Capitolo 7

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Mi sedetti sulla panchina e accesi la seconda sigaretta.

Aspettai che Julian si sedesse vicino a me e mi spiegasse una volta per tutte la situazione.

Ero esausto e stanco degli ultimi litigi, manco fosse una persona che conoscevo da sempre. Eppure cazzo mi importava come se lo fosse, quella ragazza mi aveva stregato e vederla in quel modo così afflitta per le mie parole, mi aveva in un certo senso distrutto.

"Io non ti conosco Aron, ma so che tieni a mia sorella più di quanto ci abbia tenuto realmente qualcuno in tutta la sua vita. Evan è uno stronzo, l'ha sempre voluta, ma lei ha sempre avuto altri stereotipi di ragazzi. Non ha mai cercato nessuno, fino ad ora. Sei l'unica persona che cerca, l'unico di cui parla persino a casa. Mia madre mi ha pure chiesto chi fossi e io non ho saputo dire niente. Ma posso dirti che quel sorriso sulla bocca di mia sorella non lo avevo mai visto prima."

Julian mi parló con il cuore in mano, con la voce tremante di un fratello che teneva a sua sorella più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Avevo decisamente paura di quello che potesse dirmi, ma dovevo ascoltare.

"Mia sorella è in fase di chemioterapia. Tutti sono convinti che morirà, persino lei. Eppure io no. Io credo che ci sia ancora una speranza e sai cosa? Quella scintilla è nella mia testa da quando ha parlato di te. Lei deve stare con chi la fa star bene, con chi la rende felice! Se c'è una speranza e quella sei tu. Io non lascerò che Evan o Ginevra me la frantumino per paura."

Scoppió in lacrime.

Il mio cuore era a terra e dubitavo che mi sarei alzato per andarlo a riprendere.

Luna era malata.

Ed io le avevo detto quelle cose.

Mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Senza pensarci due volte presi la terza sigaretta e la accesi.

Mi sentivo terribilmente nervoso, come se la responsabilità di questo fosse mia.
Come potevo essere una speranza di salvezza per un qualcosa per cui magari non vi era nemmeno certezza?

Non lo sapevo.

Julian si asciugó le lacrime e si affacció al muretto, guardando l'orizzonte.

"Ti ringrazio per avermi ascoltato Aron. Probabilmente penserai che sia un pazzo disperato, più che normale se la persona a cui tieni di più è sul filo del rasoio.
E mi dispiace se questa non è la vacanza che avevi immaginato per la tua estate.
Per esperienza posso solo dirti che, ogni cosa insegna.
In anticipo posso solo dirti: Tieniti stretto ciò che ami, sempre."

Lo fissai restando in silenzio cercando di pronunciare una parola che però non usciva.

Avevo la bocca secca e i pensieri a palla.

Pensavo a Luna, al discorso di Ginevra e alla gelosia di Evan.

Aspirai... Più che potevo.

Sentii l'aria mancarmi come mi sarebbe mancata se non avessi più visto quel sorriso splendente come il sole e i suoi occhi luminosi.

Era stupido persino pensarlo.

Ma forse... Mi ero innamorato.

Una cotta? O una bella botta in testa?

Non lo sapevo.

Per la prima volta presi coscienza della mia vita in città.
Presi il cellulare e guardai WhatsApp, c'erano un sacco di messaggi.
Tommy Erika e Vittorio. I miei amici.

Non li avevo calcolati minimamente negli ultimi giorni.

Tommy mi chiese che fine avevo fatto, Erika diceva che gli mancavano le nostre serate sbronza e Mc Donald's e infine Vittorio. Colui che ha sempre sperato nella mia redenzione, nel mio vedere la vita da un ottica più sana e priva di pericoli.

Benedetto Victor.

Sigaretta finita.

Ne volevo ancora, volevo soffocare quella sensazione di distruzione che mi stavo creando dentro solo con la mia stessa testa.

Dovevo vederla. Parlarle. Qualcosa!

Era strano in così poco tempo affezionarsi a qualcosa e avere il terrore di perderlo.
Era un emozione strana, mi faceva vibrare il cuore e mi faceva sentire vivo. Mi attanagliava le viscere e il solo fatto di averla davanti era un raggio di sole nella giornata più grigia dell'inverno.

Lei era estate.

Mi alzai e andai verso Julian per abbracciarlo.

Non ero mai stato così diretto nel mostrare chissà quale affetto, più che altro il mio era un sostegno.

Non lo avrei abbandonato.

"Ti ringrazio della sincerità Julian, nessuno me ne aveva parlato. Ne Luna e ne Ginevra. Posso immaginare il motivo. Io non la lascerò sola in un momento così critico, anche perché non lo avrei fatto a prescindere. Non sono molto bravo con queste cose, ma tua sorella ha un qualcosa che... " Boccheggiai incerto e imbarazzato.

Mi sentivo stupido solo a farlo un discorso del genere... con il fratello della diretta interessata e per di più che neanche conoscevo.

"Ha un qualcosa che ti prende, ma che poi non ti lascia. Me lo hanno detto molti ragazzi che le sono andati dietro sai?" Rise per smorzare la tensione.

"Julian, sei qui?" Luna fece capolino improvvisamente.

Julian le andò incontro e la abbracció.

Nessuna parola.

Solo un silenzio assordante che poteva ascoltare solo il cielo.

Cuore d'InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora