Le nocche di Lotho erano diventate ancore più bianche mentre stringeva la mano attorno al collo del ragazzo. Alex si aggrappò con una mano al suo braccio mentre con quella libera gli assestò un pugno sulla mandibola. Lotho girò appena la testa.
<<Sul serio?!>> domandò divertito. Nella mano di Alex si formò una sfera di ombra. Con la mano libera, Lotho, gli afferrò il palmo della mano soffocando la sfera poi chiuse con forza la mano sgretolando quella del ragazzo. Alex cominciò a scalciare contro il busto di Lotho ma senza ottenere risultati.
<<Sai, forse mi dispiace un po' ucciderti>> ragionò ad alta voce con molta tranquillità. Alex cominciò a tossire ed a scalciare più forte mentre la stretta sul suo collo aumentava.
<<Da quanto tempo lavori per il governo?>> chiese minaccioso lasciandolo cadere per terra. Una volta che il corpo di Alex toccò il suolo non ebbe neanche il tempo di rialzarsi che Lotho gli assestò un calcio all'altezza delle costole. Si sentì un terribile rumore di ossa rotte. Il muro si era crepato leggermente e delle goccioline di sangue nero erano schizzate sulla sua superficie. Lotho si abbassò alla sua altezza mentre Alex aveva ripreso le sembianze umane. Con il dorso della mano si stava pulendo la bocca dal sangue tenendosi stretto il fianco con l'altra mano. Lotho lo afferrò per lo scollo della maglia e se lo avvicinò al viso.
<<Allora?>> il suo corpo emanava fumo ed energia congelata. La maglia si tendeva sulla sua schiena mettendo in risalto le pietre che erano incastonate al centro di essa. Notai Alex mettere una mano dietro la schiena. Sembrava che stesse cercando qualcosa. Lotho era tanto concentrato sul suo volto che non si era reso conto che aveva preso in mano un pugnale di ossidiana. Mentre il ragazzo stava aspettando il momento giusto io sentii una scarica di energia in tutto il corpo. L'effetto dell'iniezione era finito. Sorrisi. Alex caricò il braccio e lo mandò giù ad una velocità fulminea. Fui più veloce io. Tesi il braccio e gli colpii il polso con la fonte. Dalla bocca di Alex uscì un verso di frustrazione e sorpresa. Anche Lotho sembrava colto alla sprovvista perché mi guardava da dietro la spalla.
<<La prossima volta prendi meglio la mira, mi hai quasi mandato a fuoco un orecchio>> disse con un finto tono scocciato, stava sorridendo.
<<Scusa se ti ho salvato la vita>> dissi ironica notando il suo orecchio leggermente arrossato.
<<Mi sa che per te è finita>> tornò a parlare con Alex con un ghigno stampato in volto. Lui si alzò portandosi dietro il ragazzo. Lotho fece per tirargli un pugno quando si fermò ad un millimetro dalla sua faccia. Il biondo si fece sfuggire un sospiro di sollievo che però fu interrotto da Lotho che lo scaraventò per terra, vicino ai miei piedi. Per evitare che potesse fare qualsiasi cosa di avventato lo tenni sotto tiro con la fonte pronta a colpire. Alex era steso con la pancia sul pavimento. Fece per alzarsi ma Lotho gli mise un piede sulla schiena e abbassandosi gli afferrò i capelli tirandoli. Una sua mano andò automaticamente verso i ricci per alleviare la pressione su di essi. Il suo viso era rivolto verso di me.
<<Prima di spedirti all'altro mondo le devi chiedere scusa>> disse Lotho.
<<Fanculo>> rispose con voce strozzata per via della posizione in cui era. Lotho assunse un'espressione contrariata e gli tirò ancora di più i capelli facendogli inarcare ulteriormente la schiena. Alex emise un mugolio che uscì attutito tra i denti.
<<Fai il bravo. Se le chiedi scusa magari ti uccido velocemente...>> fece una breve pausa <<...Forse>>.
Probabilmente Alex voleva complicarsi la vita perché decise di sputarmi addosso. Mi spostai velocemente per evitare la sua saliva.
<<Tu vuoi proprio soffrire!>> esclamò Lotho fra i denti lasciando i capelli del ragazzo. Gli afferrò entrambe le braccia e puntando un piede all'altezza del gomito gliele spezzò in due. Urlo da parte di Alex mentre il suo sangue mi era schizzato in faccia e sulla maglia. Feci una smorfia disgustata.
<<Chiamami Baruk e digli di mandarmi Irvin>> disse alzando lo sguardo luminoso verso di me. Non sapevo di chi stesse parlando però prima di uscire dalla stanza sentii Alex esclamare con tono terrorizzato:<<No, ti prego no!>>. Fuori dalla stanza cominciai a cercare Baruk. La sala principale era affollata più del solito e mentre scrutavo la folla mi domandai il perché della reazione di Alex. Mi feci strada tra gli arum che camminavano e parlavano tra di loro. Ricevetti qualche insulto da qualcuno per avergli urtato la spalla. Cercai di captare i pensieri di Baruk per trovarlo prima ma invece dei suoi incontrai quelli di Seline. Andai velocemente da lei. Era in piedi vicino al banco del bar e stava parlando con qualcuno che non conoscevo.
<<Seline!>> la chiamai. Lei si girò verso di me.
<<Non hai idea di che serata fantastica ho passato!>> esclamò lei con gli occhi a cuore. Sorrisi felice poi dissi: <<Ora non posso ascoltare, mi racconti tutto più tardi. Hai visto Baruk?>>
Scosse la testa: <<Perché?>>.
<<Alex lavora per il governo, Lotho lo sta conciando per le feste e mi ha detto di cercare Baruk e dirgli di chiamare un certo Irvin>> dissi tutto d'un fiato. Seline era rimasta un attimo sorpresa: <<Alex lav...>>.
<<Poi ti spiego tutto ora però mi serve Baruk>> la interruppi.
<<Ti posso portare io da Irvin>> disse cominciando a camminare verso sinistra.
<<Vieni>> mi disse e la seguii.
<<Lo conosci?>> chiesi affiancandomi a lei.
Seline annuì: <<E' mio fratello>>.
<<Non mi hai mai parlato di lui>> pensai ad alta voce seguendola a passo svelto.
<<Non fraintendermi, gli voglio un mondo di bene ma non è un soggetto che si presenta a tutti>> accennò un sorrido che non riuscii a decifrare mentre cominciammo a salire le scale di alcune impalcature. Prima rampa, seconda rampa sino ad arrivare a metà della terza dove attraversammo un ponticello sospeso sopra il regno. Arrivammo dall'altra parte, svoltammo a destra poi Seline si fermò davanti una porta.
<<Abitate insieme?>> le chiesi mentre lei apriva la porta.
<<Neanche per sogno>> disse facendomi cenno di seguirla dentro casa.
<<Irvin!>> lo chiamò Seline mentre io osservavo l'ambiente in cui ero finita. Forse ora avevo capito perché Alex aveva reagito così. L'ingresso si apriva su un breve corridoio stretto dove, all'altezza delle spalle, c'erano appesi dei grossi chiodi neri. Alcuni erano vuoti mentre ad altri erano appese alcune mazze chiodate e accette. Alcuni degli oggetti appesi al muro erano impregnati di sangue sia luxen che umano. Anche il muro era leggermente sporco e annerito.
<<Irvin! Sei in casa?>> chiese ad alta voce Seline facendosi strada nella casa. Io le andai dietro sbucando nel salotto. Il pavimento era in parquet chiaro e ogni tanto si vedeva una macchiolina di sangue qua e là e degli asciugamani sporchi dello stesso liquido. Feci una smorfia annusando l'odore che impregnava l'appartamento. Odore metallico del sangue e qualcos'altro di disgustoso che non volevo capire cosa fosse.
<<Che schifo!>> disse lei dando voce hai miei pensieri. Alzai lo sguardo dal pavimento e sopra al divano c'era quello che doveva essere Irvin. Stava dormento. Indossava solo dei jeans con la cintura slacciata. Una gamba era sul bracciolo del divano mentre l'altra andava verso il pavimento. La sua pelle era quasi completamente ricoperta da tatuaggi. Una mano era sul suo petto mentre l'altra penzolava fuori dal divano dove sul pavimento c'era una mazza laccata di nero. Seline si avvicinò a lui con passo svelto.
<<Svegliati idiota!>> esclamò scuotendolo per una spalla.
<<Non puoi venire a rompere il cazzo tra qualche ora?>> chiese scocciato portandosi la mano, che penzolava fuori dal divano, davanti agli occhi.
<<Ti cerca Lotho>> aggiunse lei.
<<Mmm, allora cambia tutto>> disse spostando la mano da davanti gli occhi e aprendo le palpebre. Tirò giù la gamba dal bracciolo e si mise a sedere con le gambe divaricate. Con entrambe le mani si andò a sistemare i capelli talmente tanto neri da non aver nessun riflesso. Notai che aveva un tatuaggio persino sopra il sopracciglio destro. Era una scritta ma non riuscivo a capire cosa ci fosse inciso, mentre sotto l'occhio destro c'era una piccola croce.
<<Quindi sei tu>> disse alzandosi in piedi e guardandomi. Mi stava scrutando dalla testa ai piedi. I suoi occhi non erano chiari come quelli di tutti gli altri arum ma più scuri, come l'oceano. Il suo sguardo faceva trapelare pazzia e follia.
<<Allora? Lotho ti ha mangiato la lingua?>> chiese avvicinandosi mentre si sistemava la cintura. Lotho? Cosa? Oddio stava parlando con me?
<<Sei tu il bocconcino di Lotho?>> chiese di nuovo avvicinandosi ancora di più. La sua aurea emanava meno potenza di quella di Lotho ma lui mi inquietava talmente tanto da farmi seccare la gola. Lui mi squadrò per qualche altro secondo poi facendo spallucce disse: <<Sembri una bambolina caduta dallo scaffale dei giocattoli, non capisco cosa ci trovi Lotho in te>>.
Si avvicinò ancora prendendo tra le mani una ciocca dei miei capelli e la annusò.
<<Dai smettila... questa bambolina potrebbe ribaltarti sul pavimento quando preferisce>> disse Seline afferrando il polso del fratello per allontanarlo da me e nel mentre mi fece l'occhiolino. Sorrisi alle sue parole perché aveva pienamente ragione.
<<Ma fammi il piacere!>> esclamò Irvin alzando gli occhi al cielo.
<<Lotho mi ha mandata a ce...>> tentai di spiegare venendo però interrotta da lui.
<<Sorellina... Com'è andata con Kat?>> chiese ammiccante alla sorella ignorandomi. Seline arrossì. Sbuffai infastidita.
<<Oh che bellina, si sta arrabbiando>> sghignazzò degnandomi della sua attenzione alzando il sopracciglio tatuato in segno di impazienza.
<<Lotho ti vuole>> tagliai corto. Gli occhi di Irvin si accesero immediatamente mentre sulla sua bocca si scolpiva un sorriso sadico e inquietante.
<<Ora mi diverto>> disse facendosi scrocchiare le dita delle mani. Voltò le spalle ad entrambe e si piegò verso il pavimento raccogliendo qualcosa. Andò verso il divano e raccolse la mazza nera che era lì vicino. Si mise la mazza sotto braccio per poi sistemarsi un tirapugni argentato sulla mano destra.
<<Chi è la vittima?>> chiese mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcuno.
<<Come fai a sapere cosa devi fare?>> chiesi osservandolo afferrare un anello che occupava tutto il dito e terminava in una punta affilata.
<<E' quello che faccio. Se Lotho mi cerca vuol dire solo una cosa...>> fece una pausa afferrando un pugnale che si infilò tra i passanti della cintura <<...vuol dire che quando avrò finito il mio lavoro ci sarà molto sangue da pulire>>.
<<Quindi, chi è la vittima?>> domandò nuovamente facendo roteare la mazza.
<<Si chiama...>>
<<Non mi interessa il suo nome. Tanto, per quanto mi riguarda, è solo un altro giocattolo da smontare come altri>> mi interruppe. Sgranai gli occhi. Giocattolo? Giocattolo da smontare?! E io che pensavo fosse Lotho il più cruento.
<<Arum o luxen?>> chiese impaziente.
<<Arum>> dissi.
<<Ok, ok>> disse dandomi ancora una volta le spalle e dirigendosi verso un mobile nell'angolo della parete. Spalancò il cassetto e gli oggetti all'interno andarono a sbattere tra di loro provocando dei tintinnii. Incominciò a razzolare nel cassetto alla ricerca di qualcosa sino a che non ritirò di scatto la mano imprecando. Allungai il collo per vedere cosa stava facendo.
<<Cazzo, mi dimentico sempre di avvolgerla in qualcosa>> si lamentò da solo.
<<Ossidiana>> sussurrò vicino a me Seline. Irvin si infilò la pietra in tasca e voltandosi verso di noi disse: <<Sono pronto>>. La luce che brillava nei suoi occhi mi spaventava. Uscimmo dalla casa, ripercorremmo la stessa strada di prima e quando fummo arrivati nella sala principale del regno Seline se ne andò. Io ed Irvin arrivammo alla stanza di Lotho in silenzio. Quando entrammo lo trovammo nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato.
<<Alla buon'ora!>> disse tenendo ancora fermo Alex. Il ragazzino aveva gli occhi sbarrati mentre guardava Irvin e allo stesso tempo tentava di scappare. Alex si doveva essere curato le braccia perché tentava di far leva con quelle per alzarsi. Lotho alzò all'improvviso il piede che si trovava sulla sua schiena. Il biondo si alzò ad una velocità assurda e cominciò a correre verso l'uscita, diretto proprio in mezzo a me e Irvin. Quest'ultimo ghignò nel guardare Alex che tentava la fuga. Irvin afferrò la mazza con entrambe le mani e aspettando il momento giusto colpì con violenza il ragazzo all'altezza dello stomaco. Alex si piegò in due cadendo in ginocchio con entrambe le braccia avvolte all'altezza del punto dolorante. Piegò la testa verso il basso vomitando una quantità impressionante di sangue.
<<Il mio pavimento cazzo! Vedi di continuare il tuo lavoro lontano da qui e assicurati che soffra le pene dell'inferno>> disse Lotho osservando il pavimento della sua stanza. Io osservavo ad occhi sgranati la scena. Irvin si avvicinò con sguardo sadico ad Alex. Girò la mazza dalla parte del manico che posizionò sotto il mento del ragazzo per fargli sollevare il viso, poi con tono malsano disse: <<Hai sentito il capo? Dai tesoro, andiamo a continuare i nostri giochini a casa mia>>. Irvin ritrasse la mazza ghignando, afferrò Alex per i capelli, si voltò verso di noi, ci fece l'occhiolino poi tramutandosi in fumo sparì insieme ad Alex.
<<Guarda qua che disastro!>> esclamò Lotho scrutando prima il pavimento poi la parete crepata. In qualche modo la sua osservazione mi fece ridere.
<<Lo trovi divertente?!>> domandò scocciato. Non era una situazione divertente però il suo comportamento mi faceva ridere.
<<Solo un po'>> sghignazzai.
<<Ah sì?>> chiese sorridendo e venendomi incontro. Mi afferrò i fianchi, mi tirò a sé e mi baciò. Mi aveva colto alla sprovvista ma dopo poco mi sciolsi e ricambiai il bacio mettendoli le braccia attorno al collo. Mi staccai da lui di colpo.
<<Che c'è?>> chiese quasi preoccupato.
<<Ieri notte Archer mi ha contattata>> dissi. Dovevo smetterla di dimenticarmi dei dettagli così importanti.
Ora anche Lotho era serio. Le sue mani ancora sui miei fianchi mentre le mie sulle sue spalle.
<<E me lo dici solo ora?>> chiese.
<<Sai sono stata un tantino impegnata>> mi lamentai tirandoli un pugnetto sul petto.
<<Cosa ti ha detto?>> chiese ignorando il mio commento.
<<Mi sa che il nostro tempo è agli sgoccioli, non ha avuto neanche il tempo di spiegarmi tutto che è dovuto andare via>> spiegai ripercorrendo quel breve attimo.
<<Okay, allora direi che è ora di informarsi per bene.>> pensò ad alta voce. Assunsi un'espressione confusa.
<<Tu sai che armi usano e quanto possono essere pericolose per noi?>>
<<Ci sono le armi P.E.P*.. Sono armi ad impulsi elettromagnetici che interferiscono con l'energia facendola impazzire. È mortale per luxen, ibridi, origin e arum che anno anche solo un piccolo residuo di energia luxen all'interno del loro corpo. Hanno armi a base di onice che sono mortali per luxen ed ibridi mentre per gli origin non sono mortali ma non ci fanno neanche bene e penso che abbiano anche armi a base di ossidiana>> spiegai. Lotho fece una smorfia.
<<Okay e dei piccoli origin che mi sai dire?>> chiese.
Scossi la testa: <<Non molto>>.
Lui sorrise: <<E' ora di chiedere il nostro favore in cambio>>
<<Vuoi andare a cercare Luc?>> chiesi pensando a come avremmo fatto a trovarlo.
<<Esatto piccola>> ghignò.--------------* le armi P.E.P. non sono di mia invenzione ma sono presenti nella saga lux
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Eccoci qua. Che ne pensate del nuovo arrivato?
Spero che la lettura sia di vostro gradimento. Ci vediamo al capitolo 17 👋😊
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Shining darkness
FanfictionA Layla White, soldato del Dedalo, viene assegnato il compito di ottenere alcune informazioni riguardanti il regno degli arum per motivi a lei sconosciuti. La ragazza riuscirà ad entrare nel regno, ma riuscirà ad uscirne? Curiosità, sentimenti e una...