𝑫𝒊𝒄𝒊𝒂𝒏𝒏𝒐𝒗𝒆

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THE PAST FUCKS YOU

Guido per circa due ore fino a quando una struttura grigia e con vetri rotti non appare davanti alla mia visuale,

svolto verso destra e con una manovra facile parcheggio l'auto sotto un albero secolare,

spengo il motore e scendo

«Kev? Ci sei?» urlo mentre cammino tra le macerie e le bottiglie di birra per terra

«O ma guarda un po' chi abbiamo qui! La regina è tornata!» dice una voce alle mie spalle

mi volto e dopo tanti anni lo rivedo, con il suo solito straccio sporco d'olio e la sua immancabile canottiera bianca macchiata da solo Dio sa cosa,

Kevin l'ho conobbi all'età di sette anni quando dopo aver rubato dei soldi a mio padre per comprarmi una tona al cioccolato mi schiantai letteralmente sulla sua auto facendo un volo di due mentri sull'asfalto

lui mi prese con sé e mi fece curare da sua moglie che era una dottoressa molto famosa e rinomata hai tempi,

dal quel giorno ogni settimana andavo da lui che prontamente mi faceva trovare una fetta di torta al cioccolato sul tavolo.

«Ti sono mancata?» allargo le braccia sorridendo

«Certo che mi sei mancata bambina mia» si avvicina per poi stringermi in uno dei suoi soliti abbracci spacca ossa

«Mi soffochi così vecchio» mi stacco da lui divertita

«Ehi vecchio lo dici a qualcun altro, non vedi che muscoli ho ancora?» si pompa le braccia facendomi scuotere la testa

«Se lo dici tu, ma comunque sono venuta qui per un motivo ben preciso» ritorno seria sedendomi sul tavolo degli attrezzi

«Non hai bisogno di dirmi niente ti conosco, e so cosa vuoi quindi vieni con me» si volta  per poi allontanarsi e dirigersi verso un garage

appena entro l'odore di vernice fresca mi riempie le narici, mi guardo in giro e finalmente mi sento di nuovo bene

per il garage sono sparse varie auto e moto, tra cui molte di loro aperte in procinto di essere modificate da Kevin per poi essere usate nelle gare clandestine che si terranno questa sera lungo il molo

«Quella rossa è di Perry?» chiedo avvicinandomi alla Mustang e accarezzandone la carrozzeria nuova e priva di graffi

«Esatto gareggia anche lei sta sera, mi dispiace» poggia una mano sulla mia spalla nel vano tentativo di supportarmi

«Non fa niente lo sai che sono passati anni da quel giorno» prendo in mano una bomboletta nera per poi scuoterla e aprirla

«Hai ragione, ma io so anche che quel giorno hai ricevuto un grande colpo, un altro aggiungerei» si inginocchia per poi sparire sotto un auto

mentre disegno sul muro bianco i miei pensieri ritornano a quella notte buia di tre anni fa

FLASHBACK

«Cazzo Perry ne abbiamo già parlato, piantala di fare la bambina e dammi quelle maledette chiavi» mi avvicino a lei minacciosa

«Tu non mi dai ordini Evelyn! Ricordati che noi due siamo soci quindi nessuno prevale sull altro» mi fronteggia

«Bene se la metti così ricordati di una cosa...» avvolgo la mano attorno al suo collo «Sono una Silenti e noi non abbiamo pietà per nessuno quindi se stasera mi toccherà ucciderti io lo farò senza scrupoli» stringo la presa facendola indietreggiare «Anche se tu sei mia amica» gli sbatto la testa contro il muro

𝐁𝐎𝐒𝐒 𝐖𝐎𝐌𝐄𝐍  {𝑺𝒕𝒆𝒑𝒉𝒆𝒏 𝑱𝒂𝒎𝒆𝒔}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora