𝑺𝒆𝒅𝒊𝒄𝒊

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THE PLEASURE OF PAIN

Apro gli occhi con molta calma e dopo averli strofinati con le mani, mi tiro su a sedere poggiando la schiena contro spalliera del letto,

non so come ci sono finita qui in camera mia ma so perché non lo ricordo.

Sono rare le volte in cui perdo il controllo, ma solitamente non reprimo la mia sete di sangue anzi la lascio libera di prendere il controllo della mia mente e del mio corpo,

ma in quel momento quando ho visto il viso di Stephen con il sangue che colava dal naso, qualcosa si è acceso dentro di me

e quel sentimento lo chiamerei preoccupazione e paura di me stessa, si avete capito bene paura di quello che avrei potuto fare e di come sarei stata una volta che tutto sarebbe finito.

In questi mesi sono cambiata, non sono più fredda come prima, non sono più crudele e spietata come prima e la cosa non va bene......per niente aggiungerei,

io sono nata per uccidere e cresciuta per combattere, mi è stato insegnato che i sentimenti sono l'arma più letale al mondo ed è per questo che non mi è mai stato insegnato l'affetto e tanto meno l'amore,

Anzi forse mi è stato insegnato da mia madre peccato che non mi abbia mai spiegato come metterlo in pratica, perché l'amore e la dolcezza sono caratteristiche che nascono con te e non crescono con il tempo.

Un leggero bussare alla porta mi desta dai mie pensieri

«Avanti» mormoro ancora stordita a causa dei farmaci ingeriti

la porta viene aperta lasciando entrare la figura di Dorothy la seconda donna che oltre mia madre ho amato con tutto il cuore, e per qui ho fatto lo sforzo di essere dolce e amorevole

«Cariño, mi sono così preoccupata quando sei entrata ed eri nelle braccia di quell gorilla senza sensi» posa un vassoio pieno zeppo di cibo sul comodino per poi sederti sul letto prendendomi la mano

«Ho avuto solo un mancamento sul jet stai tranquilla» la rassicuro

-Tu non me la racconti giusta perder- mi guarda storta capendo che non gli sto dicendo la verità.

Lei ha sempre avuto l'innato talento di captare le mie menzogne, non ho mai capito il suo trucco ammetto che con gli anni ho cambiato molte volte tecnicha cercando di arrivare a ingannarla ma lei riusciva sempre a scovare la verità in un modo o nell'altro,

sbuffo infastidita incrociando le braccia al petto

«Ho dovuto bloccarla» dico solamente

sa bene di cosa parlo, infatti il suo volto si fa stupito e incredulo

«Perché?»  chiede semplicemente

-Perché lui era lì, e non volevo ucciderlo- ammetto vergognandomi di questa mia debolezza

«¿Quién es él?» domanda lisciando con le mani la sua gonna nera rigorosamente stirata e profumata di lavanda

«Quello che tu hai definito gorilla qualche minuto fa» sorrido divertita per quella definizione che gli è stata affibbiata

«È il tuo novio?» dice accitata e contenta da questa sua affermazione

«Sei per caso impazzita?! Lo sai che io non provo amore Dorothy e non voglio provarlo, ora esci dalla camera»  dico fredda dandogli le spalle

«No puedes escapar de tus sentimientos» sussurra lasciandomi una leggera carezza sulla testa

non rispondo e aspetto che esca dalla stanza, una volta sentito il rumore della porta che si chiude mi tiro su e mi dirigo in bagno per fare una doccia rilassante.

Non volevo trattarla male,  sono fatta così non affronto argomenti di questo genere con nessuno soprattutto perché non ne ho mai avuto occasione,

per me l'amore è una cosa sconosciuta e mai esplorata e così deve rimanere fino alla fine dei miei giorni.

Dopo una doccia rilassante mi vesto con una tuta nera e un top sportivo,

apro la porta e con passo sicuro scendo le scale delle segrete diretta verso il mio nuovo giocattolo

«Signorina» dicono in coro le due guardie posizionate davanti alla cella

«Ragazzi» saluto con un cenno

mette le chiave nella serratura facendola  scattare un paio di volte e poi farsi da parte per farmi entrare

«Chiudetela» ordino

la serratura scatta di nuvo e io finalmente posso essere me stessa

accendo una piccola lampadina all'angolo della stanza che illumina lo stretto necessario

al centro della camera si trova Finn con i polsi legati al soffitto da due catene spesse che lo tengono in posizione eretta

i piedi sono alzati da terra lasciandolo così appeso con un salame

i vestiti sono sporchi e stracciati, sul viso si possono notare dei lividi e vari tagli profondi che lo deturpano.

Prendo un secchio di acqua congelata e gliela butto addosso

«Buongiorno bambolina» dico sarcastica godendomi il suo momento di confusione

«Brutta puttana!» sbraita facendo ciondolare le catene

«Oh come siamo nervosi» gli giro attorno

«Slegami e poi vediamo chi sorride stronza» continua ad urlare

mentre lui continua ad insultarmi e ad urlare mi avvicino a un piccolo tavolino che porta sopra varie pinze coltelli e forbici

prendo tra le mani un coltello con i dentini appuntiti e lo rigiro tra le mani

«Vuoi sorridere? E va bene ti accontento ma solo per questa volta sia chiaro» mi avvicino a lui e gli prendo il viso con una mano

«Che cazzo vuoi fare eh?!» domanda spaventato muovendo la testa a destra e sinistra cercando di scapparmi via

«Suvvia non fare il maleducato, goditi il momento» rido affondando le lama hai lati della sua bocca e trascinandola fino a sotto gli occhi

il suo sangue mi schizza sul viso e sui vestiti, le sue urla provocano le mie risate, il suo cercare una via di fuga mi fa godere più del sesso

«Non puoi scappar piccolo leprotto, il leone ti prenderà e tutta la tua carne si mangerà» canticchio il vecchio motivetto che cantava mio padre quando torturava qualcuno.

Ricordo che molte volte alla sola età di sette anni mi trascinava qui e mi obbligava ad assistere alle violenze che lui infliggeva ai poveri sfortunati che capitavano sotto le mani del grande Rosario Silenti,

ammetto che i primi anni avevo il terrore di capitare anch'io sotto le sue mani ma poi con il passare degli anni ho cominciato a fare piccoli taglietti sulle gambe o sulle braccia alle persone sempre con il permesso di mio padre,

poi all'età di dieci anni per la prima volta ho tagliai la gola ad un uomo e al posto di sentirmi in colpa mi sono girata e o battuto il cinque al mio padre

che si vantó per un mese intero delle mie gesta da piccola assassina.

«Ti prego b-basta» mi supplica sofferente

«Oh dolce e caro Finn ma noi abbiamo appena iniziato.....il bello deve ancora arrivare» ghigno sadica strofinandomi le mano tra di loro

È ora di lasciare libera la vera natura della Regina del Regno di Sangue.

Eccoci qui con un nuovo capitolo, come ogni volta se vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento con la vostra opinione.

Preparatevi perché dal prossimo capitolo tutto cambierà.

🦋 Butterfly 🦋





𝐁𝐎𝐒𝐒 𝐖𝐎𝐌𝐄𝐍  {𝑺𝒕𝒆𝒑𝒉𝒆𝒏 𝑱𝒂𝒎𝒆𝒔}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora