Erano passati cinque anni da quando io e Manuel avevamo interrotto la nostra amicizia. Semplicemente non ci eravamo più scritti, avevamo deciso che la cosa migliore fosse allontanarsi in maniera definitiva. Avevo proseguito la mia vita nel migliore dei modi, seppur lontana da casa e dalle persone a me care.
Dopo la laurea ero partita in cerca di me stessa, al disperato inseguimento di qualcosa che non avevo mai saputo cosa fosse esattamente. Il senso di incompletezza si era manifestato continuamente nel corso degli anni, ma avevo imparato a conviverci.
Ero tornata a Roma dopo il mio periodo lavorativo a Londra. Non vedevo l'ora di riabbracciare mia madre e la mia piccola Elisa, che mi aveva scritto disperata perché temeva che non riuscissi a partecipare alla sua laurea. Onestamente, non mi sarei mai persa il discorso di mia sorella.
Avevo ventisei anni ed ero felicemente single, realizzata. Avevo collezionato tante relazioni meravigliose dopo Alessandro, nessuna durata più di qualche mese. Sembravo non essere adatta per nessuno. Le mie convinzioni erano differenti e non collimavano mai con l'uomo che ritrovavo al mio fianco.
Avevo preso una piccola casa in affitto, dato che ero abituata a vivere nell'assoluta indipendenza, ma soprattutto, data la proposta di Raffaele di avere uno studio tutto nostro. Ero eccitata al solo pensiero. Mi aveva offerto di dividere le spese e di lavorare insieme. Era stata la sua richiesta non appena ci eravamo incrociati all'università. Trovavo bizzarro il fatto che si fosse realizzata.
Entrai nella mia nuova casetta, felice di sentire l'odore familiare dei miei vestiti spuntare dai bagagli, che disfai in fretta e furia. Dovevo ammettere che non era affatto male quel posto, nonostante fosse soltanto un bilocale.
Mi preparai in modo accurato per andare a sostenere la mia piccola genietta nel giorno più importante della sua vita. Optai per un completo bianco che metteva in risalto le mie forme, senza risultare fuori luogo. La mia carnagione abbronzata calzava a pennello con il colore degli abiti. Scelsi un ombretto color argento e lasciai i capelli folti, ormai colorati di biondo, ricadere morbidi sulle mie spalle.
Scesi le scale contando i gradini, per evitare di cadere, data l'altezza delle mie décolleté. Uscii ed imboccai la strada verso il parcheggio.
Improvvisamente mi ricordai di aver dimenticato a casa il regalo per la mia sorellina. Quanto ero sbadata!
Iniziai ad accelerare il passo poiché temevo seriamente di arrivare in ritardo, ma mi cadde il telefono. Imprecai sottovoce, essere così impacciata mi dava sempre sui nervi.
Inaspettatamente sentii il mio corpo venire invaso da una sensazione travolgente. Non capivo cosa stesse accadendo, mi guardai intorno senza riuscire a scorgere nessuno.
Sentii una voce provenire dal lato opposto della strada. Un ragazzo con un paio di occhiali scuri stava discutendo al telefono.
I miei piedi rimasero saldi in quel preciso punto, non riuscivo ad avere la volontà di spostarmi, sebbene non riuscissi a comprenderne il motivo.
La figura maschile che avevo appena scorto attraversò la strada, venendo esattamente nella mia direzione. Indossava un cappotto a quadri molto elegante, con un'innata disinvoltura.
Il suo atteggiamento mi fece sorridere il cuore, era familiare, conosciuto.
Lo vidi avvicinarsi fin quando il suo profumo fu tangibile. Il mio organismo fu scosso da una scarica elettrica. Rimasi paralizzata e non riuscii ad aprire bocca, tale era l'emozione che aveva suscitato in me quell'evento.
«Gin» disse quel ragazzo con un ampio sorriso, riducendo la distanza formatasi tra noi e togliendosi gli occhiali da sole con un gesto morbido e delicato.
«Manuel»
Mi uscì dalla bocca quasi un sospiro. Non potevo credere che dopo tutto questo tempo lui fosse ancora quello di sempre. Manuel. Il mio Manuel.
Era bello, ma non era il suo aspetto fisico, era la sua energia ad esserlo. Era il cosmo che ci comunicava che eravamo esattamente nel punto stabilito dall'inizio dei tempi.
A volte, ci illudiamo di poterci sottrarre al destino, di poterlo aggirare o addirittura ingannare. La realtà è che la nostra vita rimane intrecciata a quella di qualcun altro ad un punto tale che non abbiamo potere di disfare i fili di quella unione, ma dobbiamo solo imparare ad accoglierli come la parte più recondita del nostro essere.
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Bed's Friends
RomanceGinevra è una ragazza nel pieno della giovinezza, appena uscita da una relazione tormentata e abusiva, che si aggrappa disperatamente alle persone che ama. Il fantasma del passato si scontra fragorosamente contro di lei e la sua volontà di andare a...