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New York. Dovevamo attraversare tutto il paese. La sabbia sotto i nostri piedi si alzava creando una nuvola attorno a noi. Sentii, di nuovo, una fitta alle tempie che scese dietro la nuca fino ad arrivare alla schiena. Sbattei velocemente le palpebre e appena il dolore svanì, sentii tutta l'adrenalina che avevo in corpo andare via. Rallentai leggermente. Rallentai ancora. Non riuscivo a trascinare le gambe che sembravano diventare sempre più pesanti. La vista mi si appannò e nel tentativo di spostare un piede davanti all'altro inciampai finendo a terra.
<<Layla!>> sentii esclamare Lotho.
Ero ferma a terra, appoggiata sulle ginocchia e sulle mani, la testa abbassata. Ero completamente immobile eppure mi sembrava che tutto stesse girando ad una velocità nauseante. Sentii le mie braccia cominciare a tremare e subito dopo fu il turno delle gambe. Qualcuno mi fece alzare lentamente il viso ma non riuscii a capire di chi si trattasse perché vedevo solo macchie confuse di colore.
<<Stanno arrivando, prendila in braccio e andiamocene>> disse una voce lontana. Mi sembrava di stare sott'acqua. Qualcuno mi mise le mani sulle spalle e mi tirò per farmi raddrizzare. Un crampo insopportabile mi fece rigirare stomaco e intestino. Mi rigettai in avanti e dopo diversi conati di vomito, dalla mia bocca uscì qualcosa di nero.
<<Lotho, muoviti!>> disse sempre la stessa voce di prima. Quando mi prese in braccio avvertii un senso di vertigini e per tentare di trovare un punto fisso appoggiai la testa al suo petto. Sentii la sua pelle raffreddarsi e diventare liscia come la superficie di un diamante. Era nella sua vera forma. Cominciò a muoversi ed io emisi un mugolio per lo spostamento improvviso.
-Andrà tutto bene-
Sentire la sua voce nella mia testa mi fece stare meglio e tutti i muscoli che prima erano tesi, ora erano rilassati. Avvertii i movimenti della corsa per qualche altro minuto poi nero.

Percepivo dei leggeri spostamenti d'aria. Il tessuto che mi copriva reagiva a queste lievi correnti appiccicandosi alla mia pelle. Mi sembrava di avere la pelle bollente ma allo stesso tempo sentivo freddo. Sentii una goccia colarmi lungo la fronte. Sudore? Acqua? Mi bruciava la gola e sentivo le labbra secche, avevo sete e fame. Sentivo come se al posto del mio stomaco ci fosse un buco. Anche gli occhi, nonostante fossero chiusi, mi bruciavano e li sentivo gonfi come se avessi pianto per ore. I muscoli indolenziti. Sentivo le dita delle mani formicolare quindi provai a muoverle per far riprendere la circolazione. Poi, nonostante il male ovunque, inspirai profondamente e mi inumidii le labbra. Gli spostamenti d'aria che avevo sentito fino a poco fa erano cessati.
<<Layla? Mi senti?>> era una voce familiare ma non riuscivo a capire di chi si trattasse.
<<Cazzo, non abbiamo fatto tutta questa fatica per vederti morire su uno stramaledetto letto del cazzo! Quindi ora fammi il favore di aprire quei dannati occhi! Lotho si sta facendo colpe che non ha, io voglio tornare a casa e mia sorella ha tanto bisogno di un'amica.>> era Irvin.
<<Mi faresti un grande favore se ora aprissi gli occhi>> disse con un tono più basso.
<<Se non vuoi ascoltare me, fallo per Lotho, per Seline... Non posso tornare da lei e dirle che neanche tu ce l'hai fatta>>. Dietro le mie palpebre chiuse prese forma l'immagine del corpo senza vita di Katherine.
<<Sei-sei qui solo p-per rimproverarmi?>> chiesi con fatica aprendo lentamente gli occhi. All'inizio erano solo colori indistinti poi misi a fuoco Irvin. Era in piedi alla destra del letto su cui ero stesa e mi guardava incredulo.
<<Sei sveglia>> disse come per assicurarsi che fosse vero. Provai ad annuire ma il collo mi faceva malissimo. Mugolai per il fastidio.
<<Ferma, non ti muovere>> disse lui avvicinandosi ad un comodino. Afferrò un bicchiere pieno d'acqua e ci mise dentro una cannuccia di plastica gialla. Si avvicinò a me e avvicinò la cannuccia alla mia bocca.
Lo guardai e lui disse: <<Avrai sete, bevi un po'>>.
Non me lo feci ripetere due volte e avvolsi la cannuccia tra le labbra. la plastica era liscia e fredda a contatto con la pelle secca delle mie labbra. Cominciai a bere lentamente. Appena l'acqua andò a contatto con la mia gola ebbi una sensazione di sollievo. Ne bevvi un altro po' poi ringraziai Irvin. Lui sorrise leggermente e appoggiò il bicchiere dove lo aveva preso. Mi osservai intorno. La stanza era ampia e lussuosa.
<<Dove...>> mi schiarii la voce <<Dove siamo?>>
<<A New York. Questa è la casa di una coppia di Luxen amici di Luc.>>
<<Da quanto siamo qua?>>
<<Quasi due settimane>> rispose lui guardandomi attentamente come per controllare che non avessi nulla che non andasse. Sgranai gli occhi, due settimane?
<<E io sono stata incosciente per due settimane?>> chiesi scioccata. Mi sembravano passate solo alcune ore da quando eravamo usciti dal Dedalo.
<<Non sei stata proprio incosciente. Non ricordi nulla?>> chiese fissando i suoi occhi nei miei. Io lo guardai confusa.
<<Cosa dovrei ricordarmi?>> chiesi preoccupata. Cosa era successo?
<<Hai passato il primo giorno in preda a delle convulsioni e quando sono passate hai cominciato a vomitare una sostanza nera. Per cinque giorni hai alternato il vomito con delle urla strazianti come se ti avessero squartata viva. Erano poche le ore in cui eri tranquilla.>> Irvin si interruppe poi mi guardò.
<<Hai male da qualche parte?>> domandò
<<Mi sento un po' indolenzita ma nulla di che, perché?>>
<<Quando hai avuto un attimo di tregua ti abbiamo fatto visitare. Ci hanno detto che le tue ossa erano letteralmente frantumate>>.
Rimasi senza parole e per controllare provai ad alzare un braccio. Mi faceva male ma riuscivo a muoverlo. Provai a mettermi a sedere. Sentii il lenzuolo cominciare a scivolare giù dal mio petto. Irvin si girò di scatto dandomi le spalle. all'inizio non capii poi quando sentii l'aria sfiorare la mia pelle nuda, realizzai di non avere dei vestiti addosso. Arrossii ed afferrai il lenzuolo per coprirmi.
<<Puoi girarti>> dissi imbarazzata.
<<Scusa, avrei dovuto avvisarti>> si scusò lui portandosi una mano dietro la nuca.
<<Te la senti di rimanere un attimo da sola? Vado a chiamare Lotho, dovete parlare di molte cose>>. Ero confusa, di cosa dovevamo parlare? Annuii poi Irvin lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle. Mentre aspettavo cercai di ricordarmi qualcosa ma nonostante gli sforzi, mi ricordavo solo che stavo correndo sulla sabbia e poi nulla. Guardai la porta. Da quando Irvin era diventato così premuroso nei miei confronti?
Sentii dei sussurri provenire da fuori la stanza e aguzzai l'udito per capire di cosa stessero parlando le persone fuori dalla stanza. Ascoltai per un po' ma sembravano solo dei sussurri senza senso. Poi mi resi conto che non erano parole, ma pensieri. Erano dei pensieri così strani, ma non per il loro contenuto. Anzi, a dire la verità non riuscivo a distinguere chiaramente le parole che passavano per la testa di chiunque si trovasse fuori dalla stanza. Mi concentrai di più.
-Cosa ne penserà? Ne sarò all'altezza? Lei starà bene? E lui? Devo vederla, ho bisogno di vederla- era un flusso continuo di pensieri, domande e altri pensieri ancora. Correvano così lisci nella mia testa come se mi avessero inciso un vinile in testa. I pensieri erano sempre gli stessi. Era un disco fisso, ne ero quasi ipnotizzata poi sentii il rumore degli ingranaggi della serratura scattare e la porta si spalancò di colpo. I pensieri che sentivo si interruppero appena incrociai gli occhi di ghiaccio di Lotho.
-E' sveglia, sembra che stai bene- era lo stesso flusso di pensieri che avevo sentito poco fa. Sgranai gli occhi. Lotho camminò verso di me fino ad arrivare al lato destro del letto. Mi guardò ancora per un attimo poi mi accarezzò la guancia come per assicurarsi che fossi vera.
-E' bellissima- erano i suoi pensieri. Riuscivo a leggergli nella mente. Perché ora ci riuscivo?
<<Come ti senti?>> sentire la sua voce mi riscosse dai miei pensieri. Sbattei leggermente le palpebre.
<<Un po' indolenzita e affamata ma tutto sommato mi sento bene>> risposi portando la mia mano sul suo viso.
-Come glielo dico?- si stava domandando mentalmente.
<<Dirmi cosa?>> domandai corrucciando lo sguardo. Lotho fece schizzare le sopracciglia verso l'alto in un'espressione di stupore.
<<Non chiedermi nulla, non so neanche io perché riesca a leggerti nel pensiero>> dissi sorridendo. Lui ricambiò il gesto in modo nervoso.
<<Cosa mi devi dire Lotho?>> chiesi iniziando a spaventarmi. Lui inspirò profondamente poi prese un foglio dalla tasca posteriore dei jeans.
<<Ti ricordi? Archer ti aveva dato alcuni fogli da leggere con calma. Mi ero quasi dimenticato della loro esistenza fino a quando Raya mi ha aiutato a svestirti per poterti lavare un po'. Lo abbiamo trovato nel tuo top. Sul momento lo avevo messo da parte ma dopo averti ripulita ed essermi assicurato che per il momento fossi tranquilla, mi sono messo a leggere>> lui deglutii mentre io lo guardavo senza battere ciglio.
<<La prima cosa che ho scoperto è che tu non sei un vero e proprio Orign ma qualcos'altro. Nel documento sei definita come Esperimento Titano...>> Lotho fece una pausa per guardarmi. Avevo sentito bene? Un Esperimento? La mia vita esisteva perché qualcuno aveva deciso di giocare con la generica? Abbassai lo sguardo verso le mie mani, erano così bianche. Mi strinsi in un abbraccio solitario. Incominciavo a domandarmi se quello che pensavo era reale. Esperimento. Ero veramente in gradi di provare emozioni o ero stata programmata per avere la sensazione di provare qualcosa? Esperimento Titano. Cosa volevano creare esattamente? Ero destinata a diventare come Ares? Archer lo aveva mai saputo? Sentivo freddo. Rannicchiai le ginocchia contro il petto. Sentivo una voragine enorme dentro di me.
<<Amore, Layla...>> Lotho mi accarezzò con delicatezza una guancia poi mi sistemò una ciocca dietro l'orecchio. Portai lo sguardo verso di lui.
<<Ti amo Layla, indipendentemente da tutto>> disse catturando i miei occhi con i suoi. Mi sporsi leggermente e lo baciai. Il cuore prese a battermi all'impazzata, sentii le farfalle nello stomaco e la sensazione della sua bocca sulla mia mi fece venire i brividi. Qualcosa nella mia testa mi suggerì che queste emozioni non potevano essere riprodotte da nessun computer, da nessuna intelligenza artificiale. Mi rilassai leggermente e quando mi staccai da lui dissi: <<Ti amo>>.
Presi un bel respiro e poi buttai fuori tutta l'aria che avevo incanalato nei polmoni. Ripetei il gesto altre due volte.
<<Sono pronta, puoi raccontarmi il resto>> dissi coprendomi, con il lenzuolo, anche le spalle. prima di continuare a parlare, Lotho si girò verso il comodino e aprì il primo cassetto. Dal piccolo scomparto tirò fuori una maglia a maniche lunghe troppo grande. Ritornò vicino al letto e mi aiutò a indossarla. Il tessuto mi ricadde morbido sulla pelle. Lotho riportò lo sguardo sul foglio poi continuò: <<C'è anche scritto che sei nata da due Origin e che dal giorno della tua nascita fino all'età di dodici anni ti è stato somministrato un siero di nome Prometeo, mentre dai dodici ai quattordici, ti è stato iniettato del sangue arum.>> mentre Lotho leggeva i vari dati scritti sul documento, mi domandai perché non mi fossi mai accorta di nulla. Quando mi avevano messo tutte queste sostanze in corpo? Ero cosciente quando mi facevano tutte queste iniezioni?
<<Da quando hai compiuto quindici anni hanno scoperto che con il tempo avresti sviluppato delle abilità superiori a quelle di un origin poi hanno cominciato a studiare il tuo DNA e quello che è diventato dopo le iniezioni. Hanno scoperto che si può ottenere una sostanza di nome LH11 però non dice di che cosa si tratti>>.
Ecco perché riuscivo sempre a distinguermi negli allenamenti, ecco perché non mi avevano mai affidato missioni esterne. Ero la loro creazione, ma perché mandarmi in una missione dove non sapevano se sarei tornata?
<<Quando ti hanno riportata al Dedalo hanno incominciato a somministrarti il siero Titano che, secondo quello che c'è scritto qui, avrebbe dovuto sbloccare qualcosa dentro di te...>>
<<Direi che ci sono riusciti>> dissi tentando di assimilare tutto quello che mi stava dicendo. Lui mi guardò.
<<Sono più forte fisicamente e anche i miei poteri sono aumentati, riesco anche a leggerti nel pensiero quindi direi che qualcosa è cambiato>> continuai facendo uscire dalla mia bocca qualsiasi parola mi passasse per la testa.
<<Una cosa che mi ricordo è che mi hai detto che i miei occhi erano diversi...>>
Lui annuì.
<<Ora come sono?>> domandai cercando automaticamente qualcosa con cui specchiarmi.
<<Sono normali>> rispose lui ed io smisi di cercare una qualsiasi superficie riflettente.
<<C'è dell'altro?>> chiesi stringendo la mandibola. Lotho annuì.
<<Non sanno se o per quanto tempo il tuo corpo reggerà le modifiche che hai subito e...>> Lotho fissava il foglio. Lo guardava senza dire nulla.
-Glielo devo dire...-
<<Lotho?>> chiesi agitandomi sul posto.
<<Dopo aver letto tutte queste informazioni stavo per accartocciare il foglio ma in fondo alla pagina avevo notato una riga sottolineata in rosso...>> lui si bloccò.
<<Lotho cosa c'è scritto!?>> domandai quasi gridando.
<<Sei incinta.>>
Spalancai gli occhi e schiusi la bocca.
Incinta.

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Eccomi qua!!!! Scusate l'attesa ma sono stata impegnata
Al prossimo capitolo, la storia sta per finireeee!!!😊👋💕

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