"Vieni con me... Ti porto in un posto." Disse trascinandomi alla fine del muretto superando l'albero di pesco e la panca di ferro.
Poco più avanti c'era una casa...
Un piccolissimo edificio come di quelli che scorri nei campi d'erba, mentre magari sei in auto sulla tangenziale...
Un po' rovinato e fatto di pietra.
Una porta di legno e le finestre... Beh senza vetri.
Dei vuoti.
Niente vetri, ma preferivo chiamarle finestre.Vidi Luna aprire la porta che di regola doveva essere chiusa, evidentemente era una proprietà privata abbandonata, non credo si potesse entrare ma soprattutto non credevo che lei fosse così ribelle da farlo.
"Vieni dentro, forza!" Mi incitó.
Entrai un po' titubante.
L'aria fresca della notte cominciò a pungere facendomi rabbrividire, Luna a contrario sembrava a suo agio e a posto nel suo vestito e nella sua giacchetta. Aveva lo sguardo perso nel suo mondo, un mondo che avrei voluto tanto esplorare con i suoi stessi occhi.Non vi era luce in quella stanza buia e umida, solo la luce della luna che filtrava attraverso la finestra.
Mi girai verso di lei e osservai attentamente i suoi movimenti, c'erano ancora degli oggetti.
Un letto con un materasso e un lenzuolo, sembravano essere in buone condizioni.Piuttosto strano.
Un mobile un po' malconcio con una vecchia candela consumata a metà, che Luna accese con un accendino.
Se non fosse stato così reale, avrei pensato di trovarmi in uno di quei posti dove si consumavano riti satanici oppure uno di quei posti isolati in città, dove i miei amici di solito andavano a fumarsi le canne."Dove hai preso l'accendino?" Le chiesi avvicinandomi al letto.
Sorrise appoggiandolo sul mobile e si sedette sul bordo del letto per poi guardare i raggi di luce che illuminavano la stanza attraverso la finestra.
"L'ho fregato a Ginevra. Sapevo di portarti qui stasera. Era il mio intento. Vedi questo è il mio rifugio, non ci ho mai portato nessuno qui. Gli altri non sanno nemmeno che esiste. Quando voglio isolarmi e restare da sola vengo qui. È il posto perfetto per contemplare la bellezza della notte o del giorno, non credi?" Un velo di tristezza si celava nella sua voce.
Aveva paura di non farcela, ma io sapevo che c'è l'avrebbe fatta.
Era una ragazza forte e niente avrebbe potuto spezzarla.Volevo crederci con tutto me stesso!
Mi sdraiai e così anche lei al mio fianco, per poi girarsi verso di me mentre io fissavo il soffitto della stanza.
Avevo il cuore che batteva all'impazzata, e non avrei mai creduto di poter provare una sensazione simile in tutta la mia vita.
Rabbia, paura, amore, tristezza!
Era un mix di sensazioni che mi portarono a tremare.
Quel tremolio prese il nome di vibrazione, perché erano tutte quelle emozioni che lei scatenava in me."Hai freddo Aron? Vuoi andare?" Mi chiese accarezzandomi dolcemente la guancia.
Ero sull'orlo del precipizio, di lì a poco sarei caduto e mi sarei fatto molto male."Ti amo anch'io Aron." Il silenzio fu messo in discussione dal mio battito.
Non dissi nulla.
Mi voltai di scatto verso di lei e successe.
La baciai.
La baciai con trasporto con dolcezza e tanto bisogno.
Lei si lasció trasportare da quel mare di sensazioni che stavamo provando insieme e non potevo paragonarlo a nessun'altra che avessi mai provato.Le sfilai la giacca lanciandola sul pavimento e così presi ad accarezzarle quel viso d'angelo di cui era padrona.
Dolcemente feci cadere le bretelle del suo vestito sulle spalle lasciandolo scivolare attraverso il busto mettendo in mostra i suoi piccoli seni scoperti.
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Cuore d'Inverno
RomanceUna vacanza, un viaggio con la sua famiglia verso il nord Italia cambierà per sempre la vita di Aron. Un incontro inaspettato, tra un ragazzo di città e una ragazza di montagna cresciuta lontano da quel mondo che lui conosceva bene: un mondo fatto d...