CAPITOLO TRENTA - Catherine

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I miei fratelli oggi compiono diciassette anni. Mi sembra ieri che i miei papà sono tornati a casa con un bambino ciascuno in braccio. Ero così felice di avere non solo un fratello ma due! In realtà non me lo ricordo e non so nemmeno se ero felice o irritata. Avevo un anno, non è che ero molto consapevole.

Secondo me ero felice. Ora lo sono sicuramente.

Li riesco a vedere da lontano in questo momento. Sono seduti con i loro migliori amici e stanno ridendo per qualcosa. Sono così belli i miei fratelli. Sono orgogliosa di loro. Hanno una forza e una gioia dentro di loro che travolgono tutte le persone che gli stanno attorno e queste persone non possono fare a meno di voler loro bene.

Io, d'altro canto, ho meno energia e travolgo meno persone. Lo si può capire guardando il mio tavolo.

Ci sono solo io.

Non capita così spesso.

Di solito c'è Clarissa con me, però è ammalata e perciò per qualche giorno non verrà a scuola. Mi ha assicurato che alla festa dei gemelli ci sarà ed io ci conto perché non potrebbe perdersi la loro festa. Clary è amica mia, però lo è anche di loro.

Finisco di mangiare velocemente e poi esco dalla mensa e vado nel corridoio più lontano da quella enorme stanza. Mi siedo per terra, contro il muro, e apro il libro che ho iniziato ieri sera. Il buio oltre la siepe. È molto bello. Lo so perché l'ho già letto.

Leggo spesso libri che ho già letto perché mi fa sentire potente in qualche modo. Sapere già come andrà a finire, è più bello. Posso urlare nella mia mente ai personaggi di non fare ciò che stanno facendo perché se ne pentiranno. Non mi danno mai ascolto ovviamente, però alla fine del libro posso dire 'Te l'avevo detto'.

"Cosa ci fai qui tutta sola?" dice una voce interrompendo la mia lettura.

Alzo gli occhi e vedo un ragazzo con una faccia familiare. Ha i capelli castano scuro e gli occhi verdi. Indossa una camicia infilata nei jeans. È quel tipo di ragazzo che non passa inosservato ma che non viene considerato bello. È affascinante, direi.

"Non mi piace stare in mezzo alla gente" dico alzando le spalle.

"Nemmeno a me" dice sorridendo "Sono nuovo e non conosco nemmeno nessuno"

"Nuovo a maggio?" chiedo confusa.

"In realtà sono arrivato a metà anno. A gennaio. Non ho fatto molte amicizie a quanto pare"

Il ragazzo dalla faccia familiare si siede davanti a me con un intero corridoio a dividerci.

I suoi capelli sono lisci e gli ricadono sulla fronte in un mondo antico. Sembra uscito da un film degli anni ottanta.

"Io sono arrivata qui a due settimane dalla mia nascita eppure non ho ancora fatto amicizie. Abituati"

"Cosa stai leggendo?" chiede indicando il libro.

"Il buio oltre la siepe"

"Carino. L'ho letto. Il finale non è male"

"L'ho già letto anch'io"

"Continua pure a leggere, non ti disturbo" mi dice alzando le mani in segno di pace.

Sorrido e poi riapro il mio libro. Ogni tanto do un'occhiata al ragazzo davanti a me e tutte le volte lo trovo con lo sguardo fisso su di me. È conturbante e piacevole nonostante sia una cosa strana. I suoi occhi, poi, mi attirano molto.

"Perché mi fissi?" chiedo senza togliere gli occhi dal libro.

"Non posso?"

"Sei inquietante"

MERAVIGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora