♥ 1 - Memories ♥

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Era una splendida giornata soleggiata, con una leggera brezza che scompigliava i miei lunghi capelli neri. Percepivo l'odore di sale, tipico delle località marittime, inondarmi le narici. Poggiata con le mani sopra a una ringhiera bianca, con il dorso leggermente in avanti, ammiravo le onde. I piedi nudi e il corpo circondato soltanto da una vestaglia trasparente, che lasciava ben poco all'immaginazione. La pace che mi inebriava era pari soltanto all'amore di cui il mio cuore era invaso. Chiusi gli occhi per assaporare l'aria del mattino, fino a sentire due possenti braccia avvolgermi. Il profumo forte dell'uomo che mi circondava con gli arti superiori era inconfondibile, il mio petto sussultò ferocemente.

«Luca», mi girai e lo baciai dolcemente, intrecciando la mia lingua con la sua, in perfetta sincronia.

Lo amavo così tanto che avrei potuto vendere l'anima solo per un suo sorriso. Era molto più alto di me e tremendamente attraente, i suoi muscoli sporgevano al di sotto della maglietta bianca che utilizzava per dormire, i suoi occhi scuri concentrati nei miei mozzavano il fiato. La sua mascella squadrata gli conferiva un'aria da vero duro e le sue grandi mani calde erano il mio rifugio. La mia statura mi consentiva soltanto di arrivargli al petto, tanto da permettergli di abbracciarmi e circondarmi completamente.

«Piccola», il nomignolo che utilizzava per me, era meraviglioso sentire il suono della sua potente voce chiamarmi in quel tenero modo.

Luca, un ragazzo imponente, di quelli che incutono timore. Si metteva spesso nei guai per il suo fare rissoso e il suo atteggiamento aggressivo. Ma io lo amavo. E lo amavo sinceramente, pensavo di aver trovato la mia anima gemella, la persona che avrebbe occupato il mio cuore per sempre. Come quando immagini il tuo lieto fine, lo vedi perfetto, senza nessuna falla. Lo sogni senza crepe, incrinature o improvvise angosce. La realtà, però, è ben altra cosa. Essa si insinua prepotente, senza avvertimento e ti sbatte in faccia la verità, che tu sia pronto o meno ad accettarla o comprenderla.

D'un tratto il mondo intorno a me si fece scuro, facendo scomparire il mio amato Luca, lasciando al suo posto una figura ombrosa e adirata. Il suo volto era alterato dalla collera, quasi modificando l'intera immagine idilliaca che la mia mente aveva riservato per lui. Fu come un fulmine a ciel sereno, come quando senti che tutto procede in un modo troppo perfetto per essere vero e ti aspetti una imminente catastrofe.

«Lo so. Lo so che mi hai tradito.» Il suo sguardo era disumano, sembrava che stesse per esplodere come una meteora.

«Luca... Io non ho fatto nulla.» La sua figura sembrava diventare sempre più grande, fino a farmi sentire come un topo in trappola.

«Sei solo una puttanella che se la fa con tutti», gli occhi sembravano potergli schizzare via dalle orbite.

«Lo sai che ti amo. Farei qualsiasi cosa per te», dissi quasi in lacrime. Quando ancora riuscivo a parlare. Quando pensavo che tutto sarebbe finito, che lui si sarebbe reso conto che non doveva trattarmi in quel modo burbero e intimidatorio.

Provai un dolore improvviso e tutto iniziò a vorticare. Non riuscii a mettere a fuoco l'avvenimento, poiché la mia ragione si rifiutava di dare spazio a un evento di quel genere. Mi aveva dato uno schiaffo, facendomi barcollare all'indietro. Aveva utilizzato tutta la forza presente nel suo corpo massiccio, senza rendersi conto che ero soltanto un'esile donna. Non mi aveva mai toccata. Mai. Era geloso, possessivo e nervoso. Ma non si sarebbe mai permesso di farlo. Non avrebbe oltrepassato quel limite, non con me.

«Ora ti insegno io come ci si comporta.» Quella violenza mi aveva lasciata inebetita, accasciata vicino alla ringhiera, da cui potevo scorgere le onde blu del mare infrangersi contro la riva. Avrei voluto scomparire insieme a loro, scappare lontano da quella situazione.

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