Il tempo dentro l'ascensore sembrava infinito. Avevo la sensazione di non arrivare mai al piano desiderato. Eravamo tutti in silenzio ad aspettare. Il piccolo spazio era impregnato di ansia. Le lamiere dell'ascensore erano talmente pulite che riuscivano a proiettare un riflesso, anche se non nitido, delle nostre immagini. Guardai la mia figura e notai che i miei capelli mi arrivavano a malapena alle spalle. Con una mano andai a toccare i ciuffi di capelli frontali che erano leggermente più lunghi di quelli dietro. Prima di riportare il braccio lungo il fianco mi guardai il polso, era molto più sottile di come me lo ricordassi. Avevo perso peso, e non poco. Mi passai le dita sul collo e sulle ossa, troppo sporgenti, delle clavicole. Passai sul tessuto bianco del top e poi sulla pancia. L'unica cosa che sentii era la forma degli addominali e poi l'elastico dei pantaloncini. Cosa mi avevano fatto?
Solo ora mi resi conto di avere in mano la cartella che mi aveva dato Archer. Forse lì ci sarebbero state delle risposte ad alcune delle mie domande.
<<Layla>> mi chiamò Lotho. Alzai la testa verso di lui. Lotho alzò lentamente la mano avvicinandola al mio viso. Mi accarezzò delicatamente la guancia poi mi baciò.
-Ho avuto il terrore di non vederti mai più, ti amo Layla- le sue parole mi risuonarono limpide nella testa mentre le sue labbra erano sulle mie. Quando ci staccammo, rimanemmo appoggiati l'uno all'altra con la fronte unita.
<<Ti amo>> sussurrai piano in modo che sentisse solo lui. Lo vidi sorridere e io ricambiai il gesto. Quando udimmo il segnale acustico dell'ascensore che segnava l'arrivo al piano, ci staccammo velocemente e uscimmo tutti quanti da quel piccolo spazio angusto. Ora eravamo nella sala dove tenevano tutti i veicoli. Tolsi i fogli dalla cartella rigida e li piegai li infilai nella scollatura del top, in mezzo al seno. Mi guardai intorno, era tutto deserto. Troppo facile, era troppo semplice. Qualcosa non quadrava.
<<E' troppo strano>> disse Irvin a bassa voce mentre si spostava davanti al gruppo passando vicino a sua sorella e Kat.
<<E' impossibile che ci abbiano lasciato l'uscita libera>> continuò Regina sistemandosi Elija in braccio mentre Jeremiah appoggiò le mani sulle spalle di lei.
<<Avete ragione, è troppo semplice. Teniamo gli occhi aperti>> dissi. Con molta cautela cominciammo ad avanzare tra i veicoli spenti. L'unico rumore che si sentiva era quello dei nostri passi. Tentavamo di essere più silenziosi possibile ma l'ambiente era talmente tanto grande che ci sarebbe stato anche l'eco del rumore di una mosca che vola. In lontananza vidi il portellone di uscita. Era spalancato ed attraverso ad esso potevo vedere il cielo stellato. No, era troppo strano. Perché le porte erano aperte? Avevo una brutta sensazione e non ero l'unica ad avvertirla perché tutti si stavano guardando freneticamente intorno. Mi bloccai sul posto avvertendo una strana energia che non riuscii ad identificare.
<<Fermi tutti!>>. Anche gli altri si bloccarono.
<<Anche voi lo avvertite, vero?>> domandai. Ci eravamo posizionati in un cerchio in modo da tenere d'occhio ogni direzione.
<<Sì, lo sentiamo anche noi>> rispose la ragazza riccia dalla pelle scura, che immaginai fosse la sorella di Raddack.
Silenzio, poi sentii il pavimento tremare sotto i miei piedi. Piegai leggermente le ginocchia per evitare di cadere. Era di sicuro un alieno ma...
<<Voi avete capito che diamine è?>> domandò Lotho guardandosi intorno come per cercare di capire da dove sarebbe arrivato il nostro avversario. Jake, che era di fianco a me, fece per rispondere ma si ammutolì quando ci comparve davanti. Sgranai gli occhi di colpo. Era più alto di Lotho. I capelli, le sopracciglia e le ciglia erano completamente bianchi e gli occhi dei pozzi neri. Indossava solo dei pantaloni neri e sulla pelle nuda delle braccia e del torace erano presenti numerose cicatrici e lividi. Appena tutti ci accorgemmo della sua presenza, ci sposammo velocemente di qualche metro. L'avversario che avevamo di fronte era qualcosa che non avevo mai visto.
<<Vi presento Ares, la nostra ultima creazione>> disse una voce alle spalle di Ares. Non si muoveva, ci guardava solo. Da dietro di lui venne fuori Nancy. Strinsi i denti. Dal mio fianco Lotho e suo fratello lanciarono delle sfere d'ombra contro di lei, ma furono troppo lenti. Ares allungo il braccio in modo da proteggere Nancy. Le due sfere colpirono il suo braccio e poi sparirono coma assorbite dal suo corpo.
<<Ma che...>>
<<Sai cosa fare>> disse lei alla sua creatura. Ci mettemmo tutti in posizione di difesa quanto vedemmo scorrere la fonte lungo il suo braccio sinistro. Ci lanciò addossa una sfera grande due volte la mia tasta. Riuscimmo a spostarci in tempo e la sfera si andò a schiantare contro uno dei veicoli facendolo sciogliere in meno di qualche secondo. Cosa avevano creato? Ares fece roteare le spalle come per sgranchirsi poi si tramutò in fumo sparendo dalla nostra vista.
<<Qualcuno mi spiega che diamine è il nostro amichetto?!>> domandò Lotho. Ares comparve davanti a lui e lo buttò a terra con estrema facilità poi gli saltò addosso e cominciarono a combattere. Andai verso di lui per aiutarlo ma, ad intercettarmi, fu un soldato origin. Cercai di schivarlo velocemente passando da una parte ma altri tre mi avevano circondata. Digrignai i denti e cominciai a combattere. Un brivido mi percorse tutto il corpo poi una fitta di dolore mi colpì la testa scendendo fino a dietro la nuca. Fu solo un attimo e dopo mi sembrava come se mi avessero ricaricata. I soldati che stavano combattendo con me sembravano spaventati. Dietro di me, uno dei quattro, mi stava lanciando una sfera di fonte. La vidi con la coda dell'occhio e mi spostai da un lato. La sfera colpi uno dei suoi compagni. Nella stanza c'era sempre più rumore e sempre più soldati. Mi abbassai per schivare un colpo poi allungai la gamba per fare cadere un altro soldato. Colpii con la fonte quello che mi voleva colpire poi misi le mani al collo a quello che avevo fatto cadere. Le mie dita affondarono immediatamente nella sua gola bucandogliela. Rimasi scossa per qualche secondo. Anche la mia forza fisica era aumentata. Mi alzai e mi spostai da una parte per evitare il corpo di un altro soldato. Mi girai nella direzione dove si trovava Lotho. Stava ancora combattendo con Ares e non sembrava andare bene. Qualunque cosa fosse quell'essere, possedeva sia l'energia luxen che quella arum e per quanto Lotho fosse forte, non riusciva a pareggiarlo. Ares era sopra di lui. Corsi verso di loro e mi gettai sulla schiena di Ares stringendogli le braccia al collo. Lui si distrasse e Lotho ne approfittò per toglierselo di dosso. Si sbilanciò all'indietro e io mi spostai davanti a lui per non rimanere schiacciata dal suo peso. Mi sentii afferrare la per la vita. Con la coda dell'occhio notai che erano le mani di Lotho quindi mi lasciai tirare indietro. Ares si rialzò quasi immediatamente caricando vero di noi.
<<Girati, appoggia la schiena alla mia e incrocia le braccia con le mie!>> esclamai a Lotho. Lui eseguì senza fare domande e io lo usai come appoggio per alzare entrambe le gambe e affondare i piedi nello stomaco di quel bestione. Il colpo andò a segno spingendo Ares dalla parte opposta alla nostra. Sciolsi le braccia da quelle di Lotho e mi girai verso di lui. Appena si fu girato vero di me rimase un attimo interdetto.
<<Che c'è?>> chiesi.
<<I tuoi occhi sono neri>> rispose. Ero confusa e lui dovette notarlo perché aggiunse: <<Sono sempre viola ma il resto è tutto nero come quando ti sei svegliata>>
<<Davvero?>> domandai portandomi una mano vicino agli occhi. Lui annuì leggermente poi mi si avvicinò di più e mi baciò. Chiusi, per un attimo, gli occhi ma gli riaprii quando sentii che Lotho aveva fatto cambio di posto con me. Si era staccato velocemente dalla mia bocca per colpire un soldato. Mi voltai percependo la presenza di qualcuno alle mie spalle. Appena vidi che era Regina con in braccio il bambino mi tranquillizzai. Quest'attimo di tranquillità durò ben poco.
<<Prendilo>> disse lei con un filo di voce riferendosi a suo figlio. Non riuscivo a capire, poi la vidi barcollare. Presi in braccio il piccolo Elija e subito dopo vidi un rivolo di sangue nero uscire dalla bocca di Regina.
<<Non potevo permettere che ti sparassero>> disse poco prima che le cedettero le gambe. Spostai il peso del bambino su un braccio e con l'altro afferrai Regina.
<<Spero che tu possa perdonarmi>> mi disse quando la feci appoggiare al pavimento. Elija stava piangendo.
<<Io ti avevo già perdonata>> dissi con le lacrime agli occhi. Sorrise, accarezzò suo figlio e poi chiuse gli occhi. Pochi istanti dopo vidi Jeremiah correre verso di noi. Mi girai verso Lotho con il bambino in braccio. Lui stava guardando il corpo di Regina che pian piano si stava dissolvendo in polvere. Sentivo i suoi singhiozzi mentre con lo sguardo notai Ares venire verso questa direzione. Anche Lotho stava guardando verso Regina e non sembrava nelle condizioni di reagire, quindi gli lasciai il bimbo in braccio e andai di corsa verso quell'ammasso di muscoli.
<<A noi due stronzo>> dissi. La distanza diminuiva sempre di più.
<<Non vorrai fare tutto da sola>> un'ombra si affiancò a me. Guardai velocemente di chi si trattava. Irvin prese la sua sembianza umana poi mi fece l'occhiolino. Sorrisi.
<<Lo facciamo cadere a terra?>> domandò lui.
<<Direi di sì>>
Aumentammo di velocità poi ci buttammo a terra con i piedi puntati in avanti. Scivolammo sul pavimento fino ad andare a colpire le sue gambe poi con le braccia ci spingemmo in direzioni opposte per evitare di rimanere schiacciati sotto di lui. Prima ancora che io ed Irvin riuscimmo ad alzarci, Ares era già in piedi. Dannazione, è troppo veloce. Gli riversai addosso un fascio di energia e Irvin mi imitò colpendolo con un flusso d'ombra. Ora il nostro avversario era bloccato fra di noi. Con la coda dell'occhio vidi Jake avvicinarsi alle sue spalle mentre dalla parte opposta stava arrivando Lotho. Nello stesso istante in cui Jake gli saltò al collo, io ed Irvin annullammo i nostri poteri. Jake gli punto un ginocchio sulla schiena e fece leva per farlo piegare all'indietro. Ares non ne voleva sapere e riuscì a porre resistenza. Adocchiò Lotho e gli lanciò addosso una sfera di energia. Avvenne tutto in un battito di ciglia. Lotho schivò velocemente il suo attacco e scattò in avanti aiutando in fratello a dargli il colpo di grazia. Nel mentre io stavo seguendo con lo sguardo la traiettoria della sfera che aveva mancato Lotho. Sentii un rumore di ossa rotte. Non percepivo più Ares. Adocchiai il nuovo bersaglio della sfera. Seline.
No, niente più morti. Mi alzai velocemente da terra e cominciai a correre il più velocemente possibile.
<<Seline!>> gridai per avvertirla. Stava combattendo contro un origin, non mi sentiva.
<<Dannazione!>> digrignai i denti e aumentai di velocità. Non sarei mai arrivata in tempo.
La sfera era a pochi metri da lei quando un'ombra la colpì e la spinse via insieme al soldato con cui stava combattendo. Con lo sguardo avevo seguito la caduta del soldato e di Seline che si trovavano a pochi metri di distanza. Seline si alzò immediatamente e guardò davanti a sé, verso il punto in cui si trovava qualche secondo prima. Vidi i suoi occhi spalancarsi e una lacrima scendere. Si alzò velocemente in piedi e si andò a buttare nel punto in cui stava guardando. Mi voltai anche io. L'ombra che l'aveva spinta via era stesa immobile a terra. L'arum che aveva salvato Seline riprese le sue sembianze umane. Kat. Corsi verso di loro. Seline era in ginocchio vicino a lei e le stava tenendo la testa.
<<Apri gli occhi! Kat! Ti prego Katherine!>> continuava a ripetere Seline spostandogli una ciocca di capelli dal viso immobile.
<<Amore! Kat, ti prego!>> Seline continuava ad accarezzarla. Guardai il corpo della ragazza e all'altezza dello stomaco la maglia si squarciava lasciando ben in vista la pelle bruciata e piegata verso l'interno.
<<Via libera!>> sentii urlare dalla voce di Baruk.
Seline continuava a muovere la testa in segno di negazione. Potevo vedere le sue lacrime cadere sul viso immobile di Kat. Mi si strinse il cuore in una morsa.
<<Seline>> la chiamai.
<<No, no>> singhiozzò. Sentii qualcuno al mio fianco.
<<Cazzo!>> esclamò Irvin. Lui si andò ad inginocchiare vicino a sua sorella e con una mano andò a chiudere gli occhi di Kat.
<<Dobbiamo andare sorellina>> disse lui con cautela. Seline continuava a scuotere la testa e a chiamarla.
<<Scusa, ma ti devo portare via>> aggiunse Irvin prendendola in braccio. Lei cominciò ad agitarsi.
<<Andiamo>> disse lui guardandomi. Annuii. Arrivammo di corsa insieme agli altri.
<<Ci siamo tutti?>> mi domandò Lotho. Non ci fu bisogno di una risposta. Gli bastò vedere come Seline si stava divincolando tra le braccia del fratello. Vidi gli occhi di Lotho intristirsi.
<<Andiamo>> disse stringendo i denti.Stavamo correndo tutti, compresa Seline. Elija era tra le braccia di Jeremiah.
<<Dove siamo diretti?>> chiesi non conoscendo il piano.
<<New York>> rispose Baruk.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Perdonatemiiiiiii
Oltre a questo non ho nient'altro da dirvi, ci vediamo nel prossimo capitolo👋💕
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Shining darkness
FanfictionA Layla White, soldato del Dedalo, viene assegnato il compito di ottenere alcune informazioni riguardanti il regno degli arum per motivi a lei sconosciuti. La ragazza riuscirà ad entrare nel regno, ma riuscirà ad uscirne? Curiosità, sentimenti e una...