♥ 21 - Gift ♥

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La percezione di me stessa era scemata quando avevo premuto il tasto su quel dannato interruttore, certa di trovare di fronte ai miei occhi il mio amore passato. Come avrei potuto difendermi dinnanzi alla sua forza? Strillare sarebbe forse servito a tirarmi fuori da quella situazione? Avrei dovuto escogitare qualcosa di più efficace, per proteggere gli altri inquilini.

Sentii una risata familiare sciogliere pian piano la tensione che si era creata dentro di me.

«Auguri, piccola Gin», il mio migliore amico si alzò dal letto e venne ad abbracciarmi. Il suo odore riempì le mie narici e mi gettai al suo collo stringendolo con ardore.

«Pensavo ti fossi dimenticato», lo rimproverai, fingendo indignazione.

«Volevo che tu lo pensassi, sono stato bravo, vero?» Mi squadrò, esaminando ogni centimetro della mia pelle.

«Insomma. Non sei bravo per niente», sostenni il suo sguardo. Era ben vestito. La camicia grigia era stretta, premuta sul suo torace da due bretelle nere, infilate nei suoi pantaloni eleganti coordinati. I capelli ricadevano sul suo volto dandogli un'aria accattivante e da cattivo ragazzo.

«Sono venuto per darti il regalo prima degli altri. È una cosa piuttosto intima.» Alzò il sopracciglio e io mi sentii avvampare. Arrossii di getto, provocando in lui una reazione di puro entusiasmo.

Il fuoco divampava dentro di me, come ogni singola volta che le sue pupille rimanevano fisse nelle mie e ci trovavamo soli. A distanza ravvicinata. Avrei potuto baciarlo con facilità. E volevo farlo, avevo bisogno di perdermi dentro di lui.

«Ok... Cioè, grazie», annaspai, cercando di mantenere una parvenza di lucidità. Era l'unico ragazzo a farmi rimanere sempre senza parole. Lo detestavo per questo. Mi piaceva essere sempre quella che aveva l'ultima battuta. La ragazza che sa come impressionare un uomo e non se ne vanta. Con lui nulla di tutto ciò avrebbe mai potuto funzionare.

Iniziò a girarmi intorno, come un animale con la sua preda. Si avvicinò al mio orecchio rapido come un felino: «Lo vuoi scartare ora il tuo regalo?» disse con un lamento. Era eccitato e saperlo mi mandava su di giri. Mi spinse delicatamente contro l'armadio, giocherellando con i miei capelli scuri e tracciando il profilo del mio viso con le sue dita affusolate.

Sentivo il suo corpo premere contro il mio. Ero sudata e in preda all'estasi più totale. Il mio respiro accelerato si perdeva nell'incavo del suo collo, il mio rifugio segreto da sempre. I palmi delle sue mani stringevano i miei fianchi in modo possessivo, come se fossi qualcosa di suo.

Lo desideravo. Non avevo fatto altro che pensare a lui per tutto il giorno, meritavo di ricevere degli auguri un po' speciali. Noi eravamo legati, da qualcosa di invisibile, che ci divideva e ci attraeva allo stesso tempo.

«Oh. Ovviamente» le parole uscirono dalla mia bocca senza controllo.

Si allontanò bruscamente. Armeggiando con la sua giacca nera, in cerca di chissà cosa. Mi porse una scatolina e io rimasi un po' delusa. Pensavo che il regalo fosse un altro, ma lo accettai con un sorriso. Forse il nostro filo si era spezzato, dimenticandosi di avvertire la sottoscritta.

Ruppi l'involucro, che conteneva una piccola bustina, per scoprire con estrema sorpresa un bracciale argentato con una madreperla al suo interno. Era meraviglioso. Nonostante fosse senza biglietto, ero felicissima, quel gioiello sembrava essere costruito apposta per stare al mio polso. Era riuscito a farmi il regalo perfetto, riusciva sempre a comprendermi, più di quanto non lo facessi io stessa.

Mi avvicinai e lo strinsi forte, inebriata dal suo profumo. Lo guardai maliziosamente, avrei voluto ringraziarlo in un altro modo. Iniziai a far scorrere le mani lungo il suo torace, protetto dai bottoni minuscoli della sua maglia. Il suo battito accelerava, percepivo il suo cuore martellare al contatto con le mie dita. Significava forse qualcosa? Se solo fosse stato in grado di decifrare i suoi sentimenti, saremmo finiti sicuramente insieme. Ed era giusto. Noi ci appartenevamo. Silenziosamente. Impetuosamente. Le nostre anime lottavano per ricongiungersi.

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