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La sala principale era affollata da migliaia di arum. Alcuni seduti ai tavoli che parlavano, altri raggruppati in piccoli mucchietti in piedi e altri ancora che camminavano avanti e indietro per raggiungere posti diversi. Anche tutte le impalcature erano piene di arum che si spostavano da un'abitazione all'altra. L'ambiente aveva un brusio di sottofondo e di tanto in tanto si sentiva qualcuno alzare un po' di più la voce. Man mano che Lotho avanzava gli arum si spostavano quasi automaticamente per farlo passare e quando mi notavano i mormorii aumentavano.
<<E' lei cazzo! E' lei quella puttana che mi ha rotto le ossa!>> sentii esclamare da dietro le mie spalle. Lotho sembrò non farci caso, quasi come se commenti simili fossero pane quotidiano. Seguii il suo esempio e feci finta di nulla sino a quando un pensiero mi arrivò nitido nella mente: -Non ci sarà sempre il mio caro fratello a proteggerti, prima o poi troverò il modo di fartela pagare brutta puttana-
Guardai a destra poi a sinistra alla ricerca della fonte di quel pensiero e incrocia lo sguardo furente di Jake, il fratello di Lotho che avevo sfruttato per ottenere le mie informazione.
-Sono dalla vostra parte- gli risposi con il pensiero.
-Potrai fregare lui, ma a me non mi inganni- ribatté.
<<Layla?>> mi chiamò Lotho per attirare la mia attenzione.
<<Ci sono!>> esclamai allungando il passo per raggiungerlo. Una volta al suo fianco lui fece qualcosa di inaspettato: avvolse il suo braccio attorno alla mia vita poi riprese a camminare. Lo guardai in volto con il cuore che mi batteva a mille ma lui continuava a guardare davanti a sé. Più avanti vidi Baruk che ci veniva incontro facendosi largo in mezzo alla folla. Quando vide come mi stava tenendo Lotho, le sue sopracciglia scattarono verso l'alto ma poi si riprese subito.
<<Baruk?>> domandò lui.
<< E' arrivato un messaggio dal regno di Regina, dice che il governo ha attaccato e che non tarderà ad arrivare anche qui. E...>>
<<Ci penseremo dopo. Prima voglio che lei mangi qualcosa e poi voglio andarle a prendere dei vestiti>> lo interruppe prima che potesse finire di parlare.
Baruk aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse e scosse il capo. Provai a leggergli nel pensiero ma prima che riuscissi a focalizzare i suoi pensieri tra tutti quelli dei presenti, se ne era già andato.
<<Dai andiamo>> disse tirandomi più vicino a lui.
<<Okaaayy>> risposi sorridendo.
Poco dopo arrivammo davanti ad un banco dove dietro ad esso ci stava un arum.
<<Cosa posso fare per lei, mio signore?>> domandò a Lotho guardandomi diffidente e con qualcos'altro negli occhi che non riuscii a decifrare.
Lotho si schiarì la voce e quando l'arum riportò la sua attenzione su di lui disse: <<Preparami qualcosa per lei... cosa preferisci?>>
<<Emm... non saprei, hamburger?>> chiesi indecisa, non ne avevo mai mangiato uno ed ero curiosa di assaggiarlo.
<<E hamburger sia dolcezza, vuoi anche delle patatine?>> chiese l'arum dietro al bancone quasi divertito.
Non feci neanche in tempo a rispondere che lo fece Lotho: <<Fai due porzioni abbondanti e voglio anche il ketchup, niente maionese>>
<<Agli ordine, datemi cinque minuti. C'è un tavolo libero qui difronte>> disse indicandolo con un cenno del capo. Il ragazzo fece per allontanarsi ma Lotho lo chiamò di nuovo aggiungendo: <<A dimenticavo, guardala ancora come se ti volessi nutrire di lei e ti prometto che ti strappo i bulbi oculari e poi te li ficco giù per la gola... ti aspetto tra cinque minuti al tavolo>>
Il povero arum si paralizzò per un attimo mentre Lotho gli sorrideva innocentemente poi si mise al lavoro.
<<Vieni andiamoci a sedere>>.
Una volta seduti uno di fronte all'altra appoggiai i gomiti sul tavolo in legno, incrociai le dita delle mai e vi appoggiai il mento.
<<Non pensi di aver esagerato con quel barista?>> chiesi con un piccolo sorriso accennato. Non era giusto il suo comportamento però in parte mi faceva piacere che, a modo suo, mi volesse proteggere.
<<Certo che no. Quello lì, molto probabilmente, voleva farsi un giro con te e poi mangiarti. Non mi sta bene che i miei arum ti guardino così>> appena puntualizzò l'ultima frase si bloccò un attimo come se neanche lui sapesse il perché di quelle parole che erano uscite dalla sua bocca. Per qualche istante guardò un punto dietro di me poi aggiunse: <<Ma tu questo lo sapevi già, vero? Dopotutto puoi leggere nella mente degli altri>>
Scossi la testa: <<Quando ci sono così tanti individui tutti insieme faccio molta più fatica a distinguere un pensiero dall'altro. Si confondono tutti tra di loro in un mormorio molto fastidioso, quasi come un ronzio perenne nelle orecchie, ma dopo un po' ci si fa l'abitudine>>
Stava per dirmi qualcosa quando aggiunsi: <<E poi non riesco a leggere nella tua mente>>
<<A no?>> chiese incuriosito.
Scossi la testa in segno di negazione con un piccolo sorriso sulle labbra chiedendomi che cosa poteva pensare di me in questo momento.
<<Interessante, ma penso di sapere il motivo>> disse indicandosi la schiena con il pollice.
<<Ma gli opali non aumentano solo le tue capacità?>>
<<Forse interferiscono anche con i tuoi poteri>> ragionò a voce alta facendomi l'occhiolino. Sorrisi poi mi sentii chiamare per nome da una voce femminile. Mi guardai intorno e vidi Lary che si dirigeva verso il nostro tavolo correndo e agitando la mano per salutare. I capelli sciolti svolazzavano in tutte le direzioni, i suoi occhi erano vispi e brillanti, la carnagione chiara delle sue guance era leggermente arrossata. Si fermò davanti al nostro tavolo e incominciò a saltellare felice come una bambina.
<<Lotho mi aveva detto che non ti avrei più rivista, che eri tornata da dove eri arrivata>> disse dondolandosi sui talloni, poi fece una pausa per riprendere fiato e infine appoggiò la mani sul tavolo.
<<Ma a quanto pare il nostro grande capo si è sbagliato>>, il sorriso che nacque sul suo volto le fece brillare ancore di più gli occhi azzurri, <<Posso sedermi con voi?>>.
Lary era felice di vedermi e anche io ero felice di averla rincontrata. L'avevo conosciuta per poco e in una circostanza particolare ma mi resi conto che mi stava già simpatica. La ragazza non aspettò il consenso di nessuno e si mise a sedere di fianco a me. Con la coda dell'occhio vidi Lotho che ci guardava scuotendo la testa e sorridendo. Riportai la mia attenzione a Lary.
<<Non abbiamo avuto tempo di conoscerci come si deve, raccontami qualcosa di te. Del tipo, cosa ti piace fare nel tempo libero?>> disse con enfasi senza neanche respirare tra una parola e l'altra. Lei era molto diversa da tutti gli arum presenti qua sotto. Lei era molto più solare e nei suoi occhi non c'era traccia di quella freddezza che li contraddistingueva tanto.
<<Beh, prima non avevo molto tempo libero per me e le rare volte che capitava ne approfittavo per riposarmi>> dissi con un po' di tristezza rendendomi conto che non avevo mai cominciato a vivere. Le uniche volte che mi ero sentita viva era quando le labbra di Lhoto erano sulle mie e quando le sue mani mi sfioravano la pelle. Sentii le guance andare a fuoco.
<<A cosa pensi Layla?>> chiese suadente lui.
Non feci neanche in tempo a voltarmi verso di lui che Lary mi salvò cominciando a parlare. Lotho sbuffò contrariato ma divertito allo stesso tempo.
<<Giusto, non mi stupisce che tu non abbia degli hobby... la prima volta che ci siamo viste mi hai detto di non aver mai mangiato ne cioccolata ne gelato. Rimedieremo a tutto. Io, Lary, ti troverò degli hobby>>
<<Okay Lary, mi farò aiutare da te>> sorrisi e lei ricambiò subito il gesto battendo le mani felice.
<<Allora, ti piace l'attività fisica?>> domandò attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno l'indice.
<<Diciamo che me la cavo, dal luogo da cui provengo ci allenavamo tutti i giorni per minimo due ore>> risposi pensando agli allenamenti distruttivi a cui eravamo sottoposti.
<<Tutti i giorni!>> esclamò sgranando gli occhi.
<<E' già molto se mi alzo dal letto!>> puntualizzò sghignazzando.
<<Dai, non mi dire che sei così pigra!>> la presi in giro dandole una leggera spinta sulla spalla. Lary fece finta di mettere il broncio e poco dopo arrivò il barista con le nostre ordinazioni. Non mi degnò neanche di uno sguardo e Lotho disse: <<Ma che bravo ragazzo! Vedo che hai colto il messaggio di poco fa>>
Offrii le patatine a Lary e tra un boccone e l'altro raggiungemmo la conclusione che alcuni dei miei ipotetici hobby potevano essere la lettura, la musica e lo sport. Lotho, che era rimasto in silenzio fini a quel momento, deglutì l'ultimo boccone poi disse: <<Io penso che un tuo hobby possa essere anche il sesso>>.
La patatina che stavo masticando mi andò di traverso e cominciai a tossire. Ancora una volta sentii le guance andare a fuoco e il suo sguardo non aiutava. Sotto quello sguardo mi sentivo completamente nuda e vulnerabile. Nessuno dei due sembrava intenzionato ad interrompere il contatto visivo e sentii a malapena Lary andarsene. Rimasi immobile con la schiena rigida mentre Lotho stava, pian piano, accorciando la distanza fra di noi allungandosi sul tavolo.
<<Che ne dici, vogliamo provare la mia teoria?>> chiese con voce bassa e profonda accennando un sorrisetto di sfida che mi mandò fuori di testa. Anche io cominciai, lentamente, ad avvicinarmi. Eravamo a pochi millimetri di distanza quando lui ritornò seduto al suo posto. Battei velocemente le palpebre e deglutii a vuoto.
<<Prima dobbiamo andare a comprarti dei vestiti>> disse compiaciuto. Mi fece finire di mangiare e poi uscimmo all'aria aperta, fuori dal tombino.
<<Non avete paura che qualcuno vi noti entrare e uscire?>> domandai consapevole che doveva destare molti sospetti vedere delle persone entrare o uscire da un tombino.
Mentre camminavamo uno di fianco all'altra Lotho rispose: <<Di solito quando entriamo o usciamo dal regno ci tramutiamo in ombra per non farci vedere>>
<<Comodo>> esordii guardandomi intorno con più calma. Le uniche volte che avevo percorso questa strada lo avevo fatto sempre di fretta, tanto da non accorgermi che qui vicino c'era un parcheggio. Lotho stava andando verso un SUV bianco con i vetri oscurati. Lo guardai incuriosita mentre lui tirava fuori dalla tasca un mazzo di chiavi. Lotho schiacciò un pulsante sopra una chiave nera e la macchina si aprì.
<<E' tua?>> domandai osservando la macchina. Sembrava nuova. La carrozzeria non aveva nessuna traccia di polvere e quando lui aprì lo sportello, notai che i sedili in pelle erano lucidissimi. Dall'abitacolo uscì un delicato odore di menta.
<<Tu che dici?>> mi rispose con un'altra domanda mentre si sporgeva all'interno della macchina per prendere qualcosa. Solo quado si raddrizzò nuovamente fuori dal veicolo, con una camicia semplice bianca in mano, mi resi conto che era ancora a petto nudo. Mentre si abbottonava la camicia continuai ad osservare il SUV.
<<Bianca? Non ti facevo un tipo da macchina bianca>> riportai lo sguardo a lui che in risposta mi sorrise. Sentii il mio cuore mancare un battito e una nuova sensazione si impadronì di me. Sentivo le farfalle nello stomaco. Non mi era mai capitato prima d'ora.
<<E dire che il bianco è il mio colore preferito. Dai sali>>.
Prima di andare dall'altra parte della macchina per salire nel posto del passeggero gli diedi un'ultima occhiata. La camicia si tendeva su spalle e petto. Distolsi lo sguardo ed entrai nel veicolo, anche lui fece lo stesso. Mise in moto la macchina e il motore cominciò a rombare. Accese la radio, tirò giù i finestrini poi partì. Dopo esser stati in cinque negozi di abbigliamento diversi, finalmente, Lotho decise che avevamo fatto abbastanza acquisti. I seggiolini posteriori erano occupati da sette borse colme di indumenti nuovi. Questa volta la radio non era stata accesa e non sapendo cosa dire cominciai a guardare fuori dal finestrino. Il sole baciava gli edifici con la sua luce ramata e regalava un'atmosfera surreale alla città di Atlanta. Per strada c'erano poche macchine e non ci mettemmo molto a raggiungere il parcheggio da cui eravamo partiti. Lotho spense il motore: <<Ecco fatto, non pensavo che mi sarei divertito così tanto a saltare da un negozio all'altro>>.
Sembrava sincero e rilassato mentre parlava continuando a guardare di fronte a sé.
<<Contento te, io avevo paura di morire di noia>> roteai gli occhi al cielo trattenendo a stento una risata. Lotho voltò la testa verso di me tenendo ancora le mani sul volante poi scoppiò a ridere divertito.
<<Che c'è?!>> esclami tra una risata e l'altra.
<<Se ti sentiva Katherine probabilmente ti avrebbe uccisa all'istante, lei ama fare shopping. Potrebbe passare una giornata intera tra vestiti, parrucchieri ed estetisti senza mai stancarsi>> mi spiegò sempre ridendo. Feci una smorfia di disapprovazione e lui rise ancora di più. Quando finalmente smise di ridere mi sorpresi a guardarlo. Mi piaceva vederlo così. Sentii il mio cuore che si scaldava.
<<Ma che..?>> domandò lui stranito facendo dissolvere il torpore che avevo in petto. Guardai nella stessa direzione del suo sguardo e difronte al SUV  c'erano due arum. Erano forti, sentivo la loro energia. Se ne stavano lì, immobili come delle statue. Poco dopo ne vidi altri due affiancarsi a loro. Anche quest'ultimi si misero nella stessa posizione dei primi: gambe divaricate e braccia tese lungo i fianchi con i pugni stretti. Mentre osservavamo la scena si aggiunsero altri arum arrivando ad un totale di dieci alieni. Stavano tutti immobili e avevano tutti lo stesso abbigliamento: jeans scuri e una camicia nera. Tutti avevano lo sguardo rivolto a terra poi quello centrale alzò la tesata puntando i suoi occhi celesti su di noi.
<<Che diavolo stanno facendo?>> pensò Lotho ad alta voce.
<<Non lo so>> risposi senza distogliere lo sguardo. Provai a leggere nella loro mente ma ancora prima di provarci notai che al polso avevano un bracciale con un opale.
<<Lotho, hanno degli opali... fanno parte del tuo regno?>> chiesi.
<<No, sono l'unico che ce li ha>>.
Ragionando mi venne in mente che Baruk prima aveva detto a Lotho che il regno di Regina era stato attaccato dal Dedalo, e se fossero riusciti a portarne alcuni dalla loro parte? Non riuscii a spiegare i miei dubbi a Lotho che lui era già sceso dalla macchina.
<<Che problema avete ragazzi?>> chiese scocciato. Scesi anche io.
A quel punto anche gli altri nove alzarono lo sguardo verso di noi.
<<Vogliamo lei, il governo la vuole indietro>> disse l'alieno che si trovava al centro. Ora mi rivolevano con loro? Forse sapevo troppo per continuare a stare dalla parte degli arum, però adesso sapevo che loro lavoravano per il Dedalo. Inizialmente non realizzai cosa stava succedendo. Vedevo solo fumo nero. Infine capii. Lotho aveva abbandonato le vesti umane e ora si ergeva imponente e più buio della notte davanti a me. I raggi del crepuscolo avevano creato una sagoma luminosa attorno a lui. Spalancando le braccia Lotho gli invitò a farsi avanti. Gli arum non se lo lasciarono ripetere due volte e si buttarono addosso a Lotho trasformandosi in dense ombre nere. Prima che loro potessero raggiungerlo, Lotho sbatté il piede sul suolo facendolo tremare. Colta alla sprovvista rischiai di cadere a terra come tutti gli arum. Si rialzarono tutti rapidamente e ripartirono alla carica. Stanca di essere protetta mi spostai da dietro Lotho, corsi contro uno degli alieni e saltano gli afferrai il collo tra le gambe. Mi tuffai dalla parte opposta tenendo sempre il suo collo tra le gambe rompendoglielo. Per assicurarmi che non si curasse troppo in fretta gli tolsi il bracciale poi lo colpii al torace con un pugno passando da parte a parte. Un arum si stava avvicinando alle mie spalle correndo. Aspettai sino all'ultimo secondo prima di spostarmi e afferrarlo per un braccio e ributtarlo indietro. Mentre lui era per terra incominciai a far scorrere lungo le braccia la fonte. Le mie dita emettevano piccole scariche elettriche di pura energia. L'arum era in piedi. Stesi le mani difronte a me e rilasciai un fascio di luce. Ora non c'era più nessuna traccia di quel povere alieno.
<<Vedo che ci sai fare!>> ringhiò tra i denti Lotho mentre sbatteva sull'asfalto uno degli arum colpendolo poi al petto. Quando tirò fuori il pugno vidi che aveva tirato via la spina dorsale al mal capitato.
<<Io sono a tre, e tu?>> mi chiese tirando un pugno alla mandibola di uno.
<<Due!>> esclamai schivandone uno nelle sue sembianze umane. lo atterrai saltandoci sopra a cavalcioni poi appoggiandogli una mano sul petto lo incenerii.
<<Ora siamo pari!>> mi scostai i capelli dal viso. Quel breve istante lo pagai con un bel pugno sul naso. Quel bastardo mi aveva rotto il naso. Gli ricambiai il favore ma invece che rompergli solo il naso gli ruppi il cranio. Il mio braccio era imbrattato del suo sangue nero e appiccicoso.
<<Che schifo>> mi lamentai facendo una smorfia.
Ora ne mancavano solo tre. Riuscii ad ucciderne due poi mi avviai verso Lotho che aveva immobilizzato l'ultimo arum per terra. Ora erano entrambi nella loro forma umana.
<<Cosa vogliono da Layla?!>> domandò minaccioso. L'arum non rispose e Lotho gli assestò un pugno alla mascella scorticandoli la guancia.
<<Perché lavorate con loro?! Rispondimi e forse ti lascerò vivo>>
<<Non abbiamo avuto scelta>> disse sputando del sangue <<Sono piombati dentro il nostro regno e ci hanno messo in ginocchio. O collaboravamo o morivamo>>.
<<Da quale regno vieni?>> chiese Lotho.
<<Dalle foreste dell'Amazzonia>>
<<Mi stai dicendo che il regno di Regina è caduto?!>> esclamò sorpreso lui e in risposta l'arum annuì.
<<Grazie delle informazioni>> nella mano di Lotho si formò una sfera di fumo nero.
<<Hai detto che mi avresti lasciato andare!>> si agitò il ragazzo.
<<Avevo detto forse>> specificò ghignando e uccidendolo. Il mio naso era già apposto e il sangue che era uscito mi si era seccato sulle labbra. Lotho si alzò e io cominciai a sorridere.
<<Che c'è?>> sbuffo quasi infastidito.
<<Ho vinto io per sei a quattro>> dissi triandogli un pugnetto sulla spalla. Lui rimase perplesso per un attimo poi scoppiò a ridere.
<<La prossima volta non ti lascerò vincere>> disse portandosi i capelli indietro e facendomi l'occhiolino.

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Salve a tutiiii!!! Scusate se ultimamente pubblico poco ma ho veramente tanto da fare con la scuola. Comunque ecco qua l'ottavo capitolo, spero che vi sia piaciuto 😊

***** IMPORTANTE *****
Mi sono resa conto che nel capitolo di presentazione non vi ho specificato tre cose importanti:
1) I luxen nascono sempre a gruppi di tre gemelli: due maschi e una femmina
2) Gli arum nascono sempre a gruppi di quattro gemelli: tre maschi e una femmina
3) La fonte è il nome che usano i luxen, ibridi e origin per definire i loro poteri che derivano da luce ed energia 

++++  ULTIMA COSA  ++++

Probabilmente scriverò un piccolo capitolo dedicato a Regina che spiegherà com'è salita al trono... 
Vi potrebbe interessare? Fatemi sapere nei commenti 

P.S. se il capitolo vi è piaciuto e ne avete voglia cliccate sulla stellina 

Ci vediamo nel prossimo capitolo!😘😘😘😘

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