CAPITOLO TRE

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A dieci alle sette la sveglia di Evan inizia a suonare e perciò mi sveglio.

Non appena apro gli occhi, vedo che Evander sta ancora dormendo, o almeno fa finta, così mi avvicino al suo viso e lo bacio. Evan non riesce a far finta di niente e ricambia il bacio facendomi capire che in realtà era già sveglio.

"Dai, alzati" sussurro ridendo sulle sue labbra.

La mattina è il momento che più preferisco in tutta la giornata. Quando ero piccolo, odiavo la mattina perché non avevo voglia di alzarmi, poi lo facevo in fretta e dopo poco non sentivo nemmeno più tutto quel sonno ma all'inizio era una faticaccia. Ora, invece, amo la mattina. Io ed Evander ci svegliamo a dieci alle sette e solo alle sette e un quarto andiamo a svegliare i bambini per cui abbiamo tutto quel tempo solo per noi. Da quando abbiamo adottato Catherine, non abbiamo più avuto molti momenti solo tra di noi ma ancora riuscivamo a trovare qualche minuto per noi. Un figlio non è nemmeno così impegnativo. E poi sono arrivati i gemelli e il nostro tempo libero è diminuito di moltissimo. Tre figli, soprattutto se due di loro sono come i gemelli, sono veramente impegnativi. Ora che abbiamo anche Christopher trovare momenti solamente per me ed Evan è veramente complicato quindi abbiamo iniziato a svegliarci prima per aver un po' di quel tempo tanto desiderato di mattina.

Accendo la macchina del caffè e preparo la tavola mentre Evan va in bagno. Quando arriva, ci sono già in tavola due tazze fumanti di caffè, qualche biscotto e della frutta.

"Adoro i tuoi capelli di mattina" dice toccandomi la guancia con la mano.

Giro il cucchiaino e mi specchio. Ho i capelli tutti scompigliati, più del solito. E' difficile tener fermi i ricci. Volevo tagliarli ma non ho ancora avuto il tempo di andare a prendere un appuntamento dal parrucchiere.

"Ieri sera Cathy aveva un po' di febbre. E' meglio lasciarla a casa da scuola, no?"

"Vedi tu. Sei tu il medico della famiglia"

Finiamo di fare colazione velocemente e poi ci sdraiamo sul divano. Non abbiamo poi molto tempo perché fra poco più di dieci minuti dovremo svegliare i bambini ma ci facciamo bastare questo poco tempo.

Mi sdraio mettendo la mia testa sulle gambe di Evan che, mentre inizia a parlarmi di cosa farà oggi, mi accarezza i capelli o il viso.

Tutte le mattine facciamo sempre queste cose. Ormai è una routine.

"Catherine quindi oggi non va nemmeno a danza?"

"Magari a danza può andarci. La porto io. Sono già a casa con lei"

"D'accordo allora io andrò a prenderla dopo. Devi scrivere il tuo prossimo best-seller" dice ridacchiando.

Evander è meraviglioso. Non dico esteticamente, anche se non è affatto brutto, ma dico dentro. Lui è così gentile, educato e premuroso. Con me, con i bambini e con tutti. Mi ama veramente tanto ed io amo lui allo stesso modo.

"Io sveglio i gemelli e tu Christopher?"

"Andata" rispondo contento.

Christopher quando dorme sembra un angioletto. I suoi capelli castano chiaro sono tutti schiacciati, il pollice è nella sua bocca ma sta quasi per uscire e la sua espressione pacifica mi fa venire voglia di non svegliarlo ma deve andare all'asilo nido.

In teoria potremmo non mandarlo nemmeno all'asilo visto che io sono sempre a casa ma Evan vuole che vada per fare da subito amicizia e per lasciarmi tranquillo mentre scrivo i miei best-seller, come li chiama lui.

"Kit, è ora di svegliarsi" sussurro prendendolo in braccio.

Il piccolo si stropiccia un po' gli occhi e mi da il buongiorno sbiascicando le lettere.

MERAVIGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora