Trascorsero ore interminabili, che mi videro inchiodata a quel triste letto freddo. Colma di domande a cui nessuno sembrava voleva rispondere. Nel cuore, uno squarcio inimmaginabile, provocato dal timore dell'accaduto. Manuel sedeva accanto a me, con un colorito pallido e le labbra serrate in una smorfia turbata. Lo trovavo affascinante, anche nel più terribile dei suoi giorni. Non solo il suo aspetto, ma la sua mente, che sembrava finalmente essere totalmente mia. Mi faceva tenerezza il modo in cui dolcemente mi stringeva le braccia, le mani, in cui tentava di confortarmi amabilmente.
«Manu...», sibilai, volevo sapere cosa fosse successo seriamente.
«Gin... Lo so che vuoi sapere», mi conosceva così bene che non avevo bisogno di chiedere. Era il mio specchio.
«Ti prego», lo guardai con occhi imploranti, pieni di quella vana speranza di stare vivendo in un brutto sogno.
«D'accordo», si schiarì la voce e proseguì.
«Il tizio del bar ha percepito che qualcosa non andava. Ha notato il tuo disperato desiderio di parlare con qualcuno, così si è insospettito. Ha controllato l'ultima chiamata fatta, scoprendo con terrore che era verso i carabinieri. Si è subito allarmato, ma non sapeva chi fossi; quindi, ha telefonato loro dandogli la tua descrizione. Sono arrivati sul posto e hanno iniziato a cercare qualcuno che ti somigliasse. Nel frattempo, tua madre ha visto la chiamata persa e ha richiamato il numero di provenienza, che era sconosciuto per lei. A quel punto il proprietario le ha raccontato che una ragazza mora, molto bella, lo aveva composto spaventata.»
Si fermò, sporgendosi verso il tavolino e recuperando una bottiglietta di acqua, come se la gola gli bruciasse.
«Tua madre mi ha chiamato atterrita, non riusciva a parlare... Ero in compagnia di Alessia, ma mi sono precipitato a casa tua. Elisa era dalla sua migliore amica, per cui l'abbiamo avvertita successivamente. Si è incazzata da morire, la piccoletta».
Il suo racconto era così dettagliato che immaginavo per filo e per segno sia il suo stato d'animo che quello di mamma. Mi sentivo morire.
«I carabinieri hanno raccolto alcune testimonianze e sono riusciti a rintracciarvi, mentre Luca... Beh, lui ti stava letteralmente massacrando. Non appena ha scorto le divise quel vigliacco è fuggito. Ti hanno trovata priva di sensi e ti hanno soccorsa. Lo hanno tampinato per un giorno intero, prima di riuscire a scovarlo. Spero che gettino la chiave in un buco profondo. Io e tua madre siamo venuti al lago, poi direttamente in ospedale. Non so come io abbia fatto a mantenere la calma. Mentre guidavo pensavo soltanto a quello che ti ha fatto quel bastardo. Lo vorrei uccidere in questo preciso istante», strinse il pugno e chiuse gli occhi, rilassando le spalle tese.
Avrei voluto stringerlo forte. Non me ne sarei andata così facilmente da questo mondo.
«Pensavamo che non ti saresti più risvegliata, Ginevra, te lo giuro», una lacrima rigò le sue guance lisce.
Il mio indistruttibile e indispensabile Manuel stava crollando, per me. L'uomo dalle difese di acciaio, sempre coperto da un muro invisibile, stava cedendo. Non potei fare altro che sorridere.
«Che ti ridi, scema?» domandò, incuriosito, avvicinandosi e baciandomi il dorso della mano destra.
«Non ti ho mai visto piangere. È strano. In qualche modo mi fa ridere» risposi, scandendo in modo preciso la frase, dovevo sforzarmi molto.
Lui rise: «Non immagini quanto io tenga a te, allora.»
In quell'istante, il tempo sembrò fermarsi. Le nostre esistenze si sincronizzarono e potei quasi percepirmi dentro di lui. Fu come se le nostre anime si scoprissero per la prima volta. Finalmente, capii. Io e Manuel ci amavamo, di un amore diverso da quelli normali, non convenzionale. Di un sentimento nuovo, coniato a nuovo da noi, un qualcosa che sarebbe stato impossibile da spegnere.
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Bed's Friends
RomanceGinevra è una ragazza nel pieno della giovinezza, appena uscita da una relazione tormentata e abusiva, che si aggrappa disperatamente alle persone che ama. Il fantasma del passato si scontra fragorosamente contro di lei e la sua volontà di andare a...