𝑫𝒐𝒅𝒊𝒄𝒊

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HELL IS MY HOME

dopo alcuni minuti di camminata in quei corridoi le strade di tutti noi si incrociano portandoci in una sorta di cerchio attorno ad un salone a luci rosse

con tanto di divani rotondi e con le pareti riempite da fruste coltelli e altri giochi sessuali

mi guardo in giro ma sempre rimanendo nascosta dalle colonne presenti come tutti gli altri

ad un certo punto sentiamo delle voci, alzo la testa e vedo Finn scendere le scale con a seguito una decina di bambini totalmente nudi che vengono portati al guinzaglio da alcuni suoi uomini

la mano nella quale tengo la pistola comincia a tremare dalla rabbia e la voglia di sparare scaricando tutti i colpi su di loro è tanta ma devo calmarmi per evitare tragedie come con conclusione la morte di qualche vita innocente

li osservo e vedo che li trattano come cani lì trascinano nonostante le loro forze siano minime, i loro capelli sono arruffati e sporchi così come la loro pelle scoperta e viola a casa di colpi subiti

alcuni di loro sono anche malnutriti lasciando così marcate le loro piccole ossicine fragili.

Una volta scesi dalle scale Fin si siede sul divano posando i piedi sul tavolino, i bambini vengono legati a dei piccoli pali in marmo posizionati vicino a lui e poi fatti inginocchiare

i suoi uomini lasciano la stanza esclusi due omoni vestiti di nero che gli rimangono alle spalle

«Allora che frusta vogliamo usare oggi?» domanda Finn ad un bambino dai capelli neri che avrà più o meno sette anni

Purtroppo il bambino mi dà le spalle ma sono sicura che i suoi occhi siano lucidi e impauriti, proprio come quando io guardavo mio fratello

«Rispondi!» si alza di scatto andandogli contro e mollandogli un cazzotto in pieno viso

il viso del bambino si gira verso di me e nei suoi occhi vedo una richiesta di aiuto, ma poi cade a terra e i suoi occhi si chiudono lasciano il suo corpo trasandato e stanco svenuto per terra

«Ah inutili animali non sapete neanche rispondere a una cazzo di domanda» si lamenta tornando a sedersi sul divano

nella mia testa si ripete in loop lo sguardo di quel bambino, e io non riesco a non rispondere ad una chiesta di aiuto così sincera

faccio segno hai ragazzi di rimanere fermi per poi uscire allo scoperto

«Ma buon salve» recito allegramente spalancando le braccia

appena mi nota una scintilla di paura passa nei suoi occhi ma dura solo un secondo perché poi viene sostituita dalla spavalderia

i due uomini si mettono subito sugli attenti puntandomi le loro pistole contro, ma Finn con un gesto della mano li rimette a posto

«Salve a te Regina» scherza inchinandosi

«Non scherzare con me Finn, non sono sicura che tu possa ricevere la reazione desiderata» dico con tono duro avvicinandomi a lui

«Oh ma come siamo scontrose quest'oggi» mette su un broncio di scherno che mi fa incazzare maggiormente

«Vuoi vedere fino a dove posso arrivare?» gli chiedo prendendo il mio tira pugni con dei teschi sulle nocche dalla cintura

«Non scaldiamoci va bene? Che ne dici se ti offro da bere?» sorride falsamente nascondendo la sua paura

«No, non sono qui per giocare Finn» chiudo la scenetta scrocchiando le dita delle mani

𝐁𝐎𝐒𝐒 𝐖𝐎𝐌𝐄𝐍  {𝑺𝒕𝒆𝒑𝒉𝒆𝒏 𝑱𝒂𝒎𝒆𝒔}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora