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Piccolo problema. Avevamo bisogno di Luc ma nessuno aveva la minima idea di come ritracciarlo.
<<Hunter?>> chiese Baruk. Lotho scosse lentamente la testa sfregandosi gli occhi con la mano.
<<Non è più tornato indietro da quando l'ho mandato con quel bambino e non è neanche rintracciabile. Neanche i suoi fratelli sanno dove sia andato>> alla fine sospirò lasciandosi cadere su un divanetto in pelle ai lati della stanza. Ci trovavamo in un ambiente che ancora non avevo visto. Era una stanza immensa con un enorme tavolo al centro e intorno ad esso c'erano alcune sedie. Attaccati alle pareti si trovavano dei divanetti in pelle nera.
<<Per cosa la usate questa stanza?>> chiesi cambiando discorso. Lotho, Baruk, Regina e Katherine si voltarono verso di me guardandomi come se avessi appena fatto la domanda più stupida di questo pianeta. Al contrario, Lexy, sembrava che stesse aspettando una risposta proprio come me mentre Seline, Jeremiah, Jace e Raddack rimasero impassibili.
<<Quando abbiamo bisogno di parlare o di organizzare qualcosa di grosso usiamo questa stanza come luogo d'incontro>> spiegò Lotho sorridendo leggermente. Annuii. Nonostante il numero di persone, la stanza mi risultava troppo vuota e silenziosa. Sembrava che mancasse qualcosa o qualcuno. Mancava Alex, ecco chi mancava. Un leggero velo di tristezza mi si appoggiò addosso mentre ripercorrevo la scena e ogni sua singola parola. Forse lui poteva darci delle informazioni utili ma molto probabilmente, in questo momento non era più vivo.
<<Quindi come pensiamo di trovarlo questo bambino?>> domandò Kat.
<<Non ne ho la più pallida idea. Se qualcuno ha in mente qualsiasi cosa può dirla>> rispose Lotho ancora stravaccato sul divanetto. Abbandonò la testa all'indietro appoggiandola allo schienale poi chiuse gli occhi. L'ambiente piombò per un attimo nel silenzio totale.
<<Fermi tutti!>> scattò Seline. Tutti ci voltammo di scatto verso di lei.
<<Forse non serve trovare Luc...>> disse lasciando la frase a metà e voltandosi verso Regina.
<<Che vuoi dire?>> domandò Jeremiah dando voce ai pensieri di tutti quanti.
<<Regina, tu hai visto i piccoli origin. Non sapresti dirci nulla di utile?>> concluse Seline guardando intensamente Regina. Tutti ci voltammo verso di lei. In effetti era vero. Lei aveva incontrato la nuova generazione e li aveva visti in azione. Forse poteva dirci qualcosa di utile. Regina irrigidì le spalle e la schiena poi ci scrutò a tutti, uno per uno, con molta lentezza.
<<Io...>> cominciò a bassa voce cercando con lo sguardo Raddack.
-Ti prego fai la cosa giusta- stava pensando lui. Aggrottai le sopracciglia. Regina aprì di nuovo la bocca per parlare, aveva gli occhi lucidi. Cosa stava succedendo? Qualcuno aprì la porta ed entrò nella stanza senza bussare.
<<Potevi almeno darti una pulita>> disse schifata Seline guardando il fratello che era appena entrato nella stanza.
<<Lo sto facendo>> ribatté Irvin sventolando un asciugamano imbrattato di sangue nero.
<<Già finito?>> domandò Lotho.
<<Già, purtroppo non è durato molto>> rispose sinceramente dispiaciuto.
<<Oh, ma guarda chi c'è!>> esclamò cambiando immediatamente tono e puntando il suo sguardo su Regina.
<<L'arum più sexy che io abbia mai conosciuto>> Irvin andò verso di lei mentre Regina aveva accennato un debole sorriso compiaciuto.
<<Sono sicuro che non stanno dicendo nulla di interessante, che ne dici di prenderci qualche oretta?>> disse arrivando difronte a lei e prendendola per la vita tirandola a sé. Mi guardai velocemente intorno. Lotho stava alzando gli occhi al cielo come Raddack e Seline mentre le altre ragazze stavano facendo finta di nulla. Jeremiah, invece, stava tendendo la mandibola e le sue mani erano strette a pugno.
<<Dai, staccati>> disse scocciata Regina spingendolo via. A Lotho e a Jace sfuggì una risatina.
<<Non dirmi che ti è venuto un attacco di timidezza?>> domandò beffardo e divertito Irvin riavvicinandosi a lei.
<<Piantala>> rispose secca.
<<Neanche mezz'oretta?>> chiese riavvicinando una mano ai fianchi di Regina. La sua mano non arrivò mai a toccarla perché Jeremiah appoggiò con forza la mano sulla spalla di Irvin bloccandolo.
<<Sei forse sordo?>> chiese minaccioso il rosso. Irvin si girò verso di lui e ghignando disse: <<Voglio soltanto scoparmela, che c'è di male?>>. Sgranai gli occhi nel vedere la forma umana di Jeremiah sfarfallare.
<<Stalle lontano>> scandì con voce cupa. Con la coda dell'occhio vidi Lotho alzarsi e andare verso Jeremiah e Irvin. L'espressione che aveva dipinta sul volto era stupore puro.
<<Ragazzi, datevi una calmata>> disse mettendosi in mezzo ai due. Jeremiah batté un paio di vote le palpebre e riprese il controllo di sé stesso mentre Irvin emise un verso di disapprovazione. Lotho guardò per un'ultima volta i due arum poi si allontanò venendomi vicino. Appena mi raggiunse mi diede un bacio sula guancia e io gli sorrisi.
<<Comunque non capisco cosa ci sia di male a volermi portare a letto Regina>> aggiunse con disinvoltura Irvin facendo spallucce. Non ebbi neanche il tempo di sbattere le ciglia che il pugno destro di Jeremiah si andò a schiantare sulla mandibola del ragazzo tatuato. La sua testa scattò da una parte colto alla sprovvista. Si portò una mano alla mandibola tenendo la testa piegata verso il pavimento.
<<Questa però, te la sei cercata>> commentò Seline andandogli incontro per controllare come stava. Irvin alzò di scatto la mano libera per dire alla sorella di non muoversi. Nello stesso istante in cui Seline si fermò dalla pelle di Irvin cominciò a fuoriuscire del fumo nero e denso che si riversava verso il pavimento. Abbassò la mano che si era portato al volto e alzò la testa. Occhi luminosi impregnati di pura follia e la bocca sfigurata da un ghigno spaventoso.
<<Vuoi giocare con me Jeremiah?!>> domandò con un tono talmente tanto malsano da farmi venire i brividi.
<<Irvin>> tentò di chiamarlo Seline mentre vidi Lotho avvicinarsi nuovamente a lui. Avevo il cuore in gola mentre sentii Jeremiah rispondere: <<Sono tutto tuo>>.
<<Cazzo!>> esclamò Lotho vedendo Irvin scattare in avanti. Il suo pugno era avvolto da fumo nero mentre si abbatteva su l'altro arum. appena i due si schiantarono finirono a terra. Qualcuno, forse Regina, chiamò spaventata il nome di Jeremiah.
<<Datemi una mano a staccarli!>> esclamò Lotho nel momento in cui Irvin riuscì a mettersi sopra a Jeremiah. Il rosso assestò un colpo nello stomaco del secondo capovolgendo la situazione ma ricevendo un colpo all'altezza delle costole. La situazione si capovolse nuovamente mentre Lotho Jace e Raddack si avvicinavano per dividerli. Ora Irvin era sopra, l'avambraccio premuto sul collo di Jeremiah mentre l'altra mano stretta a pugno pronta per colpirlo in pieno viso.
<<Lotho!>> esclamò Regina preoccupata pregandolo con gli occhi di fermarlo.
<<Vuoi ancora giocare?!>> sbraitò Irvin facendo cadere un po' di saliva addosso a Jeremiah e ridendo.
<<Lo so, lo so!>> esclamò Lotho afferrando il braccio di Irvin proprio nel momento in cui stava per colpire. Irvin si girò di scatto verso Lotho lanciandogli uno sguardo omicida poi tentò di riprendersi il braccio strattonandolo. Lotho non lasciò la presa e lo tirò via da Jeremiah con uno strattone. Raddack e Jace, invece, persero appena in tempo Jeremiah che era già ripartito all'attacco. I due gli tenevano un braccio a testa intimandogli di calmarsi mentre lui tentava di liberarsi dalle loro prese. Alcuni ciuffi di capelli rossi gli erano finiti davanti agli occhi, la pelle imperlata di sudore e i denti digrignati in un ringhio. Lotho teneva Irvin per le braccia mentre lui si divincolava gettandosi in avanti facendolo vacillare per un attimo.
<<Sta fermo cazzo!>> esclamò Lotho piantando meglio i piedi al suolo. Jeremiah invece si era fermato e i due arum lo avevano lasciato.
<<Già stanco?!>> sbraitò Irvin gettandosi di nuovo in avanti. I suoi capelli corvini gli andarono davanti agli occhi.
<<Dai! Perché non mi massacri ora che sono bloccato?!>> continuava a ringhiare sputando saliva tra una parola e l'altra.
<<Dai! Fammi male! Spediscimi all'inferno!>> urlava mentre Jeremiah lo guardava con sguardo duro. Irvin continuava a tentare di liberarsi dalla presa di Lotho mentre il secondo stringeva sempre di più la presa sino a graffiargli ed arrossargli la pelle.
<<Ammazzami! Sono qui!...>> continuò. Seline si affrettò ad andare difronte a suo fratello. Lo sguardo preoccupato. Lotho lo teneva mentre si divincolava ancora. Seline gli mise le mani sulle guance chiamandolo per nome. Il fratello sembrava quasi che non la vedesse. Continuava a ridere in modo malsano e spaventoso.
<<Irvin calmati>> disse con calma lei tenendo sempre le mani sulle sue guance. Gli occhi di Irvin, finalmente, incontrarono quelli della sorella e lei sorrise rassicurante. Irvin si rilassò immediatamente.
<<Lascialo>> disse Seline a Lotho. Lui lasciò lentamente la presa e una volta libero, Irvin portò le braccia lungo i fianchi. La sua pelle era segnata da solchi arrossati. I due gemelli si guardarono negli occhi per qualche attimo. In quel momento percepii qualcosa di forte. In quello scambio di sguardi c'era comprensione, preoccupazione e allo stesso tempo tento amore fraterno. Alla fine Seline sorrise di nuovo e gettò le braccia attorno al collo del fratello in un abbraccio. Lei sussurrò qualcosa all'orecchio di Irvin e solo dopo lui ricambiò il gesto con un solo braccio. Appena i due si staccarono Irvin riassunse la sua espressione di superiorità e con tono scocciato chiese: <<Quindi, di cosa stavate parlando?>>. Nel mentre Regina si era avvicinata a Jeremiah e lui le aveva avvolto un braccio intorno la vita. Lotho alzò il sopracciglio notandoli poi rispose: <<Abbiamo bisogno di informazioni sui piccoli origin e stavamo chiedendo a Regina se ci poteva dire qualcosa di utile>>
<<Ma perché non possiamo chiedere a quel bambino che era venuto qui?>> chiese Irvin guardandoci come se fossimo tutti stupidi.
<<Forse perché non sappiamo come trovarlo?>> disse Lexy incrociando le braccia al petto. Irvin si girò verso di lei, la squadrò da capo a piedi poi ribatté: <<E se invece io sapessi dove si trova?>>.
Con solo una frase Irvin era riuscito a guadagnarsi l'attenzione di tutti e accorgendosene fece un sorrisetto soddisfatto.
<<Spiegati meglio>> parlò Lotho.
<<Cosa ottengo se te lo dico?>> chiese Irvin sorridendo e alzando un sopracciglio. Lotho sbuffò e alzò gli occhi al cielo: <<Cosa vuoi?>>
<<Voglio anch'io degli opali incastonati nel mio corpo>> disse guardando attentamente il suo sovrano.
<<E' fuori discussione>> rispose immediatamente Lotho indurendo lo sguardo.
<<Allora divertitevi pure a cercare>> disse dirigendosi verso la porta. Irvin aveva informazioni che potevano esserci molto utili.
<<Aspetta!>> esclami guadagnandomi le occhiatacce di tutti. Irvin si bloccò e si girò lentamente verso di me ghignando. Io lo scrutai per qualche secondo inquietata dalla sua espressione poi mi voltai verso Lotho.
<<Quanti opali saresti disposto a dagli?>> gli domandai portandolo in un angolo della stanza.
<<Layla lo hai visto?!>> mi domandò facendo schizzare le sopracciglia verso l'alto.
<<Non posso rendere ancora più forte uno come lui. Io sarò quello che sono ma almeno ho un minimo di buon senso, lui non ha neanche quello. Se non ci fosse stata Seline oggi, lo avrei dovuto mettere a KO per farlo calmare>> continuò.
<<Ha delle informazioni che potrebbero esserci utili>> ribattei titubante della mia stessa idea.
<<Su Lotho, perché non ascolti il tuo zuccherino?>> chiese Irvin ghignando. Lotho guardò lui poi riportò lo sguardo a me: <<Speriamo che non diventi troppo potente>>
<<Te ne concedo tre, non di più>> continuò rivolgendosi ad Irvin.
<<Andata!>> esclamò felice.
<<Ora però sputa il rospo>> disse secco Lotho.
<<Si trova in West Virginia. Ha incontrato un luxen di nome Paris che possiede un locale e ora Luc si trova con lui>>.
<<West Virginia?!>> chiese sgranando gli occhi Seline.
<<E tu come fai a sapere queste cose?>> domandò Katherine anticipando suo fratello. Irvin portò lo sguardo verso la ragazza dai capelli corvini.
<<Conosco Paris, è un mio amico>> rispose. Nella stanza calò il silenzio che fu ben presto spezzato da uno sbuffo divertito di Lotho.
<<Tu, amico di un luxen?>> chiese a metà tra lo stupore e il divertimento. Irvin fece spallucce.
<<Mi ha dato una mano a fare una cosuccia poi siamo diventati amici>> aggiunse.
<<Ok ok. I tuoi affari non mi interessano... sapresti portarci a questo locale?>> tagliò corto Lotho passandomi un braccio intorno alla vita. Automaticamente sorrisi e sperai che nessuno lo avesse notato.
<<Certo, però ci sono due cose. Uno, prima di andare voglio i miei tre opali. Due, dovete vestirvi per bene.>>
<<Cosa intendi?>> domandai stranita.
<<Di certo non puoi venire con i jeans e maglietta>> mi rispose Irvin ghignando. Avevo perfettamente capito cosa intendeva ma io non avevo vestiti del genere. Feci per aprire bocca quando Regina disse: <<Dovrei avere qualcosa da prestarti>>. Mi voltai di scatto verso di lei. Non avevo intenzione di mettermi nulla di suo. Lo stile di Regina non faceva per me però mi ritrovai comunque a ringraziarla per la sua offerta.
<<In quanti andremo?>> domandò Lexy guardandosi intorno.
<<Tutti, così non dovrò spiegare nulla a nessuno>> disse Lotho.
<<Irvin, mentre le ragazze si preparano tu vieni con me>> aggiunse avviandosi verso la porta seguito subito da Irvin. Prima di uscire dalla porta, però, si fermò un attimo voltandosi verso Regina: <<Non esagerare>>.
<<Tranquillo, non te la stravolgo.>> rispose.
Tutti i ragazzi abbandonarono la stanza lasciando noi ragazze sole.
<<Andate a prendere la roba che vi serve poi ci ritroviamo di nuovo qui.
<<Anche io non ho nulla da mettermi>> disse Lexy. Tutte ci girammo verso di lei poi dopo qualche secondo Seline si offrì volontaria per prestarle qualcosa. Per un momento mi ritrovai a pensare come dovesse essere Seline con un vestito addosso. Non riuscivo ad immaginarmela.
<<Regina, ma tu dovresti tornare in amazzonia?>> chiesi rendendomi conto che lei non viveva qua. Regina scosse leggermente la testa poi rispose: <<Ho un po' di cosine anche qua>>. Giusto, lei frequentava molto questo regno. Per qualche istante mi assalì un senso di gelosia quasi soffocante. Chiusi gli occhi per una frazione di secondo, inspirai poi ripresi il controllo di me stessa.
<<Altra domanda, come ci arriviamo in West Virginia?>> chiesi anche se potevo già immaginarmi la risposta.
<<Direi che se non ti vuoi fare dieci ore di macchina ci sposteremo nella nostra vera natura quindi i tacchi ce li metteremo una volta arrivate>> rispose Kat sorridendomi.
<<Guarda non lo avrei mai detto, pensavo di correre con un tacco dodici>> scherzò Seline voltandosi verso di lei alzandosi in punta di piedi e poi baciandola. Sorrisi. Regina, Kat e Seline andarono a prendere i vestiti mentre io e Lexy rimanemmo nella stanza ad aspettarle. 

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Scusate l'attesa ma da quando è finita la scuola non ho più toccato il computer. Comunque ecco a voi anche il 17esimo capitolo. Non so quando pubblicherò il prossimo, ma vi assicuro che ho già tutto nella mia testolina.
Alla prossima!😉👋

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