne fuori, ma non vuoi venirne fuori. É questo il tuo problema. Ti piace troppo questo problema, e non vuoi risolverlo - 

-Jhosh si… Ecco vedi… Non so come diavolo fare, ho bisogno del tuo aiuto. Si tratta di un'umana . - 

-Lo sapevo - 

-Lo sapevi? - 

-Vlad ti ho visto crescere, so quando qualcosa non va… non ti avevo mai visto innamorato. Ma riconosco quella faccia emozionata e colma di rabbia quando la vedo-

-Il mio problema é che non voglio lasciarla. So che metto a rischio la sua vita. Ma non voglio smettere di vederla-

Nel mentre che parlava, continuava a gesticolare e ad andare avanti e indietro, non sapendo cosa fare o come comportarsi - 

-Vlad, un modo ci sarebbe… ma credo che tu lo sappia già, per farla rimanere per sempre con te. - 

-Ci ho pensato anche io Jhosh, ma non ho potuto dirglielo. - 

-E perché no? - 

-Non sono sicuro che accetterebbe. Rimarrebbe sconcertata nel sapere che non potrebbe più tornare dalla sua famiglia a causa della…fame che le verrebbe. - 

-Tu lo fai Vlad. Ogni notte. Ti si dice di star lontano dal mondo degli umani ma tu non ascolti-

-Già ma io so controllarmi… - 

-Lo sai che avrà fame. Quando si é agli inizi si ha sempre molta fame. Più del normale… - 

- Lo so Jhosh… Lo so. Ma le procurerò io del cibo-

-Se sai già tutto allora perché mi hai chiamato? - 

Vladimir, nel sentire le sue parole si fermò d'improvviso, e si girò a guardarlo mentre il vampiro alto accennava ad un saggio sorriso, consapevole di quello che avrebbe detto il biondo. 

-Vlad, sai che io ti ascolto. Sono pronto ad aiutarti qual'ora tu ne avessi bisogno. Ma non chiamarmi per dirmi cose che già sai. Sappiamo entrambi, tu più di me, come finirà questa storia. Non smetterai di vederla, non ti fermerai…E lei farà lo stesso. Ma la cosa che invece non farai sarà quella di riportarla dalla sua famiglia quando sarà troppo tardi. - 

Jhosh se ne andò appena ebbe pronunciato quelle parole, lasciando Vladimir a riflettere, in mezzo a quel lago ghiacciato che iniziava a riempirsi di piccoli fiocchi di neve. Era vero, non l'avrebbe lasciata andare. Sapeva che non lo avrebbe mai fatto, ma era sicuro che questo era quello che voleva anche lei. Ne era certo. Era effettivamente la prima volta che si innamora a di qualcuno. Ci teneva ad averla con lui, per sempre, e se questo avrebbe voluto dire proteggerla dai pericoli che la vita da vampiro sottoponeva ogni giorno sarebbe stato pronto a farlo, proprio come sarebbe stato pronto a difenderla. 

ANCORA UNA VOLTA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora