CAPITOLO 7

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Nel momento in cui, all'alba, Samira mise il primo piede all'interno del pavimento del salotto e chiuse senza emettere il minimo suono la persiana con tanto di porta finestra si ritrovò davanti la madre, che si era alzata dalla sedia in cui stava seduta, con la faccia che sembrava completamente stravolta da quando la vide entrare. 

Entrambe erano immobili e si fissavano. Di certo Samira non si aspettava di vedere la madre in piedi a quell'ora dell'alba. Si sarebbe dovuta infatti svegliare tra due ore precise. D'altronde la madre della ragazza non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi Samira davanti a lei, rientrare di soppiatto proprio mentre lei stava prendendo una piccola pastiglia di magnesio e preparava il té per il marito che sarebbe dovuto andare a lavorare la mattina stessa. 

Quella che ruppe il silenzio per prima fu la madre :

-Scusa, ma che ci fai in piedi a quest'ora? E cosa ci facevi fuori in terrazzo vestita con quella canottiera con tutto quel freddo che c'è fuori? - 

Incrociò le braccia, e sembrava davvero scocciata e a dirla tutta quasi infastidita nel vedere Samira così insicura e "colpevole" come d'altronde sembrava essere davvero. 

-Ehm… Ciao mamma! - accennò ad un sorriso del tutto sconnesso e privo di ogni certezza. 

-Ma mi spieghi cosa cavolo stai facendo? - 

-Niente.. Sono solo uscita a prendere una boccata di aria… Tutto qui-

-Alle 5:00 della mattina? E con tutta l'umidità che c'è? - 

-Si… C'era caldo, e… e-

-Non mi interessa… Vai a rilassarti queste ultime ore prima di incominciare a studiare. - 

-Si… A dopo-

Se l'era praticamente cavata per un pelo. Ma si fermò solo un istante prima di tornare indietro e chiedere alla madre:

-Ma perché tu sei in piedi apparte il tè? - 

-Sto prendendo le mie pastiglie di magnesio. - 

-Occhio a non esagerare… Ti fanno venire il mal di pancia-

-Oh santo cielo, vuoi andare a letto? - 

-Haha.. Si. - 

Non appena si stese nel suo letto, freddo per aver trascorso la notte fuori, le apparve un sorriso che esprimeva tutta la tranquillità che in quel momento sentiva. Le era mancato Vladimir, ma a dirla tutta aveva quasi perso le speranze. Chiuse gli occhi, e quando si coprì sentí un brivido correrle lungo tutta la schiena. Voleva ripetere l'esperienza che le era accaduta quella notte, ma purtroppo doveva aspettare ancora molte ore prima di rivederlo, dal momento che si erano appena persi di vista. Provò a chiudere gli occhi e a schiacciare un breve sonno prima che la sveglia tornasse a suonare per l'ennesima mattina, ma alla fine quello che fece fu fantasticare sulla magnifica esperienza che ebbe, fino a quando la sveglia non suonò veramente. 

Con tutta la calma che in quel momento poteva avere si alzò e si diresse in cucina, dove sua sorella stava già preparando il caffè, prima di affrontare un'intensa giornata di studio. 

-Alla buon'ora…-

-Ma cosa stai dicendo? Se sono pure in anticipo.. Sei tu che forse non sei riuscita a dormire. - 

-Ho dormito benissimo, ma in questa casa ormai mi sveglio sempre e solo io per prima. - 

-Ma dai Alexia… Lasciamo perdere… - 

Samira si sedette e bevve il caffè che Alexia le mise davanti. Quando ebbe finito si alzò, e posizionó la tazzina all'interno del lavello, risciacquandola e gettando via lo strato zuccherino che era rimasto all'interno della tazza. Poi si mise di nuovo seduta, ma mentre lo fece Alexia notò qualcosa che forse non avrebbe dovuto vedere. Infatti fu la prima ad interrogarla :

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