CAPITOLO 2

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Ci vollero più o meno venti minuti prima che Vladimir le fece toccare la terra con i piedi. Non sembrava per niente il posto in cui abitava quello in cui si trovava ora. Quello che riusciva a vedere erano solo alberi che la circondavano. Grandi alberi di cui non si vedeva nemmeno la fine se si provava ad alzare lo sguardo. Certo il buio della notte e la nebbia non rendevano le cose più semplici, anzi... A Samira sembrava che la città in cui abitava si trovasse ora a km di distanza, eppure erano trascorsi solo pochi minuti.

Quando si guardò intorno vide solamente un piccolo coniglietto fuggitivo, ma l'atmosfera rimaneva comunque tetra.

Vladimir le si avvicinò e sempre con quel solito sorriso rassicurante le fece cenno di seguirlo. Non appena Samira gli fu dietro lui si girò e la prese per mano, in modo da non lasciarla indietro.

- Ma dove siamo? - chiese lei intimorita.

- Non ti preoccupare, ti porto in un posto speciale-

A poco a poco si incominciò ad intravedere una piccola casetta, piuttosto fatiscente. Era in legno, lo si vedeva benissimo, ma era per lo più marcio. Si reggeva comunque ed era abbastanza piccola. Quando Samira la vide si fermò un secondo ad osservarla e si portò una mano al collo. Ne rimase affascinata e posò gli occhi su Vladimir, con uno sguardo che intenerito non era abbastanza per descriverlo.

- Quella é casa tua? -

- Ehm, si... Non é propriamente casa mia. Non sono cresciuto qui. Vuoi entrare?- 

- Si, qui fa freddo - 

Quando furono sull'uscio della porta lui l'aprí con gentilezza, aspettando che lei entrasse prima di richiuderla. E quando furono all'interno Samira si bloccò, non sapendo che fare o cosa dire quando vide quel piccolo focolare quasi al centro della stanza. Era in pietra, ma a dire il vero sembrava per lo più un buco creato nel muro con all'interno della legna, neanche tanto asciutta e una fiamma microscopica che tentava in tutti modi di sopravvivere all'umidità creatasi a causa dei tronchetti. 

-Motivi in particolare perché siamo venuti qui? - 

-No, io ho visto dove vivi tu, quindi ora siamo pari.-

-Mi sembra una cosa giusta.-

-Puoi sederti… Se vuoi. - 

Nel momento in cui furono entrambi seduti Samira accavallò le gambe, per poter essere un pò più comoda. Si guardavano, intensamente. Lui sorrideva a lei e lei faceva lo stesso. 

-Hai freddo? - 

-No, sto bene-

Lasciarono passare un bel pò di minuti prima di ricominciare a parlare. 

-Come mai vivi qui? -

-É una storia un pó lunga la mia. Se ti va te la racconto un giorno.-

-No dai, raccontamela ora, per favore. - 

-Se me lo chiedi così non posso negartelo-

Samira sorrise lievemente e lui restò a fissarla con quei due occhi rossi che aveva. Erano profondi, gli occhi più belli che Samira avesse visto in tutta la sua vita. Insieme a quelle labbra bianche che con i capelli così biondi andavano a formare la combo perfetta. 

Vladimir le racconto di tutta la sua vita : della sua famiglia, di come quest'ultima venne uccisa completamente da un essere malvagio e oscuro e della compagnia e dell'aiuto che aveva ricevuto dal Stefan, suo compagno fidato nonché membro della congrega rumena. 

Samira non riusciva a smettere di ascoltarlo. Non poteva credere che potessero esistere delle cose così strane al mondo, soprattutto vicino alla città in cui abitava da sempre. Non se n'era mai accorta e le sembrava  che si fosse aperto improvvisamente tutto un nuovo mondo. Il fatto che Samira stesse ad ascoltarlo così attentamente spingeva Vladimir a raccontarle sempre di più del suo passato… Della sua storia.

ANCORA UNA VOLTA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora