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<<E da quando ti fidi dei prigionieri?!>> domandò con voce squillante.
<<Lei non è una prigioniera>> ribatté in un batter d'occhio lui spostandosi leggermente davanti a me come se mi volesse proteggere. Portai lentamente il mio sguardo verso di lui ma Lotho teneva d'occhio Regina.
<<Scusa, hai ragione. Lei è la tua puttana e scommetto che la scopi così bene che ha deciso di tornare indietro da te!>> gridò avvicinandosi a lui. Non potevo vedere Lotho negli occhi ma la sua mandibola era serrata in una morsa d'acciaio. Lo sguardo di Regina si addolcì di colpo e alzandosi in punta di piedi disse: <<Perché non torni a giocare con me, ci divertivamo tantissimo insieme>>. Ora anche io stavo digrignando i denti. Sentivo l'elettricità statica percorrermi le braccia sino alla punta delle dita. Regina perse leggermente l'equilibrio e si appoggiò con entrambe le mani sul suo petto.
<<Dai, lo so che ti manco>> sussurrò leccandogli il collo, come Lotho aveva fatto a me. Lui reagì afferrandole i capelli e tirandoli per farla allontanare da lui.
<<Basta così!>> tuonò. Lei rimase esterrefatta.
<<Se sei venuta qui per dirmi quello che mi hai detto allora puoi anche andartene>> disse lanciandole uno sguardo glaciale.
<<Non dirmi che ti stai innamorando?!>> chiese scoppiando a ridere mentre io strabuzzai gli occhi. Lotho si stava innamorando? Si stava innamorando di me? E se anche io stessi incominciando a provare qualcosa per lui? Era, forse, stato questo sentimento a farmi tornare indietro per avvertirlo? Lotho non disse nulla ma spostò il peso da un piede all'altro.
<<Pensi veramente che si possa innamorare di un mostro come te?>>. Lotho sussultò leggermente. Non lo avevo mai visto così turbato.
<<Perché è questo che siamo, è questo che gli altri vedono in noi. Siamo dei mostri, delle macchine per uccidere. A noi non serve amare.>> concluse l'ultima frase con un filo di voce poi sbatté velocemente le palpebre come per scacciare via un ricordo. Qualunque cosa le fosse passato per la testa non feci in tempo a captarlo.
<<Regina...>> cominciò Lotho all'improvviso dispiaciuto, però non capivo per cosa.
<<No, non provare neanche a nominarlo e fammi un favore: togliti dalla faccia quell'espressione compassionevole>> disse lei. Ora aveva gli occhi lucidi e per un attimo intravidi, nei suoi ricordi, il volto di un uomo che spaventato indietreggiava sui suoi passi.
<<Quella è una storia passata che dimostra che non siamo fatti per amare>> disse riprendendo il controllo di se stessa.
<<Ora puoi andartene>> disse Lotho. Regina girò sui tacchi e andò verso la porta. Anche Lotho si girò e andò verso il letto e io lo seguii. Improvvisamente sentii uno spostamento d'aria e qualcosa rompersi alle mie spalle. Mi voltai di scatto e mi ritrovai davanti il braccio teso di Lotho. Guardai per terra dove giacevano i resti di una piccola statuetta. Osservai prima i suoi occhi arrabbiati poi guardai da dove era arrivata la statuetta. Sulla soglia della porta Regina si stava dondolando sui talloni con le mani incrociate in grembo. Dopo poco si portò una mano alla bocca e assumendo un'espressione da bambina innocente esordì: <<Ops, chissà da dove è arrivata>>.
<<Ora hai esagerato, vattene!>> ruggì Lotho avanzando minaccioso verso di lei. Regina divenne seria di colpo e indietreggiando di un passo alzò le mani in segno di resa. Lui arrivò di fronte a lei afferrandogli con violenza il polso. Lei aprì la bocca sorpresa mentre Lotho sibilò: <<Tu le devi stare alla larga!>>
La sua mano continuava a stringersi intorno al suo esile polso. Le nocche della sua mano cominciarono a sbiancare e il viso di Regina si contorse in una smorfia di dolore.
<<Hai capito?!>> domandò alzando il tono di voce. Regina tentò di sfuggire alla sua presa ma lui strinse ancora di più sino a che non si udì un terribile scricchiolio.
<<Sì cazzo, ho capito!>> esclamò dolorante. Lotho le lasciò il polso e anche da dove mi trovavo io si poteva notare che era in una posizione poco naturale. Una volta libera se ne andò dalla stanza chiudendosi dietro le ante della porta.
<<Perché lo hai fatto?>> chiesi attirando la sua attenzione e il suo sguardo.
<<Ti ha tirato addosso una cazzo di statuetta>> sbottò arrabbiato.
<<Tu però le hai rotto un polso>> ero come annebbiata.
<<Allora forse ha ragione lei, sono un mostro e tu non dovresti stare qui con me!>> esclamò. Mi avvicinai a lui sino a che le punte dei nostri piedi non si toccarono. Il suo sguardo, ora neutro e vitreo, era puntato su di me.
<<Non sei un mostro>> appena pronunciai queste quattro parole una lacrima solitaria attraversò la sua guancia. Rimasi esterrefatta: aveva completamente abbassato tutte le sue barriere difronte a me. Con un pollice gli asciugai la lacrima poi lui appoggiò la fronte alla mia.
<<Posso baciarti?>> domandò in un sussurro con gli occhi chiusi.
<<Sì>> e le sue labbra si appoggiarono delicatamente sulle mie. Le nostre labbra si sfiorarono e basta poi lui fece per allontanarsi ma io gli afferrai la maglietta e lo riportai da me. Mi baciò di nuovo ma molto più intensamente. In quel bacio era racchiuso qualcosa che non riuscivo a comprendere. Le sue mani non provarono nemmeno a cercare il bordo della maglia che indossavo. Prese direttamente la stoffa in due punti diversi e tirò squarciandola in due. Mi sfuggì un mugolio di piacere. Indietreggiando finii stesa sul letto e anche i pantaloni sparirono. Lotho si staccò dalla mia bocca solo per togliersi la maglietta e sbottonarsi i pantaloni. Il mio cuore prese a battere talmente forte che lo sentivo rimbombare in testa. Mi passò un braccio sotto la schiena e alzandomi mi mise verso l'interno del letto ma prima di sfilare del tutto il braccio da sotto di me mi sganciò il reggiseno.
<<Posso?>> chiese con voce roca. Mi aveva letteralmente strappato i vestiti di dosso e ora mi chiedeva se poteva togliermi il reggiseno? Non mi soffermai troppo sull'incoerenza della sua domanda e acconsentii. All'improvviso la temperatura calò vertiginosamente e Lotho abbandonò le sembianze umane. Mi accarezzò con quelle sue mani fredde e lisce facendomi venire la pelle d'oca. Inarcai la schiena verso la sua mano e lui emise un ringhio profondo poi sparì. Rimasi con la mente annebbiata per qualche istante poi mi tirai a sedere. Era sparito nel nulla lasciandomi praticamente nuda nel suo letto. Non riuscivo a capire cosa fosse successo. Come in trans scesi dal letto portandomi dietro la coperta per coprirmi poi mi guardai intorno. Ero sola. Tornai nel letto, mi stesi, mi coprii e infine chiusi gli occhi.

Shining darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora