Quando mi svegliai la casa era completamente avvolta dalle tenebre. Mi alzai dal letto e andai verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua e guardai attraverso il vetro della finestra che dava verso la grotta principale. Anche lì regnava il buio se non per qualche torcia accesa qua e là. Ero sicura di essermi svegliata perché mi sentivo osservata ma questa volta non avevo trovato un paio di occhi celesti che mi fisavano. L'ambiente della casa era molo caldo e Lary mi aveva prestato una maglia a maniche corte e dei pantaloni lunghi in cotone. Nonostante la sua età era alta come me, anche se lei aveva meno curve. Riempii nuovamente il bicchiere poi uscii dalla casa andando sul terrazzo e guardai giù. Era completamente deserto. Veramente le persone non erano a conoscenza di un posto simile? Rimasi un po' lì a godermi il fresco che rilasciavano le rocce. Guardando sempre giù notai del movimento, c'era qualcuno che stava camminando a passo svelto verso il portone che portava alle fognature. Lotho. Scesi velocemente al piano terra sfruttando la velocità di cui vantavo e lo raggiunsi.
<<Lotho>> lo chiamai. Lui sobbalzò leggermente, forse non si aspettava il mio arrivo.
<<Cosa ci fai sveglia alle tre di notte?>> mi chiese quando si votò verso di me. Feci spallucce.
<<Ho dormito tutto il pomeriggio. Tu perché sei ancora sveglio?>> chiesi.
<<Da quando in qua sono i prigionieri a fare domande?>> sembrava arrabbiato e intravidi di nuovo la freddezza mista a tristezza nei suoi occhi. Arretrai di un passo non sapendo cosa rispondere e alla fine dissi solo: <<Scusa>>.
Lotho non rispose si voltò di nuovo e se ne andò uscendo dal portone. Feci per tornare dentro casa ma qualcosa mi disse che lo dovevo seguire. Appena uscii dal portone non c'erano tracce di lui però sentivo la scia di gelo che si era lasciato alle spalle. Seguendo quella scia mi ritrovai presto ad un tombino, però non era quello che avevo usato io per entrare. Poteva essere una delle entrate alternative di cui mi aveva parlato. Continuai a seguire i residui della sua energia. Mi ritrovai in una stradina circondata da un'infinità di alberi. Mi guardai intorno. Con la coda dell'occhio intravidi una scia luminosa sfrecciare tra gli alberi seguita da un'ombra. Era lui. Gli seguii e mi nascosi dietro ad un albero quando vidi che l'ombra scattò in avanti coprendo il piccolo tratto di distanza che lo separava dal luxen. Gli piombò addosso facendolo cadere per terra. Il luxen prese sembianze umane ma non riuscivo a vederlo in faccia perché era coperto da Lotho che gli stava sopra a cavalcioni, anche lui aveva ripreso le sembianze umane.
<<Sarai la mia cena>> disse Lotho piegandosi su di lui.
<<Ti pre...>> tentò di implorare l'altro ma fu interrotto da un pugno. Il luxen tossì.
<<Non sapevo che degli esseri arroganti e spregevoli come voi fossero capaci di supplicare. Scusa, ti ho interrotto, non è che potresti finire di supplicarmi? Sai, non capita molto spesso>> Lotho si mise a ridere in modo malsano. Il luxen ne approfittò e lo colpì con un fascio d'energia. Vidi la luce esplodere intorno a loro e per un attimo li persi di vista. Quando la luce si affievolì notai che questa era stata assorbita da Lotho, la sua maglia era ridotta a brandelli e potevo vedere gli opali che pulsavano di rosso. Lotho girò la testa come per stirare i muscoli del collo e nel mentre inspirò l'aria intorno a sé.
<<Tutto qua?!>> la sua voce aveva perso umanità, era ancora più profonda quasi gutturale. Il luxen cominciò a divincolarsi e a colpirlo ripetutamente. Lui lo prese per la maglia e si alzò in piedi portandolo con sé. Lo sollevò da terra con un braccio e il luxen si aggrappò ad esso. Lotho ghignò e con un unico movimento del braccio lo fece andare a sbattere contro un albero poi ad un altro con forza tale da far tremare gli alberi. In sottofondo ai tonfi e alle lamentele del luxen c'erano le risate folli di Lotho. Ora lo sbatté a terra sollevando il terriccio che avevano intorno. Quando la polvere si dissolse vidi il luxen che non aveva più il controllo su di sé e Lotho gli diede il colpo di grazia appoggiando il piede sul suo collo. Incominciò a spingere sempre più forte sino a quando la gola dello sfortunato non esplose. Il sangue blu schizzò in tutte le direzioni, io sobbalzai e mi tappai la bocca con una mano. Lotho sbuffò pulendosi la faccia con il braccio. Fece una risatina poi esordì: <<Che noia!>>.
Infine si piegò sul luxen e si nutrì, quando ebbe finito si raddrizzò in tutta la sua altezza. Il suo corpo emanava energia pura sotto forma di fumo nero.
<<Non so chi tu sia, ma hai un ottimo odore e io sono ancora affamato>> disse. Sempre da dietro l'albero sobbalzai. Non feci neanche in tempo a formulare un pensiero che lui sparì. Scrutai il bosco ma niente. Arretrai e andai a sbattere contro qualcosa, non ricordavo di avere un albero dietro. Mi voltai e mi ritrovai a fissare il petto semi nudo di Lotho. Alzai lo sguardo. Non si era neanche degnato di abbassare la testa, mi guardava solo con gli occhi e aveva un angolo della bocca sollevato verso l'alto.
<<Hai gradito lo spettacolo, Layla?>> sobbalzai nel sentire il mio nome pronunciato con tanto disprezzo. Lui scoppiò a ridere, mosse qualche passo indietro, incrociò le gambe all'altezza delle caviglie e si piegò in un inchino plateale. Ero spaventata da lui, non sapevo cosa pensare; era imprevedibile. Alzò la testa e un po' di capelli gli ricaddero davanti gli occhi luminosi. Sparì e ricomparve difronte a me attaccandomi ad un albero, la mia gola nella sua mano. Mi aggrappai al suo braccio con entrambe le mani e tentai di torcergli il polso, niente da fare.
<<Sei così buffa, speri davvero di riuscire a spostarmi. Illusa>>.
<<Lasciami>> dissi con tono soffocato.
<<Prima dimmi per chi lavori e cosa ti ha detto quel marmocchio>>.
Sgranai gli occhi.
<<Muoviti, non ho tutta la notte>>
<<non mi ha...>>
Lasciò la presa poi afferrò le mie spalle e mi tirò una ginocchiata in stomacò. Colta impreparata non riuscii a trattenere un urlo.
<<Non dire cazzate e ti risparmierai un bel po' di dolore>>
Non feci in tempo ad aprire bocca che mi assestò un pugno allo zigomo, mi prese la testa con une mano e me la fece sbattere contro l'albero poi azzerò la distanza tra di noi costringendomi ad appiattirmi contro l'albero poi sussurrò: <<Sei così buona>>.
Per colpa della botta in testa vedevo dei pallini colorati qua e là e il suo viso era così tanto vicino al mio che i nostri nasi si sfioravano. Lui inclinò leggermente la testa di lato e sfiorò le mie labbra con le sue. Erano così gelide. I miei occhi erano congelati nei sui. I lineamenti di Lotho sbiadirono lasciando al loro posto la sua vera forma. Così era ancora più imponente. Appoggiò di nuovo le sue labbra sulle mie ma questa volta inspirò. Sentii il gelo lungo la spina dorsale poi i miei muscoli si irrigidirono. Quando incominciai a sentire la mia energia scivolare via Lotho si staccò di scatto da me.
<<No. Cazzo no!>> esclamò dandomi le spalle e portando le mani alla testa. Riprese le sembianze umane e gridando in modo frustrato diede un pugno al fusto di un albero. I pezzi di corteccia volarono in tutte le direzioni. Poi si girò di scatto verso di me. Si stappò la maglia ormai a brandelli e cominciò a ridere sino a portarsi le mani allo stomaco infine si raddrizzò e tornò serio, tanto da farmi paura. Indietreggiai di un passo. Il suo sguardo era iniettato di sangue quando cominciò ad avanzare verso di me. Ancora una volta mi ritrovai bloccata tra lui ed un albero. Il suo sguardo era troppo pesante e non riuscivo a sostenerlo.
<<Perché non sei ancora scappata?>> sussurrò con voce profonda.
<<Ti ho lasciata fuori dalla cella e tu non sei scappata, perché?>> ora sembrava triste. Effettivamente era vero, mi aveva lasciata libera senza una guardia eppure non mi era neanche passato per la testa di scappare. Perché non lo avevo fatto? Sì, mi servono informazioni ma ultimamente non ho cercato di ottenere neanche quelle.
<<Non lo so>> dissi guardando le erbacce vicino alle mie scarpe.
<<Non lo sai?! Tu dovresti scappare, tu dovresti avere paura di me. Io sono un mostro!>>.
Non sapevo come interpretare queste ultime parole, non riuscivo a capire se voleva spaventarmi o voleva semplicemente mandarmi via. Alzai il viso e con sguardo deciso incrociai i suoi occhi. Lui sobbalzò quasi come se lo avessi colpito con uno schiaffo. Rimasi stupita, ero io che gli facevo un effetto del genere?
<<Tu non sei un mostro>> dissi senza pesare ma mi resi conto molto presto che erano pensieri sinceri. Lotho sorrise amareggiato: <<Non sai quello che dici. Io massacro per vivere e non solo. Uccido anche per il puro divertimento di sentire quei luridi insetti fluorescenti urlare e soffrire. Sono una macchina per uccidere, non ho nulla di umano e non ho sentimenti...>> fece una breve pausa <...penso che sia la descrizione perfetta di mostro>>.
<<Perché ti preoccupi tanto per me allora?>>
<<Io...>> vidi tutte le difese e i muri di Lotho abbassarsi, per un attimo intravidi il suo lato debole e indifeso.
<<Vattene>> disse solo questo poi sparì dalla mia vista. Guardai a destra poi a sinistra, davanti e dietro ma niente. Non c'era traccia di Lotho. Guardai nella direzione da cui ero venuta poi cominciai a correre nel senso opposto. Non sapevo esattamente dove mi trovavo ma continuavo a correre schivando alberi e radici. Sentii un fruscio provenire dalla mia destra.
-Guarda chi è riussscita a ssscappare- disse l'arum che ora correva dietro di me. Corsi per un altro tratto poi mi fermai di colpo assestando un pugno sulla faccia del mio avversario. Lui rimbalzò all'indietro sbattendo contro il tronco di un albero. Riprese le sembianze umane e lo riconobbi: era Jake, il fratello di Lotho.
<<Mio fratello si è stancato del suo giocattolino?>> sghignazzò e mi si avventò contro. Non avevo voglia di giocare quindi spensi tutte le emozioni e le sensazioni che avevo dentro ed evocai subito la fonte colpendolo ad una spalla. Lui ruggì di dolore.
<<Brutta puttana, era la mia maglia preferita. Cazzo!>> mi guardò con odio. Mi buttai su di lui con le mani avvolte da energia statica. Cademmo a terra in un groviglio di gambe e braccia, di luce e buio. Lui mi tirò un pugno alla mascella che non sentii neanche mentre io gli diedi una gomitata al fianco e un pugno in stomaco. Sfruttando il mio e il suo peso gli presi il polso di un braccio e lo feci girare a pancia in giù torcendogli il braccio dietro la schiena. Dovetti usare troppa forza perché vidi l'osso del gomito bucare la sua pelle e la spalla prese una posizione strana. Lui urlò di dolore. Ora che il braccio era fuori gioco mi alzai velocemente in piedi e gli spezzai le ginocchia, altro urlo da parte sua. Un liquido nero e viscoso gli inzuppava i vestiti ed immaginai che quello fosse il suo sangue. Andai davanti a lui e accovacciandomi gli tirai su il viso con uno strattone. Avevo perso sin troppo tempo, ora dovevo tronare al lavoro. Non dovevo più pensare a nulla, mi servivano delle informazioni e le avrei ottenute.
<<Voglio sapere tutte le entrate alternative del vostro regno e tutti i turni di guardia. Quando ti sarai curato mi andrai a prendere qualcosa con cui potrò contattare i miei colleghi e tornerai esattamente qui. Tutto ciò entro una decina di minuti, so che ne sei in grado. Se entro dieci minuti non troni, ti verrò a cercare e non mi limiterò a romperti solo un braccio e le gambe, non so se mi spiego.>>.
Jake annuì poi vidi i suoi contorni sbiadire e divenne un arum. Dopo alcuni istanti ricomparve la versione più magra di Lotho, si alzò in piedi e io lo seguii a ruota.
<<Ci sono cinque entrate. Una è quella che hai usato te ed è la principale, la seconda è questa e come puoi notare si accede dal bosco. La terza la puoi trovare in centro ad Atlanta e ti porta direttamente nelle celle.>> Jake si passò il dorso della mano sulla bocca per asciugare il sangue che si stava seccando poi deglutì.
<<La quarta e la quinta portano una nella stanza di Lotho mentre l'altra sbuca dal pavimento della sala comune.>>
<<E da dove si deve passare per trovare queste entrate?>> chiesi inchiodandolo con lo sguardo. Vidi che non era incline a rispondere quindi scavai nella sua memoria per ottenere le informazioni che volevo. Bisognava passare dal tombino dove ero entrata io ma invece di andare a destra bisognava girare a sinistra e dopo circa una cinquantina di metri si trovavano due corridoi. Quello di sinistra portava alla stanza di Lotho mentre l'altro alla sala comune. Avevo ottenuto le informazioni che volevo ma prima di uscire dalla sua mente intravidi un ricordo. Era lui che durante la notte mi aveva guardata però se ne era andato poco dopo perché qualcuno lo aveva chiamato. Era uscito dalla casa ed era sceso nella sala comune dove c'era Lotho. Era lui che lo aveva chiamato.
<<Che ci facevi là dentro?>> aveva chiesto minaccioso Lotho.
<<Guardavo solo, è veramente un bel bocconcino>> aveva risposto in modo perverso Jake.
Lotho aveva lanciato un pugno alla mandibola del fratello poi aveva ruggito con rabbia: <<Tu le devi stare lontano!>>
<<Ma che cazzo, che caspita ti prende!>> aveva urlato di rimando Jake indietreggiando per la sorpresa. Entrambi si erano bloccati e avevano alzato lo sguardo verso la casa di Lary dove avevano visto me. Jake se ne era andato. Uscii dai suoi ricordi. Lotho aveva tirato un pugno a suo fratello perché aveva fatto apprezzamenti su di me? Mi riscossi dai miei pensieri e tornai a Jake: <<Ora vai a prendere un telefono, ti aspetto qui. Non tardare>>.
Jake sfrecciò tra gli alberi e nel giro di poco sparì dalla mia visuale.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Eccomi qua di nuovo, che ne pensate? Spero che la lettura sia di vostro gradimento😉
Tra poco sarà pronto anche il quinto capitolo
Baci, alla prossima👋👋👋
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Shining darkness
FanfictionA Layla White, soldato del Dedalo, viene assegnato il compito di ottenere alcune informazioni riguardanti il regno degli arum per motivi a lei sconosciuti. La ragazza riuscirà ad entrare nel regno, ma riuscirà ad uscirne? Curiosità, sentimenti e una...