CAPITOLO SETTE - Roswell

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Avere un gemello è la cosa più bella al mondo.

Io e Peter non siamo mai stati separati. Quando lui si ammala, mi ammalo anche io. Quando i nostri papà ci prendono degli appuntamenti per varie visite, le prendono sia per me che per lui. Avendo la stessa età frequentiamo la stessa scuola e spesso le stesse lezioni. Entrambi facciamo basket.

Non penso di essere stato per più di due o tre ore separato da Peter. Non so come potrei sentirmi e cosa potrei fare senza di lui. E' la persona a cui tengo di più al mondo. Non penso che glielo dirò mai. Non ci piacciono i sentimentalismi.

"Ross, hai visto i miei pantaloni?" mi chiede Peter entrando in camera mia.

Fino all'anno scorso avevamo la stessa camera ma poi dato che Christopher è diventato abbastanza grande da non giocare più, i miei papà hanno deciso di sgomberare la sala gioco. Peter ed io nonostante adoriamo stare insieme abbiamo capito che forse è meglio separare le nostre camere visto che fra un po' inizieremo a volere i nostri spazi personali soprattutto quando arriverà il momento delle fidanzate. Non voglio litigare con lui solo perché voglio la camera per me una sera visto che deve arrivare la mia ragazza.

"Pa' li ha lavati. I miei erano in bagno"

Peter corre in bagno e da lì mi urla che li ha trovati. Mio fratello è sempre l'ultimo a finire di prepararsi, infatti ormai ho imparato a fare tutto con calma anche quando stiamo per uscire dalla porta perché so che sicuramente Peter dovrà tornare indietro a prendere il cellulare, le scarpe da basket o qualcos'altro.

Mi allaccio le scarpe e poi vado in sala, dove trovo Peter già pronto.

"Cosa è successo? Che ne hai fatto di mio fratello?"

"Idiota. Uno dei miei buoni propositi per questanno era di non fare più ritardo"

"No sul serio, dove hai nascosto mio fratello?"

Peter mi da un pugno nello stomaco ridendo e così andiamo al garage. Io mi siedo davanti e lui dietro. Per non litigare abbiamo creato vari compromessi. Uno di questi è quello del chi sta davanti e chi dietro. All'andata ci vado io davanti mentre al ritorno lui. Nel caso al ritorno ci venissero a prendere entrambi i nostri padri allora Peter salta il turno senza arrabbiarsi.

"Pete, come mai sei così in anticipo?" chiede Papi entrando in macchina.

"Perché ce l'avete tutti con me? Non posso fare veloce per una volta" dice ridendo.

"Mi sembrava strano. Tutto qui"

"Dai, Jess Jensen-Ball. Sbrigati"

"Roswell Jensen-Ball, non chiamarmi così. E allaccia la cintura" dice partendo mio padre.

"Ho quindici anni. Posso anche stare senza"

"Nemmeno Cathy che ne ha sedici sta senza cintura"

Mi allaccio la cintura sbuffando e poi accendo la radio. Passo tutto il tragitto da casa a scuola con la mano attaccata allo stereo per cambiare stazione alla ricerca della canzone perfetta che perennemente non arriva.

"Arriva la zia Rosie a prendervi!" ci urla Papi mentre noi corriamo verso gli spogliatoi.

Stranamente non siamo gli ultimi, anche se già ci sono un po' dei nostri compagni.

"Ciao, gemelli!" dicono in coro.

Appoggio il mio borsone accanto a quello di Kevin mentre mio fratello si mette di fronte a noi vicino a Jasper.

Kevin, Jasper e Nicholas sono i nostri migliori amici. Abbiamo iniziato a giocare a basket insieme e col tempo abbiamo incominciato trovarci bene tra di noi al punto da vederci anche prima o dopo basket fino ad arrivare a vederci quasi sempre. In più andiamo tutti nella stessa scuola da quest'anno per cui ci vediamo ogni ora del giorno quasi.

MERAVIGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora