Capitolo 24

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Luna mi fissó in maniera glaciale.
Era arrabbiata con la sua famiglia perché le avevano nascosto il mio arrivo, e un po' la capivo. Però io dovevo parlare con lei e dovevo spiegarle tutto.

Luna fece per alzarsi e per andare in camera sua, però la fermai.

"Luna, aspetta noi dobbiamo parlare!" Le dissi prendendole il polso.

"Io non ho niente di cui parlare con una persona come te e poi non dovresti neanche permetterti di rivolgerti in questo modo in casa mia! Perché non sei gradito soprattutto dalla sottoscritta. Poi se la mia famiglia ha agito alle mie spalle ospitandoti qui, è un problema loro. Io gradirei che tu non ci fossi, ma siccome non posso oppormi al loro volere e quindi penso che dovrai restare dato che ormai sei persino amico di mio fratello, fai in modo che io non ti veda per la tua permanenza qui." Rispose gelida tirando il braccio.

Aveva centrato il punto proprio perché aveva parlato di opposizione alla famiglia! E io volevo parlarle di quella volta di come io non mi potevo opporre al volere della mia.

"Invece credo che dovresti stare ad ascoltarmi anziché fare la sostenuta, perché hai centrato proprio il punto della cosa." Le risposi speranzoso di un po' di ascolto da parte sua.

Lei risposta sì limitó a guardarmi schifata e ad andarsene in camera sua sbattendo la porta.
Non sarebbe stato facile parlare con lei e tanto meno riuscire ad avvicinarmi di nuovo, ma ci avrei provato e lo avrei fatto a qualunque costo pur di spiegarle. Perché più di qualsiasi altra cosa io avrei voluto restare al suo fianco e mi dispiaceva solo che lei fino a quel momento avesse pensato il contrario.

Julian mi raggiunse mettendomi una mano sulla spalla per consolarmi.

In fondo non era andata così male.

Tornai in cucina con Julian e cenammo in silenzio per poi filare ognuno nelle rispettive stanze.

Era stata una giornata lunga e pesante e aspettavo solo l'indomani per capire quale sarebbe stata la mia prossima mossa.
Più che altro pensavo di uscire con Julian e seguirla... per vedere dove andava e che tipo di persone frequentasse. Inoltre che fine avevano fatto Ginevra ed Evan?

Avevo tante domande e zero risposte ma tempo al tempo le avrei trovate tutte.

Il mattino seguente mi svegliai all'incirca verso le 9:00, un orario abbastanza ragionevole.
Scesi in cucina e notai che a tavola c'erano solamente Daisy e Julian a fare colazione.

"Beh, mi sono alzato in tempo." Dissi in modo sarcastico cercando di smorzare la tensione nell'aria, presente dalla sera prima.

"Scusa amico non volevo svegliarti. Insomma è stata una giornata pesante ieri quindi volevo lasciarti riposare." Mi rispose infilandosi una meringa in bocca.

"Aron, è uscita e quindi non è in casa, puoi stare tranquillo." Mi si rivolse con un innaturale calma Daisy.

Sospirai.

In realtà io volevo vederla e invece lei aveva deciso di sfuggirmi. Non che la sera prima non fosse stata sufficientemente chiara, ma non mi importava. Solo in quel momento appresi quanto fosse davvero arrabbiata, lo sapevo da quando non mi aveva mai risposto ad un solo messaggio, ma forse io in fondo avevo solo sperato che mi desse ascolto dopo avermi visto.

Che stupido.

"Sai dove può essere andata?" Chiesi speranzoso.

"Ho una vaga idea, può essere andata nel nuovo locale che frequenta con i suoi nuovi amici. È un pub che è aperto anche di giorno. Vuoi andare lì?" Rispose con un filo di incertezza.

Beh andare in un pub dopo aver bevuto un bicchiere di latte, non era la cosa migliore che credevo di fare.

"Credo che questa mattina resterò a digiuno.... Magari mi andrà di prendere qualcosa in quel pub stesso. E non ho voglia di sbrattare di prima mattina per aver mischiato alcol e latte." Affermai.

Corsi in camera per darmi una sistemata veloce.
Una doccia calda e dopodiché mi feci scivolare un jeans e un maglione abbastanza pesante. Il cappotto fu la mia opzione mattutina del resto.

"Non credi di esagerare un po'? Insomma io così mi vestirei il sabato sera. Poi non per niente, ma credo che ti prenderebbero in giro. Ho visto la gente con cui vai in giro e credimi non ha per niente a che fare con lo stile che utilizzi tu." Disse appoggiato allo stipite della porta.

Un po' mi preoccupai della cosa e cercai di lasciar perdere. Per un attimo pensai che frequentasse Punk e drogati di canne.

E se avesse cominciato a fumare?

Mille domande cominciarono a farsi strada nella mia mente e Julian notò il mio volto sinceramente preoccupato.
Mi voltai verso di lui per guardarlo e così vidi che anche lui era pronto.

Si era preparato nel mentre in cui lo stavo facendo io, si era limitato ad un jeans e un dolcevita con una giacca di pelle felpata internamente.

Per fortuna quella mattina il freddo era secco, ma non come la sera.
Altrimenti mi sarei ritrovato con la febbre.

"Sei pronto per entrare nella tana dei lupi?" Mi chiese sorridendo e mettendosi un paio di occhiali da sole.

"Se loro saranno i lupi allora io farò in modo di essere li capobranco." Risposi sicuro e fiero.

"Stai attento Aron, non sai quello in cui ti stai cacciando cosa sia, e non lo so nemmeno io che sono suo fratello. Però ricordati che a giocare con il fuoco ci si brucia." Mi avvertì.

La cosa mi fece intuire che avrei fatto a cazzotti con qualcuno, ma poco mi importava.
Lo avevo già fatto in passato per lei e lo avrei rifatto altre mille volte.

Mi limitai a guardarlo e a sfoggiare un enorme sorriso.

"Se a giocare con il fuoco ci si brucia, a giocare con l'amore ci si ustiona.
Ed io ho tutte le buone intenzioni di ustionarmi questa volta.
Non andrò via da codardo."

Cuore d'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora