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Mi sistemai i capelli dietro le orecchie. L'aria di ottobre era fredda e quando respiravo si formavano piccole nuvolette di condensa davanti al mio viso. Mi guardai velocemente intorno per assicurarmi che nessuno mi vedesse poi mi piegai per terra e alzai il tombino. A dire la verità sarebbero serviti degli attrezzi per aprirlo ma per un origin come me bastava impiegare solo un po' di forza. Incominciai a scendere le scale e quando anche la mia testa si ritrovò sotto la linea dell'asfalto recuperai il tombino e lo richiusi. Ora era buio pesto quindi decisi di accendere una piccola sfera di luce per illuminare i tubi della scala. Arricciai il naso quando inalai l'odore di marcio e putrido che regnava qua sotto. Una volta arrivata in fondo, le mie scarpe toccarono un pavimento umido, quasi muschioso e viscido. Feci una smorfia e nel mentre guardai prima a destra poi a sinistra per capire dove andare. Lasciai ondeggiare la sfera di luce davanti a me, presi l'elastico che avevo al polso e mi raccolsi i capelli in uno chignon approssimativo. Una volta sistemati i capelli presi il collo alto della mia maglia e me lo feci arrivare sin sotto agli occhi per alleviare il tanfo che sentivo poi tirai su il cappuccio della felpa e proseguii verso destra. Mentre andavo avanti osservavo il ruscello delle acque nere che scorreva lento e monotono di fianco a me. Oltre al rumore dell'acqua c'era solo quello regolare dei miei passi che mi portavano avanti.
<<Soldato White ci sente?>> chiese la voce di un sergente del Dedalo che usciva dal mio auricolare.
<<Forte e chiaro>> risposi a voce bassa per evitare troppo eco.
<<Dove ti trovi in questo momento?>>
<<Sono appena entrata nel tombino che mi è stato indicato ad Atlanta, secondo le indicazioni dovrei arrivare alla tana degli arum fra meno di dieci minuti a passo umano>>
<<Non puoi spostarti ad una velocità più elevata?>>
<<Negativo, mi percepirebbero subito>>
<<Ok, allora tienici informati>>
<<Affermativo, chiudo la chiamata>> detto ciò la voce smise di parlare. Continuai a camminare in mezzo a quel tunnel putrido e gocciolante per altri cinque minuti quando prima di svoltare una curva sentii delle voci. Spensi la mia sfera di luce, mi attaccai alla parete e mi accovacciai per terra per poi dare un'occhiata. C'erano due arum. Entrambi erano alti con le spalle larghe e la vita stretta ed attraverso i loro vestiti si poteva benissimo notare che erano ben piazzati in fatto di muscoli. La loro pelle era bianchissima e gli occhi di un azzurro quasi vitreo come tutti gli arum. I due stavano di guardia ad un ampio portone a due ante fatto in legno. Era decorato da vari cerchi che ne conteneva altri più piccoli e il tutto era collegato da una sottile linea. La fantasia si estendeva su tutto il portone ed ai lati di esso c'erano, appese al muro, due torce che producevano un po' di luce. Alzai leggermente la gamba del pantalone su per la caviglia per afferrare il pugnale di ossidiana che mi ero portata dietro. Persi anche quello che avevo fissato alla cintura. Prima di uscire allo scoperto mi misi delle lenti a contatto marroni per nascondere il colore viola, caratteristica di noi origin poi abbassai il collo della maglia per respirare meglio. Una volta a posto diedi una sbirciatina ai loro pensieri: si stavano annoiando a morte. Sorrisi leggermente, mi tirai su in piedi e uscii da dietro l'angolo. Mi fermai al centro del tunnel e quando i due arum si accorsero della mia presenza lanciai i pugnali. Appena questi si conficcarono nella loro pelle si disintegrarono. Niente strani spettacoli di luci o di polvere, smisero semplicemente di esistere. Ora non mi rimaneva che aspettare che qualcuno uscisse da quella porta per potermi intrufolare dentro. Tornai dietro al mio angolo e attivai l'auricolare.
<<Soldato White, mi sentite?>>
<<Sì>> sta volta la voce era maschile, dovevano aver fatto cambio turno.
<<Mi trovo all'entrata della loro tana, ho eliminato due guardie e ora devo attendere per poter entrare>>
<<Perfetto, aspettiamo altre notizie. Chiudo la chiamata>> detto ciò la conversazione si interruppe. Dopo qualche minuto di attesa sentii i cardini del portone cigolare. Mi accucciai di nuovo e spiai. Appena ne ebbi l'occasione corsi ad una velocita che nemmeno gli arum e i luxen, i loro rivali naturali, non potevano percepire. Una volta dentro mantenni la velocità e riuscii a chiudermi dentro ad una stanza. Non sapevo esattamente che stanza fosse ma poteva andare bene per adesso. Dovevo solo cercare di captare qualche pensiero che mi svelasse il posto dove si trovava il loro capo. Andai a sbirciale dalla serratura della porta. L'ambiente in cui ero entrata era molto strano, sembrava un mondo sotterrane che si era sviluppato in maniera diversa dal resto del mondo. Ogni costruzione era fatta in legno. Sul pavimento c'erano molti tavoli circondati da arum e le pareti erano percorse da delle impalcature altissime che si collegavano tra di loro con dei ponticelli sospesi. Nelle pareti erano state scavate delle rientranze e probabilmente fungevano da case. Ripotai lo sguardo a terra verso il centro dell'ambiente dove c'era un enorme trono, anch'esso in legno, rialzato su un soppalco. Seduto sul trono c'era un uomo, o meglio alieno, enorme. Anche da seduto si poteva benissimo capire che era molto alto. Le sue spalle erano molto più ampie e muscolose di tutti gli altri, le braccia erano possenti mentre il resto non riuscivo a vederlo per via della piccola dimensione del foro. Tentai di abbassarmi un po' per vederli il viso quando notai qualcuno che si fermò di colpo davanti la porta. Vedevo solo parte del suo busto e il bacino ma era fermo lì davanti e non si muoveva. Continuai a guardare e quando decise di muoversi lo fece verso la porta. Nell'attimo che cominciò a camminare sentii i suoi pensieri: -C'è qualcuno qui, sento una stana energia-.
Mi alzai velocemente e tentai di arretrare nel buio della stanza quando mi accorsi che questa era solo uno sgabuzzino. Mi ritrovai con le spalle al muro mentre lui aprì la porta. La luce entrò nello stanzino in un battibaleno. Il ragazzo appena mi vide piegò la testa da un lato, mi guardò dalla punta dei piedi sino in viso e quando capì che ero un'intrusa sgrano gli occhi. Feci una rapida lista delle cose che potevo fare: attaccarlo; no, avrai attirato troppa attenzione. Ucciderlo; avrei attirato troppa attenzione anche così. Scap... Non feci in tempo a finire di formulare il mio pensiero perché sentii la voce del giovane arum gridare: <<Intrusa!>>.
Fantastico, ora ero nella merda. Feci uno scatto in avanti buttando per terra il ragazzo. Mi guardai in torno e mi ritrovai addosso tanti occhi azzurri. Anche il loro capo, che ora potevo vedere, aveva voltato la testa nella mia direzione. Aveva le sopracciglia scure ma i capelli erano tinti di bianco. I tratti del viso erano dritti e precisi e nel suo sguardo, oltre alla noia, intravidi della follia. Il mio sguardo passò alla sua bocca che si stirò in un sorriso inquietante e poi disse: <<Finalmente ve ne siete accorti, incominciavo ad annoiarmi. Su, date inizia alle danze>>.
Detto ciò agitò la mano in modo annoiato come per invitare i suoi sudditi ad attaccare. Scattai in avanti per guadagnare terreno ma mi ritrovai addosso un arum maschio e uno femmina. La femmina ricevette una pugnalata allo stomaco mentre il ragazzo riuscì a darmi un pugno sul fianco. Feci una smorfia e pugnalai anche questo. Ne arrivò un altro da destra che colpii con un calcio. Nel mentre ne arrivarono due da sinistra. Mi abbassai da un lato tendendo la gamba così da farli cadere e mentre loro si alzavano ne arrivarono atri tre. Erano troppi. Stavo per evocare la fonte quando quelli che erano caduti mi raggiunsero e mi presero per le braccia. Si erano trasformati nella loro vera forma ed erano freddi e lisci. Intanto quei tre che stavano arrivando si erano avvicinati e cominciai a scalciare per tenerli lontani. Nel mentre mi si slegarono i capelli e mi ritrovai con un ammasso di fili dorati davanti agli occhi. Qualcuno avvolse il braccio attorno al mio collo e qualcun altro mi diede un colpo in pancia. Dalle mie mani cominciarono a partire scintille di pura energia quando sentii una botta alla testa e poi non ci fu più niente. Solo buio.

Shining darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora