CAPITOLO QUATTORDICI - Catherine

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Stamattina ero più emozionata che mai all'idea di andare a casa di Avery. Certo, lei mi aveva proposto di andare da lei per far sì che il suo spettacolo teatrale venisse bene, eppure ho come l'impressione che l'abbia fatto proprio per essermi amica.

"Signor Schiaccianoci, fammi tornare alta come prima" dice Avery verso il ragazzo dai capelli scuri.

"Mi dispiace, Clara. L'unica persona che è in grado di aiutarti è la Principessa del Regno Candito"

"Mi ci puoi portare?"

Lo schiaccianoci annuisce e le indica una porta immaginaria davanti a loro. Entrambi entrano e improvvisamente si ritrovano in un paesaggio magnifico. Davanti a loro è tutto bianco di neve ma non nevica e non ci sono nemmeno delle nuvole sopra le loro teste (sulla scenografia, in teoria). Sullo sfondo in fondo si intravedono delle casette fatte di caramelle gommose, biscotti al cioccolato o gelatine.

"Dove siamo?" chiede.

"Nel Regno dei Topi"

"Qui vivono tutti i topi?"

"Fino a qualche tempo fa ci vivevano anche delle persone come noi ma il Re Topo ha cacciato via tutti"

"Ma è terribile! E ora dove vivono?"

"Nascosti tra i boschi"

"Perché hanno lasciato che il Re Topo diventasse re se è così spietato?"

"Non è il re vero. Il trono spetta al principe Eric ma, dopo la morte di suo padre, Re Topo ha preso il suo posto dicendo che glielo avrebbe ceduto una volta arrivato alla maggiore età"

"Quanto gli manca?"

"È già adulto. Re Topo non ha voluto cedergli il posto e poi d'un tratto il principe Eric è scomparso. Forza, andiamo dal Capitano. Lui potrebbe aiutarci"

E così Avery e lo schiaccianoci escono di scena. Ed è qui che entro io.

Siamo davanti a un ragazzo grassoccio con dei baffi finti e dobbiamo convincerlo ad aiutarci a trovare la principessa.

Io devo ballare mentre Avery e lo schiaccianoci cantano.

Ci vuole molto prima che riescano a convincerlo, ma alla fine ci riescono e perciò io esco di scena.

Oggi ripetiamo varie volte questa scena e poi la professoressa ci lascia uscire venti minuti prima.

Avery non è contenta, però.

"Non voglio fare prove in più, ovvio. Però Logan arriverà fra venticinque minuti"

"Chi è Logan?" chiedo non avendo mai sentito parlare di un certo Logan.

"Mio fratello. Ha un anno in più di noi e frequenta un'altra scuola. Mi viene sempre a prendere dopo le prove"

"Prova a chiamarlo. Al massimo aspettiamo. Oppure se vuoi, posso chiamare mio padre o il suo migliore amico"

"Logan lavora. Andiamo a piedi"

"Abiti tanto lontano?" chiedo.

"No. Un quarto d'ora"

Iniziamo a camminare in silenzio ed io comincio a pensare che forse non avrei dovuto accettare di andare a casa sua. Non la conosco. Non so di cosa parlare. Non so cosa le piace, a parte cantare e recitare. Magari è stata obbligata dalla madre a partecipare allo spettacolo e in teoria lei vorrebbe solo fare uno sport, magari il basket come i miei fratelli.

"Da quando danzi?"

"Da quando avevo sei anni" rispondo quasi in imbarazzo.

Piano a piano mi sto accorgendo che la ragazza calma e tranquilla che viveva in me prima della morte di mio padre esiste ancora. Sono timida e in imbarazzo in questo momento.

MERAVIGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora