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Stesso odore nauseante stesso pavimento viscido. L'unica cosa che cambiava era che ora sapevo dove stavo andando e cosa mi aspettava. Invece di dirigermi verso l'entrata principale decisi di prendere il tunnel che portava alla stanza di Lotho. Incominciai a correre e in meno di due minuti raggiunsi l'entrata. Una volta oltrepassata la soglia mi ritrovai nella sua camera. Sentii una specie di mugolio profondo e il mio sguardo cadde sul suo letto. Lotho era avvolto nel lenzuolo nero che gli arrivava sino alla vita lasciandoli il petto nudo in vista. La coperta rossa pendeva da una parte del letto. Un braccio penzolava al di fuori del materasso mentre l'altro era appoggiato sul ventre. Il suo viso era rilassato e sembrava molto più giovane, quasi un ragazzino. I capelli tinti di bianco erano sparsi un po' in tutte le direzioni. Era veramente bello quando dormiva. Sapevo che il Dedalo avrebbe attaccato anche senza le mie informazioni e sapevo che se non avrebbero fatto scendere in campo la nuova generazione non avrebbero avuto speranze ma qualcosa mi aveva spinta a volerlo avvertire. A passo svelto ma leggero mi avvicinai al letto. Lo guardai ancora per un po' poi tentai di svegliarlo chiamandolo per nome. L'unico risultato che ottenni fu lui che si voltava dalla parte opposta. Appoggiai una mano sulla sua spalla e lo scossi leggermente chiamandolo e Lotho fece uno scatto con la spalla come per mandarmi via.
<<Lotho svegliati!>> esclamai spingendo più forte. Sentii ringhiare poi sbuffare però non si girò.
<<Sono solo le otto e mezza, chiunque tu sia spero per te che stia cedendo il mondo>> disse dandomi ancora le spalle. Roteai gli occhi al cielo e lo scossi ancora.
<<Tu vuoi proprio morire!>> disse tirandosi a sedere di scatto. Io balzai all'indietro colta alla sprovvista. Lotho si girò verso di me passandosi una mano sugli occhi per mandare via la sonnolenza che li era rimasta attaccata poi sbatte velocemente le palpebre come per mettermi a fuoco.
<<Layla? Non è possibile, che cazzo ci fai nella mia stanza>> esclamò guardandomi come se fossi un fantasma.
<<Non capisco, cosa ci fai qui? Tu dovevi scappare e non tornare mai più>> sembrava stupito.
<<Il Dedalo vuole irrompere qua e catturare voi arum>> dissi senza giri di parole.
Lui sembrava confuso: <<E cosa sarebbe Dedalo?>>
<<E' un'associazione del governo dove studiano voi alieni, soprattutto i luxen. Hanno bisogno di qualcuno che li tenga a bada e voi siete il miglior partito.>>
<<In quanti arriveranno e quanti sono come te?>> sembrava che ora non avesse più sonno.
<<Come me sono pochi, saranno un centinaio se non di meno ma se decideranno di mettere in campo anche i bambini come Luc allora saranno guai. Se sono veramente più forti di come li avevano previsti non so come potrebbe finire. Il resto sono umani.>>
<<Gli umani non sono un problema ma la situazione non spiega perché tu sia tornata indietro per avvertirmi dopo tutto quello che è successo>> disse alzandosi dal letto e guardandomi dall'alto al basso.
Non sapevo cosa rispondere quindi rimasi in silenzio mentre lui continuava a fissarmi in modo insistente poi piegò la testa di lato: <<Quando pensi che arriveranno?>>
<<Non lo so, nel giro di qualche giorno>>
<<Sei ferita, vieni con me>> disse passandomi di fianco e entrando nel bagno. Lo seguii.
<<Siediti sul water>> disse cercando qualcosa in un armadietto vicino al lavandino. Venne verso di me con del disinfettante e delle garze.
<<Perché tieni queste cose in bagno. Insomma, puoi curarti da solo, non ti servono.>>
<<Non si sa mai>> rispose appoggiando tutto per terra e inginocchiandosi davanti a me.
Mi fissò la gamba per un po' poi rialzò lo sguardo verso il mio viso: <<Perché non ti curi da sola?>>
<<Mi hanno sparato con un proiettile a base di onice. Se per i Luxen è mortale per noi origin, che abbiamo solo una parte del loro DNA, rallenta la nostra guarigione>> spiegai.
<<Capisco, dovresti toglierti i pantaloni>> disse slegando la manica dalla mia gamba. Il sangue cominciò ad uscire leggermente più veloce. Mi alzai in piedi cercando di non mettere troppo peso sulla gamba ferita poi cominciai a sfilarmi i pantaloni. Una volta che arrivai appena sopra la ferita Lotho mi disse di sedermi e finì di togliermeli lui. Lo guardai esaminare il foro dello sparo poi disse: <<Lo devo disinfettare se no farà infezione, forse brucerà un po', se vuoi puoi aggrapparti alla mia spalla>>
Non feci in tempo a dire che non c'era bisogno che lui mi buttò il disinfettante sulla gamba. Sentii subito un bruciore molto intenso che mi tolse il respiro e per un attimo mentre le mie mani si sigillarono sul bordo del water.
<<Tutto ok?>> mi chiese quasi divertito.
<<Sì>> risposi scocciata e a lui sfuggi una risatina.
<<Ridi di me?>> chiesi dandogli un schiaffetto sulla spalla e mettendo il broncio. Lui rise, scosse la testa poi mi fasciò la gamba. Una volta che ebbe finito rimase con una mano sulla parte esterna della mia gamba e la fece risalire sino al mio fianco. Si fermò lì, con la mano leggermente sotto il bordo del maglioncino e cominciò a disegnare dei piccoli cerchi con il pollice. Incastrò i suoi occhi nei miei e ci vidi una strana scintilla. Non era il suo solito sguardo duro ed inespressivo, era qualcosa di più. Mi stava guardando come se gli fossi mancata, come se si era già rassegnato a non vedermi più. Rimasi incastrata nel ghiaccio dei suoi occhi che piano piano si stava sciogliendo in un azzurro più scuro, come quello del cielo dopo una nevicata.
<<Perché sei tornata indietro?>> la sua domanda la sentii solo parzialmente. Volevo un contatto con lui. Dalla prima volta avevo visto qualcosa in lui, qualcosa che era nascosto sotto a quello che lui voleva farmi vedere. Alzai una mano e con l'indice li spostai un ciuffo di capelli poi scesi dietro l'orecchio e lungo la mandibola.
<<Tu sei fuori di testa>> sussurrò mentre le mie dita raggiunsero la linea delle sue labbra, erano così morbide. La sua mano sul mio fianco aveva leggermente stretto la presa. Io ripercorsi la stessa linea che avevo tracciato sul suo viso sino all'orecchio poi andai giù verso il collo.
<<Posso baciarti?>> chiese lui. Annuii. Con la mano libera mi prese dietro alla nuca e poi mi tirò leggermente a sé. I nostri visi erano a pochi millimetri di distanza quando lui si fermò.
<<Non posso trascinarti con me nel buio>> era così vicino che sentivo il suo respiro sulle labbra. Eravamo così vicini e io avevo il cuore e la testa in tempesta. Mi spinsi in avanti e lo baciai. Lui, preso alla sprovvista, sobbalzò ma non si allontanò. Si avvicinò ancora di più a me azzerando le distanze. Avevo bisogno di quel contatto. Le mie gambe si strinsero attorno alla sua vita, lui spostò la mano da dietro la mia nuca e mi prese anche l'altro fianco. Si alzò in piedi prendendomi in braccio. Le nostre bocche erano fuse insieme. In qualche modo riuscimmo ad arrivare al letto dove mi fece stendere. Lui si posizionò sopra di me puntellandosi sui gomiti poi riprese a baciarmi.
<<Cosa mi hai fatto?>> mi chiese tra un bacio e l'altro poi mi passò un braccio sotto la schiena facendomi inarcare e rotolando mi portò sopra di lui. Lotho si mise a sedere con me sopra e quando prese i bordi della mia maglia per sfilarmela qualcuno bussò alla porta.
<<Non ora>> rispose con la voce roca e in risposta bussarono di nuovo. Lotho emise un ringhio gutturale.
<<Spero per te che sia importante!>> esclamò facendomi alzare per poter andare ad aprire la porta mentre io mi sedetti sul materasso morbido. Mi lasciò sul letto così. Ero stordita da quello che era successo e da quello che poteva succedere se nessuno fosse venuto a disturbarci. In un istante ero riuscita a dimenticarmi della ferita sulla gamba e del Dedalo.
<<Che cazzo vuoi Baruk!>> lo sentii dire. Teneva la porta aperta in modo che Baruk potesse vedere solo lui.
<<E perché è venuta qui?>> chiese Lotho.
<<Dice che ha delle novità>> disse la voce di Baruk.
<<E non poteva telefonare? No aspetta, lei deve sempre essere al centro dell'attenzione!>> rispose in tono scocciato.
<<Cosa le devo dire?>>
<<Aspetta qui, dammi cinque minuti>> non aspettò neanche una risposta che sbatté la porta in faccia a Baruk.
<<E ora mancava solo lei!>> esclamò a bassa voce tra i denti passandosi entrambe le mani tra i capelli.
<<Che succede?>> chiesi infilando le gambe sotto il lenzuolo. Ora mi sentivo incredibilmente nuda. Lotho girò di scatto la testa verso di me come se per un attimo si fosse dimenticato della mia presenza. Cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza vomitando parolacce e imprecazioni poi si infilò in bagno. Ne uscì con i miei pantaloni poi andò verso il suo armadio e tirò fuori una maglietta a maniche corte nera. Venne verso il letto: <<Vestiti, abbiamo ospiti>> disse amareggiato. Mentre mi alzavo e andavo in bagno lui andò di nuovo alla porta. Prima di chiudermi dentro alla stanza sentii Lotho dire: <<Falla entrare>>. Una volta chiusa in bagno mi tolsi il maglioncino distrutto e misi la maglietta di Lotho che mi scese sino alle cosce. Indossai i pantaloni e poi ritornai nella camera da letto. Lotho era in piedi vicino all'armadio. Ora indossava un paio di pantaloni in pelle e una maglia a maniche corte bianca che si tendeva sui muscoli della schiena. Una volta chiuse le ante dell'armadio si voltò nella mia direzione.
<<Cerca di farti notare il meno possibile, sta seduta sul letto e non dire nulla. Intesi?>> disse serio guardandomi dritto negli occhi.
<<Ma...>>
Le ante della porta della stanza di Lotho si aprirono di scatto andando a sbattere alle pareti. Lotho si raddrizzò e incrociò le braccia sul petto rivolgendo lo sguardo a chiunque fosse sulla soglia. Lo sentii sogghignare e poi dire: <<Regina, da quanto tempo. A cosa devo la tua visita mia cara?>>
Spostai la testa leggermente di lato per vedere di chi si trattasse.
<<Troppo tempo>> rispose in tono suadente la ragazza. Aveva una bellezza quasi velenosa. Sembrava avere all'incirca diciotto anni, come me. I capelli corvini dai riflessi blu notte erano appoggiati su una spalla dalla carnagione bianca come la neve. Sopracciglia scurissime e le ciglia lunghissime incorniciavano degli occhi seducenti, taglienti e glaciali. Quest'ultimi erano decorati da una linea spessa di eyeliner. Al naso portava un anellino pieno di brillanti e subito sotto una semplice pallina color argento che metteva in risalto l'arco di cupido delle sue labbra. La sua bocca tinta di nero opaco disegnava un sorriso beffardo. La ragazza che Lotho aveva chiamato Regina indossava un top color porpora a collo alto che si apriva sulla parte centrale del petto. La stoffa che copriva i seni era collegata da delle sottili cordicine che lasciavano intravedere il tatuaggio sotto al seno abbondante. Pancia e ventre perfettamente piatti e nell'ombelico aveva un piercing azzurro. Dai pantaloni, in lattice nero a vita bassissima, faceva capolino l'immagine di un serpente che si arrotolava attorno alla sua vita per poi finire sulla gamba destra. Sarebbe stata alta come me se non fosse stato per le zeppe vertiginose che potava ai piedi. Regina mi notò ma non mi degno neanche cinque secondi di attenzione, poi puntò di nuovo quel suo sguardo provocatorio verso Lotho.
<<Ho delle novità per te>> disse andando verso di lui facendo ondeggiare i fianchi. Lotho lasciò ricadere le braccia ai lati del corpo mentre lei si avvicinava. Una volta arrivata difronte a lui infilò un dito nella scollatura della sua maglia e lo tirò verso di sé ma senza successo. Regina si finse offesa e domandò con tono seducente: <<Non siamo in vena di giocare?>>
Solo allora Lotho si mosse prendendole il mento tra indice e pollice, si abbassò alla sua altezza e disse: <<Che novità mi devi raccontare dolcezza?>>
Qualcosa dentro di me prese fuoco, non volevo che lui le stesse così vicino. Ero gelosa.
<<Vogliamo discuterne in un letto...magari con meno vestiti?>> propose lei guardandomi di sfuggita. Si stava prendendo gioco di me e non mi piaceva. Lotho l'allontanò da sé con una leggera spinta. Lei gettò la testa all'indietro in una risata malsana.
<<Veramente?!>> altra risatina.
<<Veramente stai rifiutando me>> disse puntandosi un'unghia, laccata di bianco e nero, sul petto <<Per quella troia bionda che è seduta sul tuo letto?!>>.
Strinsi la mandibola talmente tanto che mi sorpresi di avere tutti i denti ancora integri.
<<Regina!>> l'ammonì lui.
<<Veramente, sei serio?!>> esclamò lei tra una risata e l'altra.
<<Tesoro mio, senza offesa, ma sembri proprio una santarellina>> disse piegando la testa verso di me, alcuni ciuffi le ricaddero sugli occhi.
<<E a quanto ricordo a Lotho piacciono le ragazze cattive>> ghignò. Non ci vidi più e mentre Lotho stava per ammonirla di nuovo io mi ero già mossa. In un battito di ciglia mi spostai di fronte a lei dando le spalle a Lotho. Quando Regina si accorse del mio spostamento io le avevo già assestato un bel pugno su quel nasino all'insù. Alle mie spalle sentii una risatina mentre lei si era portata una mano al naso. Potevo vedere il sangue nero che le colava sulle labbra.
<<Ma che cazzo!>> imprecò lei diventando ombra e venendomi addosso. Mi spostai velocemente e lei andò a sbattere contro Lotho che afferrandola disse: <<Sei venuta qui per riferirmi delle informazioni. Dimmi quello che mi devi dire e poi torna dai tuoi piccoli arum>>
Una volta che Regina riprese le sembianze umane io me ne tornai sul materasso sorridendo. Il sangue non le scendeva più.
<<Il governo sta architettando qualcosa>>.
Lotho si girò immediatamente verso di me e io mi alzai in piedi andando vicino a lui.
<<Vai avanti>>
<<Qualche giorno fa un intruso è entrato nel mio regno per ricavare informazione, ma indovina... sono io che ho ricavato informazioni da lui. Viene da un'organizzazione chiamata Dedalo e dice che stanno cercando di catturare più arum possibili per farli collaborare con loro, volevo sapere se da te era successo qualcosa di strano recentemente>>.
Lotho sghignazzò e si voltò verso di me, io ricambiai lo sguardo poi portai la mia attenzione a Regina: <<Per caso l'infiltrato aveva gli occhi viola come i miei?>>
Guardandomi disgustata rispose di sì.
<<Aspetta ma...>>
<<Sì, anche io vengo da Dedalo>>
Regina stava per dire qualcosa ma fu interrotta da Lotho che mi chiese: <<Sapevi che non erano interessati solo al mio regno?>>
<<No, veramente io non ero stata neanche informata del motivo della missione>>
<<Perché ti fidi di lei?>> scattò lei puntandomi un'unghia laccata addosso. Stavo per romperle il dito quando Lotho rispose: <<Era riuscita a scappare ma è tornata indietro per avvertirmi, direi che mi posso fidare>>
Spostai il mio sguardo su di lui. Aveva appena mentito. 
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Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Ci rivedremo a breve tra le righe del settimo capitolo😊😊😊

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