𝑫𝒊𝒄𝒊𝒐𝒕𝒕𝒐

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FEELINGS AREN'T FOR EVERYONE

Un leggero muovimento e un fascio di luce mi fanno svegliare e aprire gli occhi lentamente,

sbadiglio strizzando gli occhi nel vano tentativo di abituarmi alla luce, scosto le coperte dalle gambe e faccio per alzarmi peccato che un braccio mi impedisca il tutto,

abbasso la testa e vedo una mano tatuata posata sul mio ventre che spinge verso un petto nudo

giro la testa e vedo il viso assonnato di Stephen, con gli occhi chiusi la bocca leggermente aperta dalla quale escono dei piccoli sbuffi e la guancia schiacciata contro il cuscino facendogli deformare le labbra a forma di cuore e farlo sembrare un bambino,

sorrido intenerita da questa visone e con molta delicatezza giro il corpo facendomi ritrovare faccia a faccia con lui

alzo la mano e accarezzo il suo viso, la passo tra i capelli chiari e ricci poi sulle guance arrossate e infine sulle labbra morbide,

ci passo sopra con i polpastrelli facendo attenzione a non svegliarlo,

credo di non aver mai fissato una persona così intensamente in tutta la vita, è solo che è come se ci fosse qualcosa in lui di buono e puro che mi fa rimanere meravigliata da tutto il suo essere,

involontariamente mi avvicino all'oggetto del mio desiderio e ci lascio un bacio casto privo di malizia o altro,

mi allontano come se mi fossi scottata e con una velocità impressionante mi precipito fuori dalla stanza correndo nella mia dove mi chiudo per le successive tre ore confusa dal mio atteggiamento.

«Ev noi stiamo andando» dice una voce triste dall'altro lato della porta

cazzo sapevo che questo momento sarebbe arrivato ma non mi aspettavo così presto,

faccio un respiro e medito sulle mie opzioni

La prima sarebbe quella di ignorarli e non salutarli, ma questo sarebbe da codardi e io non lo sono,

la seconda sarebbe quella di dirgli che sono degli ottimi amici e che li ringrazio, ma anche questa cosa non fa per me

la terza ed ultima sarebbe quella di scendere e tornare ad essere come la prima volta che mi hanno vista salutandoli con freddezza e distacco,

ci penso un po' su e finalmente arrivo alla conclusione che la freddezza e il distacco sono la scelta migliore

apro di scatto la porta, trovando il viso triste e spento di Connor

«Perfetto scendiamo» distolgo lo sguardo scendendo le scale di fretta

quando arrivo di sotto li trovo tutti schierati con le proprie valige davanti alla porta,

mi metto davanti a loro e senza alcuna espressione parlo

«Bene il visto lavoro adesso è finito, le vostre fedine penali sono state ripulite da cima a fondo, adesso vi passerò dei passaporti falsi con i vostri nuovi nomi e cognomi» lì prendo dal tavolino in mogano davanti all'entrata e li consegno

«Usateli solo in caso di necessità, perché sono sicura che finirete in altri guai, d'altronde come dico sempre io " Un criminale non può rinunciare all' adrenalina e all'odore del sangue fino a quando non muore"- mi rimetto nella mia posizione e senza guardare nessuno in particolare pronuncio quelle due parole che fanno formare una grande voragine nel mio cuore

«Andate e non tornate più» dico fredda e senza nessuna emozione

«Ev ti voglio bene» si avvicina Erik stringendomi in un abbraccio che non ricambio

𝐁𝐎𝐒𝐒 𝐖𝐎𝐌𝐄𝐍  {𝑺𝒕𝒆𝒑𝒉𝒆𝒏 𝑱𝒂𝒎𝒆𝒔}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora