CAPITOLO 18

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Samira e la sorella erano impietrite e si guardavano con uno sguardo del tutto stizzito, con davanti due tazze colme di caffè. Samira stava mescolando in continuazione il suo, per far sciogliere lo zucchero rimasto insoluto sul fondo. Alexa aveva, vicino alla sua tazza, del latte, che ormai aveva preso la temperatura ambiente e se n'era appena versata un pó. Le due ragazze erano immobili ed ascoltavano la discussione che proveniva, ormai cosa già vissuta, dal piano di sopra. Alexa incrociò le braccia e fu la prima a parlare:

-Io davvero non ce la faccio più. É una cosa insopportabile. - 

-Si, lo so… - 

-É tutto quello che hai da dire? - 

-No ma che posso dire? Nulla… Tanto vale stare zitti. - 

-Se potessi me ne andrei da questa cazzo di situazione. Stanno rovinando tutto quanto. - 

-A chi lo dici… - 

-Dai, andiamo a studiare… Io ho un esame tra poche settimane. - 

-Si, anche io. Ma con loro che urlano come fai a metterti a studiare… - 

-Non lo so, ma almeno ci proviamo-

Quando le due furono entrambe in camera si sedettero e si misero a studiare, o almeno ci provarono: Samira aiutò sua sorella con un esercizio di algebra lineare che le venne assegnato dal suo professore. Era un esame molto difficile ma quando ne vennero a capo Alexa tirò un sospiro di sollievo:

-Oh! Per fortuna! Se non ci fossi tu non so come farei. - 

-Si? - 

-Cosa Sam? - 

-Se io me ne dovessi andare… Tu...tu che faresti?-

-Ma non dire stupidaggini! Perché dovresti andartene… - 

-No No...Non lo faccio, ma se dovessi… - 

-Beh ma che domande Sam, mi mancheresti eccome… Alla fine credo che ti mancherei anche io-

-Si… Si mi mancheresti molto-

Samira, distogliendo lo sguardo dal quaderno della sorella, si allontanò con la sedia e si rimise a leggere il libro di programmazione. Pensava alle parole appena pronunciate dalla sorella, e al fatto che, molto probabilmente, non avrebbe retto alla nostalgia di casa. Voleva molto bene ai suoi genitori e nonostante tutto non poteva lasciare che la sorella si trovasse da sola ad affrontare tanta pressione. Pensava anche alla vita che però avrebbe condotto con Vladimir : libera, veloce, e con l'uomo che alla fine amava. Tra lei e quel vampiro era nata una complicità particolare che faticosamente si poteva distruggere. Inoltre Vladimir non aveva provato per nessuna tutto quello che provava per Samira e questa era la cosa che più importava. Il fatto di essere l'unica per lui, in tutto e per tutto. Questi erano i pensieri che più la tormentavano in assoluto. Le grida dei suoi genitori poco importavano e non cambiavano per nulla l'affetto e l'amore che nonostante tutto la ragazza provava per la sua famiglia. Eppure furono proprio queste, quelle che la risvegliarono dai questi pensieri. 

-Basta! Non ti sopporto più! Vattene di casa ora!! - 

Le urla della madre delle ragazze sembravano abbastanza accanite contro il padre, che aveva già preso una borsa con sé per trascorrere i prossimi giorni fuori di casa.

Allarmata Samira corse in salotto, seguita dalla sorella che aveva ormai l'agitazione in tutto il corpo. 

-Fermi fermi! Che cazzo state facendo? - Samira era sull'orlo di una crisi di nervi, ma decise di ascoltare quello che la madre ebbe da dire, con gli occhi del padre completamente sgranati in quella direzione:

ANCORA UNA VOLTA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora