Capitolo 11

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Era tutto perfetto, nonostante piovesse da un paio d'ore io e Julian eravamo riusciti a sistemare tutto prima che cominciasse la scaricata peggiore.

Poche persone ma buone, quasi mi vergognavo perché era la prima volta che vedevo delle persone con un grande senso di famiglia riunita lì per un compleanno.
Persino i miei genitori che avevano avuto la brillante idea di farsi una passeggiata sotto la pioggia, ritrovandosi poi il luogo di una festa e con la decisione di restare...

Niente di più imbarazzante.

Poi ovviamente c'erano Evan, Ginevra e i genitori di Luna con gli zii e i nonni. Non potevano mancare neanche i cugini piccoli.

Praticamente tutta la famiglia riunita. Dimenticavo che probabilmente ero io lo stronzo che passava tutti i compleanni con gli amici senza mai farlo una volta con la propria famiglia.

Avevo dimenticato il senso di casa.

Conobbi i genitori di Luna e Julian.
Luna somigliava molto a sua madre, mentre certi tratti somatici erano di suo padre.
Julian invece era tutto suo padre, ma aveva mantenuto i capelli rossi come sua madre.

Era strano anche solo il fatto che ci stessi riflettendo. C'erano molte cose a cui non avevo mai pensato o mai fatto una riflessione nella mia vita. E una di queste erano i fatti privati di una ragazza e le sue origini.

Ma ormai era chiaro come il sole che di Luna mi importava davvero, avevo capito per certo di essermene perdutamente innamorato.

E così la musica ebbe inizio.

Ginevra mise un po' di musica commerciale, musica dell'estate.
Quelle che si sentono a ripetizione fino a quando nell'inverno successivo non ne senti la nostalgia.

All'improvviso la vidi e ne rimasi scioccato.

Era arrivata.

Indossava un vestito lungo rosso che le fasciava perfettamente le curve del corpo mettendo in mostra il suo piccolo seno e la sua pelle candida.
I suoi capelli erano a boccoli che ricadevano delicati sulle spalle e la sua gioia sembrava non avere eguali.

Venne verso di noi sotto i gazebi così da potersi riparare dalla pioggia e ci salutò con un grande sorriso.

"Buon compleanno Luna." Gridammo tutti e vidi i suoi occhi illuminarsi dalla gioia per poi posarsi su di me.

"Ciao, non pensavo che ti avessero coinvolto... Però ci speravo lo ammetto." Disse venendo verso di me e abbracciando. In modo da restituirmi quel senso di calore che solo lei sapeva darmi.

"Beh era il minimo che potessi fare per te." Le cinsi la vita con un braccio e l'attirai a me.

Volevo sentire il suo corpo premuto contro il mio, lottare contro questo desiderio mi avrebbe portato alla rovina.
La desideravo con tutta l'anima e il solo fatto che nonostante questo non l'avessi ancora toccata era un onore.

"Ti va di ballare?" Le chiesi quasi in un sussurro.

Non rispose, ma il suo sorriso mi fece capire che era un si..
Guardai Ginevra e per la prima volta la vidi sorridere.
Aveva capito e di lì a poco partì un lento.

Tutti si riunirono a coppie nel ballare e a quanto pare io ero il più fortunato.

La festa non durò molto, lì poi arrivata una certa si spegneva tutto perché giustamente la gente andava a dormire... Così ci trovammo già tutti a salutarci verso la mezzanotte.

Tutti tranne me e lei.

Restammo da soli e andammo nel nostro solito punto per un po' di privacy.

"Allora ti sei divertita?" Le chiesi vedendola persa nei suoi pensieri.

"Molto. Non mi aspettavo tutto questo e tanto meno che un ragazzo come te si interessasse a me. Davvero Aron, mi sento così felice. Posso considerarla l'estate più bella della mia vita." Rispose guardando il cielo stellato con l'aria di una bambina sognante.

Mi piaceva vederla così presa, così immersa nel suo mondo.
Non doveva essere facile.

Misi la mano in tasca e tirai fuori la magica scatolina del regalo.

Ringraziai mentalmente mia madre.

I suoi occhi rimasero sgranati dalla sorpresa e io mi sentii felice.

"Aron non dovevi davvero." Tremante prese la scatola dalle mie mani e la scartó con delicatezza, con paura.
Come se fosse troppo bello per essere vero.

La aprii e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Una collana argento con un ciondolo di swaroski a forma di quadrifoglio prese a luccicare.

"È bellissima, davvero ti ringrazio infinitamente!" Mi abbracció con le lacrime agli occhi e in quel momento potei giurare di aver sentito il battito del mio cuore unito al suo nel più totale silenzio.

La presi e gliela agganciai attorno al collo.
Le stava divinamente e risaltava il bagliore di speranza celato nei suoi occhi.

"Nessuno ha mai fatto così tanto in così poco per me. Non so come ringraziarti e di certo piagnucolare non è un aiuto." Sorrise asciugandosi il volto.

"È un portafortuna! E tu ne meriti davvero tanta. Ogni volta che la guarderai penserai a me e a quanto io sia tremendamente pazzo in questo momento a dirti ciò che il mio cuore ha cercato di nasconderti sino ad ora." Le confessai tremante.

Sospirai.

"Io sono innamorato di te Luna, io... Cosa mi hai fatto, io mi sento completamente fottuto di te!" Le dichiarai per poi fiondarmi sulle sue labbra.
Senza darle modo di repliche.
Avevo bisogno di sentirla.

Ricambió senza timidezza, né paura.
Per la prima volta sicura di sé.

Un bacio lento e bisognoso sempre più passionale e disperato..
Avevo bisogno di lei come dell'aria che respiravo.
Volevo solo sentirla mia... anche solo per una volta.

Una condanna...

Perché di lei non ne avrei mai avuto abbastanza.

Cuore d'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora