Cap 5

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Voleva estendere la famiglia comprando un auto.

«Forse se risparmiamo per tre mesi riusciamo a mettere da parte i soldi per l'acconto»

Mi piaceva che parlasse al plurale nonostante i soldi ce li mettesse solo lei.

«Credo che dovremmo risparmiare per comprare qualcosa di più utile»

«Una macchina è utile»

«Anche vestiti imbottiti che non ti facciano morire dal freddo lo sono o trovare un modo per isolare meglio la roulotte, entrano gli spifferi»

Io provavo ad avanzare qualche proposta sensata.

«Pensa a tutti i bei posti che potremmo visitare con una macchina, non dovremmo andare in giro a piedi sotto la pioggia o per fare la spesa»

«Non sai proprio gestirli i soldi»

Mi lanciò uno sguardo carico d'odio «Tu, invece, hai una laurea in economia, no?»

«Forse non sono una donna vissuta come te ma qualcosina la so»

A volte la bionda aveva priorità strane.

A me dei posti da visitare non fregava e neanche dell'avere una macchina. Certo, averla non sarebbe stato male, specie perchè erano iniziate le giornate in cui pioveva in ogni secondo.

Ma il freddo aveva iniziato a bruciarci la pelle e non lo dicevo per me, non era per me che mi lamentavo, io avrei stretto i denti come al solito, era per lei che mi preoccupavo, non volevo che stesse male.

Ma per lei qualsiasi cosa io dicessi, giusta o sbagliata che fosse, era una marea di stronzate perchè aveva sempre ragione.

A volte era lunatica.

Mi guardava come se mi odiasse ancora, come se dovesse combattere contro l'istinto primordiale di soffocarmi con un cuscino.

E quando questo succedeva, quando sentivo l'odio che traboccava, lei cercava il modo di andarsene o lo facevo io ma chissà perché, per qualche oscura ragione, non ce ne andavamo mai del tutto, c'era sempre qualcosa che ci riportava indietro.

Per quella mattina decise che ne aveva avuto abbastanza di me, se ne scappò a lavoro nonostante il diluvio.

Lei se ne fregava della pioggia, dell'acqua dentro le scarpe bucate, del freddo che sentiva, se ne fregava di tutto.


A me invece fregava solo di lei. Le corsi dietro. Ora anche le mie scarpe era zuppe come le sue.

«Per me la macchina è una stronzata ma se proprio ci tieni»

Con tutti i capelli bagnati, sorrideva con aria trionfante.

«Perchè hai cambiato idea ora?»

«Perchè io a differenza tua non c'ho il bisogno irrefrenabile di farti la guerra per ogni cosa»

Non riuscivo a spiegarglielo.

«Io non ti faccio nessuna guerra» Fece una smorfia, non ci credeva neanche lei.

«La fai sempre, ma a me non frega» Con un passo avanti, portai le mie labbra ad un millimetro dalle sue «Almeno non mi annoio»

«Ed è meglio non farti annoiare, no?»

«Tu non mi annoi mai»

Si morse il labbro per poi rivolgere tutta la sua attenzione al cielo che piangeva, feci lo stesso quando vidi le goccioline rigarle le guance.

Il motivo per cui tornavamo sempre insieme lo capii quando ci guardammo negli occhi e, sorridendo, capimmo di star pensando alla stessa cosa.

«Piove»

Ma lei mi rischiarava anche nel bel mezzo di un nubifragio.

«Ti ricorda qualcosa questo?»

Ce la misi tutta per non baciarla.

«Si, che devo andare a lavoro»

Eccola, la mia ragazza lingua di serpe.

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